X

La Compagnia delle Virtù di nuovo insieme a Grottammare

GROTTAMMARE – La Compagnia delle Virtù è un’aggregazione spontanea di amici che si ritrova due volte l’anno per trascorrere insieme una serata di amicizia in un clima sereno e allo stesso tempo goliardico. Le due occasioni sono generate dal desiderio di mangiare insieme dei cibi particolari. In paricolare, in prossimità della festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio) si consuma una cena a base di maiale, mentre ai primi di maggio ci si incontra di nuovo per gustare le virtù, tipico piatto della cucina teramana che secondo la tradizione prende il nome dall’ingegno delle donne abruzzesi, che in questo periodo dell’anno ripuliscono la dispensa e preparano un minestrone (anche se il termine è riduttivo!) con tutto quello che trovano: verdure, legumi, pasta, carne. Il piatto è così ricco che ogni cucchiaio ha di fatto un sapore diverso.

Per due anni gli abituali incontri sono stati sospesi a causa del covid, ma finalmente venerdì 6 maggio l’allegra brigata si è ritrovata nei locali della Cantina di Sant’Agustino e l’iniziativa – coordinata da Massimo Capriotti – ancora una volta ha riscosso gran successo, contanto la presenza di una sessantina di persone. Ha aperto l’incontro don Giorgio Carini, che ha presieduto nella chiesa di Sant’Agostino la celebrazione eucaristica, al termine della quale è stata consumata la cena. Particolarmente ricco e assortito il menu: gnocco fritto, fave, salumi e pecorino, carciofi alla romana, frittata con gli asparagi, allesso di gallina all’insalata, pallotte di ricotta, virtù, gelato

La serata, animata dal Presidente Max Di Paolo, è stata arricchita da alcuni interventi che hanno avuto come tema la conversione. Nello specifico Maurice Bignami, ex terrorista ai vertici dell’organizzazione Prima Linea a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, ha raccontato la storia della sua conversione, avvenuta in carcere grazie all’incontro con un sacerdote che, iniziando un dialogo con lui, gli fece dono de I Promessi Sposi. Il Prof. Nicola Rosetti, giornalista della nostra testata, ha parlato agli astanti della Conversione di San Paolo, opera di Caravaggio, conservata nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. Rosetti ha osservato come il dipinto sia un’ottima sintesi della vita cristiana che consiste nell’unico “sforzo” di aprire le braccia per accogliere la grazia di Dio. Immancabile la performance di Peppe Fidelibus, docente di Filosofia presso l’Università di Chieti, ma soprattutto anima artistica della Compagnia delle Virtù. Particolarmente apprezzata è stata l’esecuzione del brano Una miniera dei New Trolls, legato a un ricordo personale del Professore che ha raccontato di aver cantato la stessa canzone durante una festa in piazza a Manoppello, suscitando, senza saperlo, la commozione di tutta la folla che era sentimentalmente legata a quel testo.

Redazione: