X

FOTO Grande festa per i diaconi Antonio Barra, Walter Gandolfi e Giovanni Vai per i loro 25 anni di ordinazione diaconale

MONTEPRANDONE – In occasione del XXV anniversario di ordinazione diaconale dei diaconi Antonio Barra, Walter Gandolfi e Giovanni Vai, si è svolta mercoledì 18 maggio, alle ore 18:30, presso la Chiesa Sacro Cuore in Centobuchi di Monteprandone, una celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Carlo Bresciani e concelebrata dal vescovo emerito Gervasio Gestori, da don Elvezio Di Matteo, responsabile diocesano della comunità diaconale, da don Silvano Nicoli sss, padre spirituale dei diaconi, e dai due parroci dell’Unità Pastorale Sacro Cuore e Regina Pacis di Centobuchi, don Armando Moriconi e don Matteo Calvaresi. Presenti alla cerimonia tutti i diaconi della Diocesi che hanno così omaggiato i tre festeggiati.
Queste le parole del vescovo Bresciani durante l’omelia: “Il Vangelo di oggi ci consente di riflettere su due temi. Prima di tutto ci spiega da dove viene la vitalità della Chiesa, la fecondità della vita cristiana per qualsiasi Ministero della Chiesa: dal rimanere attaccati alla vite. Il nostro cammino, infatti, va sempre rivolto verso l’interiorità, dove si cura meglio e con maggiore profondità il rapporto con Dio. Se vengono meno questo legame e questa interiorità, resta solo un agire che è troppo pesante, un vivere che non si comprende. Quando ero piccolo, mio padre mi portava nei campi e mi faceva tagliare i tralci più vecchi e più belli. Io una volta gli chiesi per quale motivo volesse tagliare proprio quelli ed egli mi rispose che i tralci più belli tolgono linfa, ma non producono frutti. Ecco cos’è l’esteriorità. Se dunque vogliamo una fede forte che ci conduca alla felicità, dobbiamo restare legati all’interiorità. ll secondo pensiero che ci viene oggi dalla Parola di Dio riguarda l’organizzazione all’interno della Chiesa. Spesso ci sono dei dibattiti, ma non solo al mondo d’oggi, anche al tempo di Gesù. All’epoca i Giudei convertiti erano legati alla tradizione e volevano proseguire sulla via della circoncisione. Al contrario, Paolo e Barnaba credono che la strada indicata dal Signore sia un’altra. Per questo motivo Paolo, pur sapendo di essere anch’egli un apostolo, va a chiedere al collegio apostolico di Gerusalemme. Qui il dibattito è vivo e non trova soluzione, allora Pietro prende una decisione e Paolo l’accetta. Come dice il testo biblico, Paolo va a Gerusalemme ‘per non correre inverso’. Paolo, colui che è mosso solo dall’amore di Cristo, dimostra che è attaccato alla vite. Da questa lettura noi comprendiamo la fecondità dei frutti di Paolo che ha saputo essere legato al Signore tanto quanto alla Chiesa. Pertanto ricordiamoci sempre di essere perseveranti nella preghiera e miti nel servizio, rimanendo sempre legati alla vite, per il bene nostro, della Chiesa e di tutti.”
Prima della benedizione finale il vescovo emerito Gervasio Gestori ha ricordato il momento dell’ordinazione diaconale dei tre festeggiati: “Ricordo che all’epoca, quando giunsi in questa Diocesi, c’era un unico diacono che viveva a Comunanza; mi fu detto, però, che c’erano alcuni probabilmente pronti a diventare diaconi. Io ci pensai bene e poi li ammisi all’ordinazione diaconale. Non fu una decisione presa a cuor leggero o priva di dubbi e timori, ma devo dire che, dopo 25 anni, non mi sono mai pentito di averli ordinati!”

Al termine della Messa don Elvezio Di Matteo, a nome di tutta la comunità diaconale di cui è responsabile, ha consegnato ai tre festeggiati un piccolo dono. Lo stesso ha fatto don Armando Moriconi a nome della comunità cristiana di Centobuchi. Walter Gandolfi, a nome anche di Antonio Barra e Giovanni Vai, ha dichiarato: “Siamo grati al Signore per averci concesso la grazia di servirlo in questo modo e ringraziamo tutti voi per averci fatto vivere questo momento di gioia e condivisione. Preghiamo il Signore, affinché continui a sostenerci e soprattutto affinché ci renda Suoi testimoni credibili.” Tutti i fedeli hanno rivolto un lungo applauso ai tre diaconi in segno di gratitudine a Dio per averli donati alla Diocesi e a loro per le opere fatte in questi anni.
I diaconi Barra, Gandolfi e Vai, che sono stati ordinati il 18 maggio 1997 dal vescovo Gestori presso la Cattedrale Santa Maria della Marina, in questi anni hanno esercitato il loro servizio in molteplici modi, ricoprendo incarichi diocesani e nazionali di rilievo. Antonio Barra è responsabile diocesano del GRIS dal 1997 e consigliere nazionale GRIS dal 1999; Walter Gandolfi, che presta servizio nella parrocchia di San Giuseppe, è stato insegnante di religione dal 2010, cerimoniere per le celebrazioni del vescovo dal 2011, membro dell’Ufficio Liturgico Diocesano e membro dell’Equipe di Pastorale Familiare; Giovanni Vai, che presta servizio nella parrocchia del Sacro Cuore in Centobuchi, è vicepresidente del Biancazzurro dal 2010.

Queste le parole con cui il diacono Antonio Barra ha ricordato ai nostri microfoni il suo diaconato in questi lunghi 25 anni: “Il mio servizio ha radici lontane che partono da Mons. Giuseppe Chiaretti che portò nella nostra diocesi le novità del Concilio Vaticano II. Rimasi accanto a lui per tutta la durata del suo ministero episcopale nella nostra Diocesi come segretario del Consiglio Diocesano e presidente del G.R.I.S. Fu Mons. Chiaretti che mi chiese di iscrivermi all’ISSR di Fermo per iniziare gli studi in prospettiva del diaconato. Significative per il mio futuro ministero diaconale sono state le Missioni al Popolo fatte con il gruppo “Missionario” della Congregazione del Santissimo Sacramento e svolte nel territorio italiano.
Con l’arrivo del nuovo vescovo Mons. Gervasio Gestori, sono stato ordinato e subito nominato corresponsabile con mia moglie dell’Ufficio di Pastorale Familiare fino all’anno 2006, anno in cui ho dato le mie dimissioni, anche se il Vescovo Gestori pregò me e mia moglie di continuare a gestire il gruppo “Kairos” cioè della Pastorale dei Matrimoni Irregolari. A proposito di questa specifica pastorale, mi fa piacere ricordare che l’Ufficio di Pastorale della Famiglia della diocesi di San Benedetto del Tronto è stato il primo in Italia ad iniziare questo cammino. Mia moglie ed io lo iniziammo nel 1997. Ricordo, inoltre, che proprio a Centobuchi abbiamo impiantato il progetto “Famiglie Solidali”, un progetto in cui siamo stati coinvolti dall’allora Direttore dell’Ufficio di Pastorale Familiare Nazionale Mons. Renzo Bonetti in collaborazione con La Caritas Nazionale il cui obiettivo era quello di coinvolgere e formare le coppie a divenire antenne per i bisogni del proprio quartiere. Mons. Gervasio Gestori mi ha anche confermato Presidente del G.R.I.S. Diocesano (Gruppo Ricerca Informazione Socio-religiosa), un gruppo riconosciuto dalla C.E.I. a livello nazionale del quale sono uno dei soci fondatori. Nello stesso tempo arrivarono altre due nomine: quella di vice-direttore della Caritas Diocesana e collaboratore di don Piergiorgio Vitali, Parroco della Madonna del Suffragio, dove sono rimasto per nove anni e dove ha svolto attività pastorale anche mia moglie Giancarla. Nel frattempo ho svolto anche il mio servizio liturgico presso la parrocchia di Sant’Agostino a Grottammare e alla parrocchia S. Giovanni di Colonnella in sostituzione di don Giovanni Candelori. Un’altra esperienza che ricordo con molta gioia è stata quella trascorsa nel santuario “Santa Maria delle Grazie” a Monteprandone dove riposa il corpo del grande Santo San Giacomo della Marca. Il Padre Guardiano Marco Buccolini mi coinvolgeva nella pastorale delle famiglie. Ora con l’attuale vescovo Mons. Carlo Bresciani il mio servizio, dato la mia età, lo svolgo nel G.R.I.S. che si occupa della delicata e particolare Pastorale dei Nuovi Movimenti Religiosi Alternativi.”
Il diacono Walter Gandolfi ha ricordato il suo diaconato con sentimenti di gratitudine e gioia: “Sono stati 25 anni impegnativi perché il diaconato è una vocazione che si affianca alla vocazione al matrimonio. L’ho vissuta sempre cercando di conciliare le due vocazioni, quella matrimoniale appunto e quella diaconale, non sempre priva di difficoltà. Il mio servizio si è svolto prevalentemente alla persona dei due vescovi diocesani, prima con il vescovo Gervasio e poi, tuttora, con il vescovo Carlo, esercitando il ministero del diacono, e come accompagnatore e autista per le varie parrocchie della Diocesi, specialmente per l’amministrazione del sacramento della Cresima. Un altro compito che mi è stato chiesto in questi anni, è di essere cerimoniere in Cattedrale nelle solenni celebrazioni diocesane. Ho cercato di collaborare anche nella mia parrocchia di appartenenza, San Giuseppe, dove, oltre alla collaborazione con il servizio in alcune celebrazioni liturgiche, ho potuto condividere con mia moglie la preparazione delle coppie di giovani al sacramento del Matrimonio.”
Queste, infine, le parole del diacono Giovanni Vai che ci ha tenuto a ricordare tutte le parrocchie in cui ha svolto il suo servizio: “Sono tanti i ricordi che oggi riaffiorano nella mia mente. All’inizio ho svolto il mio servizio nella parrocchia in cui sono nato, quella di Sant’Antonio da Padova in San Benedetto del Tronto, ma solo per un paio di mesi. Subito dopo come incarico pastorale ho operato per due anni nelle parrocchie di Civitella del Tronto, poi per altri due anni nella parrocchia San Giovanni Evangelista di Colonnella e per lungo tempo, fino al 2014, nella parrocchia Sacra Famiglia di Ragnola. Otto anni fa, infine, fui mandato a Centobuchi, quando l’Unità Pastorale Sacro Cuore e Regina Pacis ancora non c’era. E sono tuttora ancora qui. In questi lunghi anni, accanto al servizio pastorale, ho vissuto con grande gioia anche l’impegno al Biancazzuro, una bella scommessa che sto portando avanti ancora oggi dopo 25 anni con il supporto del gruppo Unitalsi. Ringrazio davvero il Signore per avermi donato questa grazia, perché il diaconato – così come è stata una scoperta per il popolo di Dio – lo è stata anche per noi diaconi. Speriamo di poter proseguire così ancora per molti anni.”

 

 

Carletta Di Blasio: