DIOCESI Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza di San Benedetto del Tronto.
“È ripetuto più volte, nella Parola di questa domenica, l’appello di Gesù ai discepoli: restate in città, non allontanatevi da Gerusalemme… «finché non siate rivestiti di potenza dall’alto», per «attendere l’adempimento della promessa del Padre, quella che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece tra non molti giorni sarete battezzati in Spirito Santo».
Ma perché i discepoli devono restare a Gerusalemme? Non potrebbe lo Spirito Santo scendere su di loro in altri luoghi?
Gesù sta salendo al cielo, torna al Padre: forse si preoccupa dell’incolumità fisica dei suoi, li invita a rimanere nascosti, a non dare troppo nell’occhio per paura dei Giudei?
No, nessuna paura…
Non allontanatevi da Gerusalemme, chiede Gesù, non allontanatevi, cioè, da quello che è il fondamento della vostra vita, della vostra fede, da quell’esperienza del Cristo morto e risorto senza la quale vano sarebbe il vostro credere!
«Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Senza questo rimanere legati all’esperienza viva del Cristo morto e risorto, non potremmo essere annunciatori di nessuno, perché dare testimonianza, per noi cristiani, non è dimostrare qualcosa, ma mostrare Qualcuno e questo Qualcuno lo possiamo mostrare solo se ne abbiamo fatto e ne facciamo continuamente esperienza/conoscenza!
È solo avendo ben impressa nel cuore, nella mente, nell’anima l’esperienza di Gerusalemme che la vita degli apostoli e la nostra può essere segno visibile della loro e nostra fede.
E in questo non siamo soli! L’Ascensione del Signore, che oggi festeggiamo, non è la celebrazione del Gesù che se ne va, ma la scelta di Gesù stesso di tornare al Padre proprio per restare in mezzo a noi! Proprio perché morto, risorto e asceso al Padre, il Signore, attraverso la promessa dello Spirito Santo, si fa vicino, prossimo, compagno di viaggio dell’uomo e della donna di ogni spazio e ogni tempo.
Come hanno fatto i «due uomini in bianche vesti» nei confronti dei discepoli, così siamo chiamati a dire a tutti: «…perché state a guardare il cielo? Questo Gesù che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
Gesù stesso ce lo ricorda: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Facciamo nostro, allora, l’invito contenuto nella lettera agli Ebrei: «Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza perché è degno di fede colui che ha promesso» … cioè, non allontaniamoci da Gerusalemme, perché è solo in Cristo la “Buona Notizia” del nostro vivere!”
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