DIOCESI – È il primo giorno del mese dedicato alla Madonna e la festa di S. Giuseppe lavoratore. Nel monastero di S. Maria Maddalena di Matelica, ove riposano le sacre spoglie della Beata Mattia, una giovane donna di 35 emette i voti temporanei nell’ordine delle Sorelle povere di S. Chiara.
Suor Chiara Elisabetta della Santa Famiglia , al secolo Elisabetta Dantuono, è raggiante.
Una nuova sorella per Matelica, una nuova sorella per la comunità diocesana di San Benedetto del Tronto, in particolare per la quella della Sacra Famiglia, dove Elisabetta è cresciuta nell’affetto di molti.
“Il rito della professione religiosa è l’inizio di un patto nuziale tra il Signore Gesù e la sua Chiesa che suor Chiara Elisabetta rappresenta ed incarna. La professione temporanea troverà il suo compimento nella professione solenne, ma esprime già la volontà di donarsi totalmente al Signore che l’ha scelta ed amata.” Con queste parole ha inizio la celebrazione presieduta da mons. Stefano Russo, segretario CEI, con il Padre Provinciale Simone Giampieri OFM, i frati della Provincia, i sacerdoti amici, le suore, i presenti.
Suor Chiara Elisabetta ha emesso i voti nelle mani della M. Superiora Rosaria Rodriguez e alle sorelle, promettendo di vivere per tre anni in castità, senza alcun bene proprio, obbedienza e clausura, secondo la regola delle sorelle povere di Santa Chiara (confermata da papa Innocenzo IV nel 1253). Si è affidata a questa famiglia religiosa per portare a pieno compimento la consacrazione a servizio di Dio e della Chiesa.
Il senso della consacrazione è stato espresso attraverso tre segni: il velo che esprime l’appartenenza a Cristo (fin dall’antichità le spose – in modo particolare le spose di Cristo – indossano il velo); la Regola di Santa Chiara (segno per le sorelle che nei secoli confermano la fedeltà ed il carisma ricevuto dal Signore, attraverso la guida e l’esempio di San Francesco); il crocifisso che Santa Chiara definiva “specchio di sé stessi” (affinchè suor Chiara Elisabetta sia una sola cosa con Lui). Il rito si è concluso con un abbraccio con le sorelle della comunità, segno di nuova accoglienza nella famiglia.
Alla preghiera dei presenti a Matelica, si è unita quella della comunità cristiana della Sacra Famiglia, in comunione spirituale. Durante le celebrazioni, il parroco don Francesco ha dichiarato: “Nella sua consacrazione al Signore e nella vita contemplativa delle monache di clausura, Sr Chiara Elisabetta pregherà costantemente anche per noi. Oggi ci uniamo alla gioia di questa bella vocazione, partecipando alla sua felicità e a quella della mamma. Oggi preghiamo per lei e continueremo a farlo perché il Signore la accompagni in questo cammino di consacrazione.”
Grande commozione anche nelle parole della mamma Luisa: “Partecipo con gioia alla vocazione di mia figlia poiché sin da piccola l’ho incoraggiata a fare scelte personali nello studio, nelle amicizie e nel lavoro; abbiamo superato le difficoltà a insieme, nel rispetto reciproco. Sr Chiara Elisabetta sa con certezza che la Misericordia di Dio accoglie mamma e figlia. Conoscere Gesù, imparare come amare mia figlia e riuscire a crescere con lei, è stato un dono della Fede. Queste possono sembrare solo belle parole, ma oggi, per me, che ho superato i 60 anni, acquistano una forza maggiore perché lasciare andare mia figlia in un Monastero di clausura, è accogliere nel cuore la certezza che non possiedo mia figlia, come non possiedo la mia vita, che presto o tardi renderò al Padre. Ringrazio di cuore Don Francesco Ciabattoni per il suo sostegno.”
La Testimonianza di Suor Chiara Elisabetta: “La mia storia è la storia di una ragazza normale. Come tutte le altre, non ho nulla di speciale o di diverso, se non la fortuna di essere stata molto amata e perdonata da Gesù! Ho frequentato il Catechismo, ho ricevuto i Sacramenti e ho partecipato attivamente alla vita della parrocchia Sacra Famiglia di Porto d’Ascoli a cui appartengo. Come molti, nel periodo della giovinezza, ho smarrito la via buona, mi sono persa in compagnie e legami sbagliati, ho contestato e abbandonato la Chiesa e cercato la gioia nel mondo e negli inganni che esso offre. Come il figliol prodigo del Vangelo, anche io credevo di trovare lì la mia felicità e libertà, invece mi sono ritrovata sempre più spogliata della mia vita e della mia dignità di figlia di Dio! Sono stati anni di dolore e di buio per me e anche per la mia famiglia e in particolare per mia mamma, che non ha mai smesso di pregare per me e di servire il Signore, come cristiana e come terziaria francescana.
Oggi riconosco che questa sua perseveranza nella fede è stata una voce che al momento giusto ha risvegliato la mia coscienza e mi ha dato la luce e la forza di capire che tornare a casa e ricominciare da capo era l’unica cosa da fare ed era una cosa possibile. E cosi è stato.
Da qui, circa 10 anni fa, a 25 anni, è iniziato un altro periodo della mia vita, sono tornata pian piano in Chiesa, e mi sono sentita totalmente accolta e perdonata da Dio e dal Suo popolo!
Dopo qualche tempo ho iniziato a frequentare il Santuario di San Giacomo della Marca a Monteprandone, e lì la preghiera e la semplicità dei Frati hanno riaperto totalmente il mio cuore alla presenza piena di Dio in me; proprio questo infatti mi affascinava della loro vita: il loro riuscire a vivere insieme con semplicità, fraternità e gioia ogni giorno servendo umilmente il Signore. Ho iniziato gradualmente a sentire un desiderio sempre crescente dentro di me che diceva “è proprio questo quello che cercavo!”.
Mentre mi ponevo molte domande, è arrivata forte e chiara la chiamata del Signore e, come dice San Giovanni nel suo Vangelo, in un giorno e in un’ora precisi, ho percepito chiaramente nel cuore che Gesù mi chiedeva di essere Sua e che mi donava tutto il Suo Amore. Ed è bastato questo Amore a farmi lasciare tutto per seguirLo dove Lui voleva.
Con l’aiuto di un Padre Spirituale, ho iniziato un cammino di discernimento, e il 2 febbraio 2018 sono entrata nel Monastero delle Clarisse di Santa Maria Maddalena di Matelica.
Qui il 1 maggio 2022 ho emesso la Professione temporanea davanti a Dio e alla Sua Chiesa, promettendo i voti di castità, povertà, obbedienza e clausura, vivendo in fraternità, sull’esempio di Francesco e Chiara D’Assisi, con il nuovo nome di Sr Chiara Elisabetta della Santa Famiglia. Questo nuovo nome che mi ha donato la Chiesa testimonia come tutto era già scritto nel cuore di Dio, come sono rinata nel Battesimo nella Parrocchia Sacra Famiglia nel 1987, e come oggi, dopo una storia speciale, sono divenuta Sposa di Gesù proprio sotto la protezione della Famiglia di Nazareth: questa è l’opera di Dio, “scrivere diritto sulle nostre righe storte!”
Oggi sono una Sposa e una Sorella felice, che ha trovato finalmente il Suo Posto, e di questo rendiamo grazie e gloria a Dio che sempre salva e perdona tutti i suoi figli!”
Sr Chiara Elisabetta della Santa Famiglia è un segno semplice, nella sua evidente bellezza di cuore e nella sua forza docile e nascosta: un seme piccolo che, però, è contributo per cambiare il mondo.
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