“È vero che ogni riforma crea delle resistenze”.

Lo ha detto, a braccio, il Papa, nel discorso rivolto ai docenti e studenti del Pontificio Istituto Liturgico, ricevuti in udienza in occasione del 60° anniversario della sua fondazione. “Io mi ricordo, ero ragazzo – ha raccontato Francesco – quando Pio XII cominciò con la prima riforma liturgica, la prima: si può bere acqua prima della comunione, digiuno di un’ora… ‘Ma questo è contro la santità dell’Eucaristia!’, si stracciavano le vesti. Poi, la Messa vespertina: “Ma, come mai, la Messa è al mattino!’. Poi, la riforma del Triduo pasquale: ‘Ma come, il sabato deve risorgere il Signore, adesso lo rimandano alla domenica, al sabato sera, la domenica non suonano le campane… E le dodici profezie dove vanno?’”. “Tutte queste cose scandalizzavano le mentalità chiuse”, il commento del Papa: “Succede anche oggi. Anzi, queste mentalità chiuse usano schemi liturgici per difendere il proprio punto di vista. Usare la liturgia: questo è il dramma che stiamo vivendo in gruppi ecclesiali che si allontanano dalla Chiesa, mettono in questione il Concilio, l’autorità dei vescovi, per conservare la tradizione. E si usa la liturgia, per questo”.

“Le sfide del nostro mondo e del momento presente sono molto forti”, la tesi del Papa, secondo il quale “la Chiesa ha bisogno oggi come sempre di vivere della liturgia. I Padri Conciliari hanno fatto un grande lavoro perché così fosse. Noi dobbiamo continuare questo compito di formare alla liturgia per essere formati dalla
liturgia”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *