DIOCESI – Prosegue il nostro viaggio alla conoscenza dei gruppi, movimenti e associazioni che fanno parte della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto Marche. Questa settimana abbiamo intervistato Lavinia Donati Rosetti della Conferenza di San Vincenzo De’ Paoli.
Da quanto tempo la Conferenza è attiva sul territorio?
La Conferenza di San Vincenzo De’ Paoli opera sul territorio della nostra Diocesi da più di 50 anni ed è indipendente dal Volontariato Vincenziano. Con lettera del primo luglio del 1963 il gruppo caritativo della parrocchia di Santa Maria della Marina a San Benedetto del Tronto è stato poi aggregato alla società di San Vincenzo De Paoli con sede a Parigi.
Cosa si chiede a chi fa parte di questa realtà?
Ai membri, essenzialmente laici, si chiede, oggi come all’inizio: l’osservanza alle leggi della Chiesa, una sana reputazione, umiltà, amore per i poveri, rispetto e collaborazione con il parroco e il vescovo.
Chi sono stati i primi responsabili del gruppo?
Tra i primi responsabili del gruppo mi fa piacere ricordare Pacifico Polidori, Antonio Sabatini, Vincenzo Sfraffini. Nel tempo lo spirito del servizio vincenziano si è diffuso in molte realtà parrocchiali della nostra città grazie all’ingegno delle tante “dame” affiancate dalle suore Figlie della Carità dell’Asilo Merlini. Per molti anni, infatti, c’è stato tra noi una fraterna collaborazione per cui è bene ricordare, tra le tante “dame” le signore Carolina Tomassini e Silvia Ruffini. In seguito venendo a mancare il ricambio generazionale, le diverse realtà si sono annullate lasciando il servizio alla Caritas diocesana.
Come si sviluppa l’attività nelle parrocchie che fanno parte della nostra diocesi?
Nelle altre parrocchie la Conferenza non esiste più. A San Filippo Neri c’è il volontariato vincenziano. Nella nostra parrocchia c’erano circa 20, 25 volontari, attualmente siamo rimasti in quattro, ma continuiamo nel nostro servizio di vicinanza alle famiglie in difficoltà con aiuti alimentari ed economici confidando sempre nella provvidenza. Il nostro obiettivo è di continuare tenendo sempre in mente, nonostante le molte difficoltà, lo spirito del Santo Fondatore: preghiera, servizio, ascolto e moltissima discrezione. Il parroco è il nostro riferimento principale, c’è collaborazione nell’aiutare chi è in difficoltà. Non si fanno distinzioni di credo o nazionalità, siamo tutti fratelli in Cristo.
Qual è il vostro progetto?
Il nostro progetto è quello di conoscere e raggiungere altre persone che sentono nel cuore il desiderio di aiutare e camminare al fianco di chi non riesce ad andare avanti, soprattutto in questo periodo così incerto. Non siamo un gruppo staccato dalla Caritas diocesana: collaboriamo e conosciamo le realtà delle altre parrocchie con le quali ci confrontiamo.