I segnali sono incoraggianti, ma aspettiamo di vedere come va a finire. Invita alla calma Alessandro Politi, direttore della Nato Defense College Foundation, al termine della prima giornata di incontri ad Istanbul fra la delegazione russa e quella ucraina.

Raggiunto dal Sir, l’esperto di geopolitica ricorda una vecchia regola della diplomazia che vuole che “niente è concluso finché non è concluso”. “Le parti – dice Politi – sono molto prudenti nell’alimentare aspettative e fanno bene. Mosca afferma che riduce la presenza a Kiev e a Chernihiv. Vedremo se lo farà. È comunque un segnale incoraggiante”. Il direttore del Nato Defense College Foundation ricorda però come il fronte Nord sia meno decisivo “nonostante la mistica della cattura di Kiev” e che il ventilato obiettivo di voler uccidere Zelensky sia più illusorio che primario. “Anche se fosse eliminato – spiega Politi -, un governo ha sempre dei vice che possono essere a volte più estremisti del capo”. Il punto fondamentale secondo l’esperto è Mariupol che “a quanto pare rischia di essere segnata. Questo permetterà a Putin di presentare una vittoria. Tutto il resto è negoziato sui punti essenziali. Vedremo le controproposte di Kiev perché finora Zelensky è stato molto vago. Sa perfettamente che la Crimea non è sul tavolo e che il Dombass è di fatto perso. Probabilmente quello che vuole dire Zelensky, in base alle dichiarazioni che fa, è che ammetterà una situazione de facto e non de iure nell’area dove sono le due repubbliche riconosciute solo dalla Russia. Questo – conclude – è esattamente quello che vogliono i russi ma il negoziato è fatto sempre di posizioni che a un certo momento evolvono con, si spera, la saggezza di tutti”.

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