Una rete di tutte le istituzioni per combattere la piaga dei femminicidi. La chiede la Conferenza episcopale boliviana (Ceb), in un messaggio diffuso venerdì scorso, in occasione della Festa della madre, che nel Paese andino si festeggia il 27 maggio, presentato da padre Diego Plá, vicesegretario generale della Conferenza episcopale boliviana, a nome di tutti i vescovi.
“Vogliamo esservi vicini, consapevoli delle vostre sofferenze, vicini a tutte le vostre angosce, alle tante grida e alle tante lacrime che soffrite e vivete ogni giorno. E vogliamo ricordare in modo speciale tutta la situazione dei femminicidi, di tante madri che hanno perso la vita e di conseguenza di tanti bambini rimasti orfani, vite che sono segnate e ferite per sempre”, si legge nel messaggio dei vescovi, che prosegue: “Chiediamo di essere veramente una società che costruisce a partire dalla pace, dal rispetto, dalla fraternità e dal dialogo. Rispettiamo le donne, rispettiamo le nostre madri e, soprattutto, chiediamo una rete di tutte le Istituzioni per porre fine a questo flagello”.
L’appello dei vescovi arriva proprio nei giorni in cui la Forza speciale per la lotta contro la violenza (Felcv) ha reso noti i dati dei femminicidi nei primi mesi dell’anno. A partire dal 1° gennaio sono 35 i femminicidi commessi nel Paese, mentre in tutto il 2021 erano stati 88. I casi di femminicidio sono la punta d’iceberg di una diffusa cultura di violenza contro la donna. Per esempio, in questi 5 mesi nella sola Santa Cruz de la Sierra sono stati registrati 6mila casi di violenza all’interno delle famiglie.
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