“La Pasqua mette in risalto la leadership delle donne, il loro ruolo, il loro coraggio”: così l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), Santo Marcianò, nell’omelia della veglia pasquale, presieduta nella chiesa di Santa Caterina a Magnanapoli, a Roma. “Sono loro che vanno a dare l’annuncio agli apostoli – ha aggiunto il presule – i quali fanno fatica a credere per cui vengono zittite pure le testimoni del Risorto”. Da qui la considerazione sulla essenzialità dell’annuncio: “La fede si misura con l’annuncio della Parola, senza l’annuncio della Parola non c’è fede”. “Noi diciamo di credere – ha continuato il vescovo castrense – ma che posto ha la Parola di Dio nella nostra vita? Il mondo di oggi cerca di zittire Dio. Si cerca in tutti i modi di mettere il bavaglio a coloro che lo testimoniano e lo annunciano”. Per mons. Marcianò quella di farsi manipolare dalla cultura dominante: “È la tentazione dell’uomo di oggi: non credere nella Parola di Dio. Quando si prova a parlare di Dio spesso si viene perseguitati. Per cui a volte non lo si fa perché potrebbe essere compromessa la carriera, difatti c’è anche un mondo lavorativo che tiene fuori, tiene lontano Dio”. Riprendendo ancora Vangelo di Luca, ha poi annotato: “Le donne guardano a terra. È difficile alzare gli occhi al cielo per cercare il vivente. Ci accontentiamo della terra? È il segno della perdita della speranza. Allora alziamo lo sguardo. Cristo è Risorto. Lui è il vivente. Annunciamo la resurrezione di Gesù a tutti coloro che incontreremo”.
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