DIOCESI – “I momenti che stiamo vivendo a causa della terribile guerra che insanguina l’Ucraina, assomigliano un po’ al silenzio funereo del sabato santo che abbiamo vissuto nella liturgia, sabato di assoluto stordimento di fronte alla morte di Gesù che non ci si sarebbe mai aspettata”.
Con queste parole si è aperta l’omelia del Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto, Mons. Carlo Bresciani, nella Santa Messa di Pasqua di domenica 17 aprile, presso al Cattedrale Madonna della Marina di San Benedetto del Tronto.
Vescovo Carlo: “È il silenzio dello sgomento che in qualche modo è analogo a quello che ci coglie di fronte ai drammi della guerra, drammi che non hanno alcuna giustificazione razionale e dei quali non riusciamo a darcene ragione.
Ma il giorno di Pasqua, noi celebriamo un’altra storia, quella impensabile della quale è capace solo Dio e che è la meravigliosa sorpresa del suo amore. Dio non si lascia fermare dagli insani progetti umani, progetti che macchiano la storia di violenza e di nefandi delitti, come è stata l’uccisione di Gesù in croce. I suoi progetti sono di vita e non di morte e nessuno può fermarli. Per questo di fronte alla morte di Gesù, Dio reagisce ridonandogli la vita: è la vita del Risorto, quella che noi oggi nella gioia e nella lode a Dio celebriamo con tutta la solennità di cui solo la liturgia è capace. Oggi cantiamo alleluia: lode a Dio, perché è il Dio della vita e non della morte.
Lode a Dio perché non ha lasciato l’umanità immersa nell’oscurità che la morte in croce di Gesù aveva sparso su tutta la terra. Egli ha ridonato quella luce che può scaturire anche dalla morte, ed è luce di vita. In Cristo risorto, i drammi della storia umana, generati dalla sete di potere, dalla protervia dell’egoismo e dell’odio, dall’invidia e dalla rivalità, non sono negati e restano come un peso di sofferenza e di dolore sulle spalle di tutti, ma da questi c’è una via di uscita; c’è una possibilità di ricostruzione della vita. Questa via è quella che ha percorso Gesù e che gli ha permesso di essere introdotto da Dio Padre nella vita nuova che viene dalla sconfitta della morte.
Che la sua sia la via giusta lo dimostra la sua resurrezione e la storia nuova dell’umanità che da lì è iniziata e ha percorso tutti i secoli fino a noi. È la storia dei martiri e dei santi che con il loro amore hanno portato vita là dove sembrava regnare solo dolore, sofferenza e morte. Essi hanno imparato questa via da Gesù e l’hanno percorsa senza sottrarsi alle difficoltà e alle sofferenze personali che ciò comportava. Hanno seminato vita, hanno fatto rinascere speranza là dove sembrava dover regnare solo disperazione, hanno ricostruito rapporti di pace dove l’unica lingua sembrava dovere essere quella della violenza, dell’odio e della vendetta. Con tutto ciò hanno dimostrato la fecondità dell’amore di Dio che semina vita e hanno fatto rinascere vita dove c’era odio, dolore e morte.
Da dove hanno tratto tutto questo coraggio, tutta questa forza? Dalla vita del Risorto che hanno accolto dentro di sé. Da Lui hanno imparato e vissuto la potenza dell’amore, che non è altro che la potenza di Dio, che è amore. Hanno compreso che solo l’amore dà vita vera, solo l’amore fa crescere vita vera, solo l’amore è più grande della stessa morte. Solo l’amore è seme di futuro e di vita.
L’amore è l’unica luce che è rimasta nelle tenebre della croce che avvolsero il mondo alla morte di Gesù: quella luce è la fonte da cui rinasce sempre di nuovo la vita, perché l’amore è luce divina che rigenera la vita. È la luce del Risorto che, come un potente laser, può bruciare i segni di morte che sono dentro ciascuno di noi e vincere la stessa morte.
Carissimi, accogliamo in noi oggi questa luce nel Risorto. Siamo cristiani se la lasciamo penetrare profondamente dentro di noi e se portiamo questa luce nel mondo, lasciando prima di tutto che essa ridia energia alle nostre stanchezze e alla nostra speranza. Ne abbiamo sempre bisogno, soprattutto di fronte alle prove che la vita ci pone davanti. Con Gesù, non lasciamo che le prove della vita spengano l’amore, l’unica luce che può rischiarare le tenebre che minacciano la nostra vita e può ridare vita ad altri.
È questo il messaggio della Pasqua di cui noi siamo fatti partecipi e di cui siamo portatori. È questo che comunica il Risorto a coloro che sono corsi al suo sepolcro pensando di trovare solo i segni che la morte aveva lasciato sul suo corpo e invece lo hanno trovato pienamente rivestito della luce divina, corpo trasformato, perché assunto per sempre e pienamente in Dio, assunto per sempre nella vita stessa di Dio.
Tutto quanto l’uomo Gesù nella sua vita terrena ha fatto non è stato vano, non è finito nel nulla. L’amore donato non solo ha generato vita in coloro che l’hanno accolto, ma ha portato anche la sua umanità (non dimentichiamo mai che era vero uomo) ad entrare definitivamente, come primizia, ricorda san Paolo, nella vita stessa di Dio.
Lui la primizia, e poi anche noi che siamo suoi. Dopo Gesù, ricorda sempre san Paolo, anche noi siamo chiamati ad entrare in questa vita, poiché Lui ci ha aperto la strada e ci ha indicato la via.
Percorriamo la sua stessa strada e anche noi saremo partecipi della sua vita, anche per noi sarà Pasqua.
Buona Pasqua agli ammalati e a tutti coloro che stanno passando attraverso momenti bui e difficili. In Cristo risorto ognuno trovi pace, soprattutto coloro che stanno soffrendo per le tragedie della guerra. La luce del risorto illumini sempre la vostra vita e sostenga sempre la vostra speranza.
Buona Pasqua a tutti voi, alle vostre famiglie e a tutti i vostri cari.