DIOCESI – Prosegue il nostro viaggio alla conoscenza dei gruppi, movimenti e associazioni che fanno parte della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto Marche. Questa settimana abbiamo intervistato Adriano Di Giacinti, responsabile diocesano di Comunione e Liberazione.

Quando questa realtà prende vita nella nostra Diocesi?
La storia di CL nella nostra Diocesi inizia nell’estate del 1974 quando alcuni universitari di Roma, in vacanza a Porto d’Ascoli con altri studenti abruzzesi, “sbarcarono” nella Parrocchia di Cristo Re e fecero conoscere l’esperienza di CL ad alcuni ragazzi. Quello fu il primo germoglio della nostra comunità. In seguito, nella primavera del 1975, Padre Ubaldo Sorbi, parroco di Sant’Antonio da Padova, invitò alcuni di quei ragazzi di Porto d’Ascoli a tenere degli incontri anche nella sua parrocchia. In quelle occasioni anch’io incontrai il Movimento. Molto rapidamente la comunità, composta principalmente da studenti superiori, crebbe di numero fino ad avere circa un centinaio di persone presenti in tutte le scuole dell’hinterland.

Cosa ricorda in particolare di quel periodo?
Di quegli anni ricordo la “potenza” e la freschezza del carisma che don Giussani ci aveva comunicato facendoci appassionare alla nostra umanità e alla nostra compagnia come luogo in cui poter sperimentare concretamente la presenza di Gesù. Quel carisma investiva l’integralità della nostra vita e cominciò a generare forme espressive in cui ognuno poteva mettere a frutto i propri talenti come poesia, musica, cultura. Ogni mattina, prima di andare a scuola, ci incontravamo per recitare le lodi nella parrocchia di Sant’Antonio mentre il pomeriggio alla recita dei vesperi. I gesti più significativi erano: il “raggio”, incontro settimanale, dove leggevamo dei testi di don Giussani ed ognuno li paragonava alla propria vita cercando di dare un giudizio concreto; la caritativa, in cui andavamo a fare compagnia ai ragazzi dell’Istituto Santa Gemma.

Lei afferma che la dimensione culturale e di giudizio sulla società era molto sentita.
Esatto, erano gli anni di piombo e spesso volantinavamo davanti alle scuole per esprimere la nostra posizione di fronte alla realtà. Ci fu anche un convegno sull’aborto che organizzammo al Cinema Pomponi di cui ricordo ancora la contestazione in piazza Nardone da parte di esponenti di Lotta Continua.
Quegli anni ci portarono anche un attentato incendiario alla Cappellina dell’Immacolata in cui Don Federico Pompei e don Emilio Tassi celebravano settimanalmente la Santa Messa per la nostra comunità. L’attentato si ripeté anche nella stanza che Padre Ubaldo ci aveva messo a disposizione come sede presso la sua parrocchia.

E poi che cosa accadde?
Negli anni a venire l’esperienza del Movimento ispirò anche l’apertura della libreria “Nuovi Orizzonti” per lungo tempo punto di riferimento dell’editoria cattolica e della cultura musicale nella nostra città. Ricordo poi con grande affetto il gruppo di musica popolare “La Carovana” che a cavallo degli anni 70/80 portò l’entusiasmo e la voglia di vivere della nostra comunità in tante feste di piazza. Nell’ottobre del 1979 Don Giussani, mosso dal riverbero di verità intravisto in una lettera delle nostre amiche Edelweiss e Cleopatra, venne a trovarci a S. Benedetto tenendo un memorabile incontro presso l’Istituto delle suore Battistine. Gli Happening dei giovani caratterizzarono le estati degli anni ’80 in cui la comunità organizzava gesti di festa e di riflessione culturale per tutta la città. Il percorso educativo proposto dal Movimento investe ogni aspetto della realtà compreso l’ambito politico. Alcuni di noi si impegnarono a fondo nel Movimento Popolare a cavallo degli anni 80/90.

Quali sono le iniziative che avete portato avanti come Movimento?
Il tema culturale è stato sempre al centro della nostra esperienza e negli anni ’90 abbiamo più volte proposto incontri pubblici sui principali temi con il supporto del Centro Culturale “La Mongolfiera”. Tali incontri avevano come filo conduttore il senso religioso dell’uomo e come quel desiderio e quella inquietudine potessero trovare compimento e strada di vita nel Cristianesimo. Un classico appuntamento era la presentazione, presso la Palazzina Azzurra, del Meeting di Rimini dove trovano voce, ora come allora, questo anelito di significato e questa irriducibilità dell’io che ogni uomo sperimenta. Negli anni 2000 la nostra comunità si è consolidata con la nascita di vari gruppi di Fraternità di CL il cui scopo è vivere il carisma a noi consegnato negli ambiti del lavoro e della famiglia.

Il Movimento dove è presente attualmente?
Oggi la nostra comunità è presente in varie parrocchie con le “scuole di comunità”, incontri settimanali aperti a chiunque in cui, come per il “raggio”, leggiamo testi che il Movimento ci propone paragonandoli con la nostra esperienza. Il metodo è sempre lo stesso: verificare la pertinenza del Cristianesimo con la vita: l’essenza del carisma di don Giussani. La comunità adesso è composta principalmente da famiglie, adulti e ragazzi delle scuole superiori. L’appartenenza al Movimento di CL ci ha fatto essere sempre attenti ai vari ambiti sociali, per cui sono state e sono da noi sostenute esperienze educative per i ragazzi delle scuole medie (cercatori del Graal), quelli delle superiori (GS) e gli universitari (CLU). Negli ultimi anni è nata anche “La casa dei compiti”, una associazione di volontari per l’aiuto scolastico alle elementari e medie. L’educazione alla caritativa ha fatto crescere in noi la coscienza del bisogno dell’uomo, generando opere quali il Banco di Solidarietà “Nazzareno Pompei” e l’impegno nel Banco Alimentare e nella Colletta. Nella nostra città abbiamo anche una casa di Memores Domini, persone che vivono una vocazione religiosa laicale e hanno deciso di dedicare la loro vita completamente a Cristo pur essendo impegnate fino in fondo nella realtà quotidiana. Alcune persone del Movimento fanno anche parte della Fraternità S. Giuseppe, associazione che ha lo scopo di rendere presenti e permanenti nella società i valori della fede e della carità cristiana, così come trasmessi dalla tradizione della Chiesa Cattolica e secondo l’accento di educazione alla fede proprio della Fraternità di CL.
Il nostro assistente diocesano è don Giorgio Carini, sacerdote a Grottammare e a Montelparo, che ha condiviso fin da studente la nostra esperienza, che settimanalmente celebra la S. Messa della comunità e guida i ritiri di Quaresima ed Avvento. Nell’intera diocesi, compresa anche la piccola ma viva comunità di Cupra Marittima, le persone che aderiscono alla nostra esperienza sono circa 150.

Come ha inciso la pandemia nelle vostre iniziative?
Nonostante la pandemia abbia messo a dura prova la possibilità di incontrarsi di persona, in questi due anni il cammino che il Movimento ci ha proposto è continuato con inalterato vigore anzi forse con maggiore consapevolezza dell’essenza del nostro carisma. Adesso stiamo lavorando sull’ultimo libro postumo di Don Giussani “Dare la vita per l’opera di un Altro” in cui il nostro fondatore, scomparso nel 2005, va al fondo di questioni essenziali per tutti, cattolici e non, e ci ripropone con forza e lucida chiarezza le basi fondamentali dell’ontologia cristiana: Dio è tutto in tutto e Cristo è tutto in tutti.

Quali saranno i prossimi appuntamenti?
Le nostre proposte non sono cambiate negli anni; la partecipazione agli incontri di scuola di comunità e la caritativa sono i principali gesti che proponiamo a tutti ed in cui c’è la possibilità di apprezzare quello che è il cuore della nostra esperienza. Quest’anno poi sono in preparazione alcune iniziative speciali in occasione del centenario dalla nascita di don Giussani.

 

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