Di Gianni Borsa
Il conflitto scatenato dalla Russia contro l’Ucraina fa paura alla Moldova, Paese poverissimo che sta dando accoglienza ai profughi della nazione vicina in fuga dalle bombe. Per questa ragione il percorso verso la futura adesione all’Unione europea suscita forti speranze a Chisinau e un solido aggancio alla pace e alla democrazia, rappresentate proprio dall’Ue. È quanto espresso da Maia Sandu, Presidente della Repubblica Moldova, nel discorso tenuto mercoledì 18 maggio nell’emiciclo del Parlamento europeo a Bruxelles in apertura di sessione plenaria
Tragedia inimmaginabile. “Qui mi sento tra veri amici della Moldova. E consentitemi, anzitutto, di ringraziarvi a nome di tutti i moldavi per il vostro sostegno costante e incrollabile alla Moldova e al suo futuro europeo. Il vostro sostegno è stato fondamentale per mantenere” la nazione dell’est “nel suo percorso democratico e favorire le aspirazioni del nostro popolo a vivere in pace e prosperità”. Economista, già premier del piccolo Paese dell’est europeo, Sandu ha rivolto parole di stima alla democrazia Ue, per poi dire: “la guerra della Russia contro l’Ucraina cerca di porre fine alle nostre speranze” di pace e di sviluppo “e ci riporta tutti indietro di un secolo. Questa guerra è stata causata da progetti geopolitici per rimodellare la regione, dividerla in sfere di influenza, impadronirsi del territorio” di altre nazioni. “La Russia ha attaccato uno Stato vicino, proprio come hanno fatto in passato grandi potenze, e ha scatenato una tragedia inimmaginabile sul popolo ucraino e sull’intero continente europeo”.
“Crimea e Donbas sono Ucraina”. Sandu ha aggiunto: “la guerra della Russia contro l’Ucraina è stata progettata per trasformare l’Ucraina in qualcosa che nessuno vorrebbe essere: un annesso geopolitico di un vicino più potente. Gli stati baltici, i bulgari, gli ungheresi, i polacchi, i rumeni, i cechi, gli slovacchi e i tedeschi, Stati liberi oggi, ricordano vividamente e fin troppo bene cosa significa. Avevamo sperato che quei tempi non sarebbero mai tornati.Eppure tutti vediamo con i nostri occhi le tragedie di donne, uomini, bambini e anziani che hanno perso la casa e i loro cari. Tutti abbiamo assistito a crimini contro gli ucraini, che non hanno fatto del male a nessuno.La Moldova sente profondamente il dolore e la tragedia che sta attraversando l’Ucraina”. “Sosteniamo la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. La Crimea è Ucraina. Il Donbas è Ucraina. Kiev è l’Ucraina. E lo saranno sempre”.
“Metà dei profughi ucraini sono bambini”. Nel suo discorso al Parlamento europeo, la Presidente è stata più volte interrotta da lunghi applausi, con una standing ovation finale. Ha raccontato dell’accoglienza dei profughi in fuga dall’Ucraina: “nel giro di poche ore, le nostre autorità hanno iniziato ad accogliere decine di migliaia di profughi in fuga dalla brutalità della guerra. In poche settimane la nostra popolazione di 2,6 milioni di persone è aumentata del 4%. Quasi mezzo milione di ucraini ha attraversato il nostro confine e circa 90mila sono ancora con noi, ospitati dai miei concittadini dal cuore grande. La metà dei rifugiati oggi sono bambini. Siamo sopraffatti, ma determinati a fare del nostro meglio per aiutare chi è nel bisogno”.
Riformare il Paese. “Negli ultimi tre decenni, la Moldova ha ottenuto molti risultati di cui possiamo essere orgogliosi – ha poi proseguito Sandu –. Nel corso della nostra storia indipendente, la Moldova è stata e rimane un Paese democratico, con elezioni libere e competitive. La libertà e la dignità del nostro popolo ci rendono un Paese con una forte identità europea. Stiamo lavorando per consolidare i processi democratici. Stiamo lavorando per contrastare la disinformazione e costruire una società civile e mass media forti e resilienti”.
Il popolo moldavo “ci ha dato un forte mandato per riformare il Paese e avvicinarlo all’Unione europea”.
“La storia e la nostra esperienza di transizione ci hanno insegnato che la sostenibilità delle nostre conquiste democratiche è strettamente legata allo sviluppo economico. Una sfida importante per noi – ha affermato l’oratrice – è creare opportunità economiche per tutti, per convincere i giovani che vale la pena provare a costruire un futuro in Moldova”. Sottolineatura legata alla forte emigrazione dei moldavi – quasi un terzo della popolazione totale – verso i Paesi Ue.
“I valori dell’Ue sono i nostri valori”. Maia Sandu ha rimarcato le riforme avviate, con fatica, nel suo Paese, in ambito economico, per creare occupazione e far emergere il lavoro nero, per migliorare i servizi socio-sanitari ed educativi, per difendere le frontiere, per ottenere autonomia energetica. “Tuttavia, nonostante i nostri risultati, siamo stati duramente colpiti da una serie di crisi culminate con la guerra contro l’Ucraina. Le risorse del Paese sono allo stremo. La situazione socio-economica è difficile. Il drammatico aumento dei prezzi dell’energia è la ragione principale di un’impennata storica dell’inflazione: 27%. Gli investimenti si sono praticamente fermati a causa della guerra ai nostri confini. Le catene di approvvigionamento sono state interrotte”. A tutto ciò si aggiunge il conflitto in Transnistria, altra sfida che il Paese deve affrontare. Del quale spiega: “rimaniamo impegnati per una risoluzione pacifica e politica del conflitto transnistriano, preservando pienamente la sovranità e l’integrità territoriale della Moldova entro i nostri confini internazionalmente riconosciuti”.Sandu ha quindi escluso, al momento, che la Moldova, Paese neutrale, possa essere trascinato in un conflitto.Per poi sottolineare nuovamente le aspirazioni europee del Paese: “Facciamo parte dell’Europa. I valori dell’Ue sono i nostri valori. Vi chiedo di aumentare il sostegno dell’Ue alla Moldova – per il bene dei moldavi che vogliono preservare la loro democrazia e libertà, ma anche per il bene dell’Europa –, per avere un partner stabile e affidabile e un contributore alla pace” nella parte orientale del continente. Infine la Presidente ha affermato solennemente: “per noi lo status di adesione all’Ue è la luce alla fine del tunnel in questi tempi molto difficili e incerti”. L’Ue ha infatti creato “il periodo di pace più lungo nella storia dell’Europa e può farlo di nuovo”.
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