SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è conclusa domenica 8 maggio la visita pastorale del vescovo Carlo Bresciani nella Parrocchia Santissima Annunziata di Porto d’Ascoli in San Benedetto del Tronto, guidata dal parroco don Alfredo Rosati.
Queste le parole con cui il vescovo Bresciani ha saluto la comunità della Santissima Annunziata durante la Messa delle ore 8,30 nel giorno in cui si è celebrata la Giornata Mondiale delle Vocazioni: “La prima vocazione, a cui tutti siamo chiamati, è quella ad essere cristiano, ovvero a seguire Cristo, a metterlo al primo posto nelle nostre scelte, ad accogliere la parola di Gesù come unico Pastore della nostra vita. Visto in questa maniera, perciò, essere cristiano significa due cose: prima di tutto credere in Gesù, ma poi anche essere Chiesa, ovvero formare quella famiglia di Dio che si lascia guidare dalla Parola del Signore, proprio come dice il Vangelo di oggi: ‘Le mie pecore ascoltano la mia voce ed io le conosco.’ Questo significa che noi siamo conosciuti personalmente dal Signore e siamo amati da Lui. Anche se nessuno ci amasse, anche se tutti ci rifiutassero, noi siamo amati dal Signore! E lo siamo di un Amore talmente grande che Egli ha dato la sua vita per noi! Ecco allora che dobbiamo imparare da Gesù ad amare Lui e ad amarci tra noi, riconoscendoci fratelli. C’è, infatti, una Fratellanza più profonda che viene dal nostro essere tutti figli di Dio. Quando ci rivolgiamo a Dio, diciamo ‘Padre Nostro’, non ‘Padre mio’! Questo cammino di fede riguarda tutta la Chiesa: al centro della vita del vescovo, del parroco o di ciascuno di noi ci deve essere questo impegno a credere in Gesù e, di conseguenza, ad essere chiesa.”
“Nella prima lettura – ha proseguito il vescovo Bresciani – ci troviamo di fronte a Paolo e Barnaba che ascoltano e predicano la Parola di Dio, ma sperimentano anche la gelosia e le difficoltà di fare comunità. Alla fine, però, si prendono cura l’uno dell’altro, si prendono cura del fratello attraverso la Parola del Signore e attraverso l’aiuto reciproco a camminare sulle strade del Signore. Ecco questa è una cosa importante che dobbiamo imparare anche noi: spesso ci troviamo a camminare per conto nostro; al contrario, dobbiamo imparare a camminare insieme sulle strade che il Signore ci indica, prendendoci cura dei fratelli. Certamente è importante prendersi cura della propria famiglia umana, della mamma, del papà o dei figli, tanto che esiste un apposito Sacramento, ma ne esiste anche un altro per chi vuole prendersi cura della famiglia di Dio: così come nella famiglia umana la madre, il padre e i figli contribuiscono alla crescita armonica della loro piccola comunità domestica in base alle loro capacità e possibilità, così anche nella famiglia di Dio ci sono persone che si prendono cura dei fratelli.”
Emanuela Lardani, segretaria del Consiglio Pastorale Parrocchiale, ha dichiarato: “Il nostro parroco don Alfredo, prima dell’arrivo del vescovo Carlo nella nostra parrocchia, per raccontare i sentimenti di attesa e le aspettative della nostra comunità, aveva ricordato la frase del Salmo 133 ‘Quanto è dolce e soave che i fratelli vivano insieme!’ Devo dire che queste parole sono state profetiche: posso testimoniare, infatti, che la presenza del vescovo Carlo è stata per la nostra parrocchia motivo di condivisione e accoglienza. In queste giornate ci siamo trovati spesso ‘insieme’ tra gruppi diversi e tra persone di età diversa per partecipare a momenti di preghiera e di riflessione molto intensi e profondi. È stato motivante. Il vescovo ci ha spronato a ricominciare ad incontrarci: certamente sarà opportuno rispettare le misure necessarie a contrastare la diffusione della pandemia, ma allo stesso tempo sarà bello uscire dalle mura della chiesa e dagli schemi di appartenenza, cercando la collaborazione anche con le altre realtà parrocchiali. Il vescovo Carlo ci ha parlato del buon padre di famiglia che è oculato e attento e cerca sempre di trovare la strada migliore per la propria piccola comunità familiare. Lo stesso vale per la Chiesa che è solo una comunità più grande in cui valgono però le stesse regole. Per tale ragione, all’interno di questa grande famiglia che è la Chiesa, bisogna vivere con passione e misericordia sempre, sia quando magari si attraversa un momento difficile e doloroso sia quando si vive un periodo felice e gioioso. Non possiamo accostarci alla Chiesa solo quando abbiamo bisogno di ricevere i Sacramenti, bensì dobbiamo sentire la Chiesa come un nido in cui ci sentiamo protetti e al riparo sempre, accolti dal Padre, ma anche dagli altri fratelli: insieme, infatti, possiamo fare di più e possiamo fare meglio.”
Grande soddisfazione dunque da parte della comunità e anche del parroco don Alfredo Rosati il quale ha dichiarato: “Per ora posso solo dire che il programma proposto è stato quasi del tutto rispettato. Siamo riusciti a concentrare in pochi giorni numerosi incontri ed abbiamo concluso in bellezza con la celebrazione delle Cresime. Un bilancio esaustivo e più completo, inoltre, verrà fatto con il Consiglio Pastorale appena ci riuniremo, ma i veri frutti di questa visita pastorale li vedremo nel tempo attraverso le opere della nostra comunità.”
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