Roberta Pumpo
Gioia e commozione sono i sentimenti che animano le giornate delle famiglie degli undici diaconi che domenica 8 maggio, nella basilica di San Giovanni in Laterano, saranno ordinati sacerdoti dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Mentre si sbrigano le ultime commissioni e si immaginano i momenti salienti della liturgia, si fanno largo i ricordi e si raccontano piccoli aneddoti dell’infanzia dei futuri presbiteri.A casa di Luca Santacroce, romano di 27 anni, formatosi al Pontificio Seminario Romano Maggiore, la nonna materna narra di quella volta in cui le chiese come fare per diventare Papa.Suor Leontina, ex maestra della scuola materna, riferisce invece del desiderio di Luca di iniziare sempre la giornata con la preghiera.
A raccontarlo è Gabriella, la mamma di Luca, la cui voce tradisce l’emozione a meno di 48 ore dall’ordinazione presbiterale del figlio. “Era molto piccolo, andava ancora all’asilo, quando chiese alla nonna come si diventa Papa – dice Gabriella -. Quando gli fu spiegato che bisognava prima essere ordinati sacerdoti, poi vescovi, quindi cardinali,rispose candidamente che la strada era troppo lunga e che forse era meglio diventare prima santi.Noi abbiamo sempre visto in lui il forte desiderio di intraprendere questo cammino”.
Secondo di tre figli,Luca è cresciuto in una famiglia cattolica praticante e nell’oratorio della chiesa di San Girolamo a Corviale,dove per anni ha servito Messa da chierichetto. Come la sorella Chiara e il fratello Daniele ha frequentato istituti religiosi fino alle medie, poi si è iscritto al liceo classico “Eugenio Montale”. A 16 anni ha scelto di entrare al Seminario Minore, proseguendo al contempo gli studi classici.
“Conosceva bene il Seminario Minore perché già da tempo il fine settimana partecipava agli incontri vocazionali – prosegue Gabriella -.Noi non gli abbiamo mai posto alcun ostacolo, inizialmente gli abbiamo solo chiesto di rifletterci bene.Era un adolescente, ma lui era convinto della sua decisione. A scuola ha messo subito al corrente gli insegnanti e i compagni del suo cammino vocazionale. Temevo che tra ragazzi potesse esserci qualche presa in giro ma, al contrario, gli erano molto affezionati.Le insegnanti ai colloqui mi ripetevano che Luca era una testimonianza per i suoi coetanei,sia per chi frequentava regolarmente la Chiesa, sia per chi era un po’ più lontano”.
Quando Luca ha deciso di continuare il suo percorso nel Pontificio Seminario Maggiore ha ancora incontrato il sostegno di mamma Gabriella e papà Bruno.“L’unica cosa che gli abbiamo sempre ripetuto – dice ancora la mamma -, è che in qualsiasi momento avesse capito che quella non era più la sua strada o avesse avuto bisogno di tempo per comprendere, poteva sempre tornare a casa,avrebbe sempre trovato la porta aperta e il letto pronto nella stanza del fratello. Non doveva farsi suggestionare dal pensiero altrui”.
Alla fine del terzo anno Luca ha deciso di lasciare per un po’ il Maggiore per un suo maggior discernimento. Ha svolto qualche lavoretto, frequentato la parrocchia di San Girolamo a Corviale, prestato servizio come catechista. Dopo un anno “sabbatico” ha chiaramente compreso che il Signore lo stava chiamando alla Sua sequela. “Vederlo sereno ci faceva stare tranquilli – prosegue Gabriella -. Spesso gli facevo delle improvvisate, sia quando frequentava il Minore sia quando è stato al Maggiore.
La gioia traspariva dai suoi occhi”.