Di Don Gian Luca Rosati, tratto dal Blog Gioia e Pace

DIOCESISinodalità è coraggio di non presentarsi con gli schemi già pronti, con le soluzioni già pensate e già scritte, perché già definite.
Sinodalità è docilità e disponibilità a mettere in discussione la propria visione sulla base di quello che si ascolta dall’altro.
Sinodalità è chiedere allo Spirito Santo di ispirare le parole e le opere, senza mai utilizzare le parole “Spirito” e “Santo” per confermare decisioni che sono solo nostre.
Sinodalità è fare programmi semplici e curarsi che tutti abbiano le scarpe giuste per camminare, piuttosto che selezionare quelli che ci daranno maggiori garanzie di raggiungere l’obiettivo. Sinodalità è saper mettere da parte le proprie convinzioni, se l’attualità le contraddice.
Sinodalità è adattare il proprio passo al passo del più lento, del più affaticato e non lasciarsi dietro una folla incapace di tenere il passo di chi è più veloce, o di chi si sente più sicuro.
Sinodalità è dedicare tempo all’ascolto, e non fare in modo che l’altro ci dica proprio quello che avevamo deciso che ci dovesse dire.
Sinodalità è lavorare perché tutti si sentano partecipi di un cammino, e perché tutti possano dare il proprio contributo durante il cammino.
Sinodalità è avere fiducia nell’altro.
Sinodalità è avere stima dei doni di cui l’altro è portatore.
Sinodalità è fare in modo che anche il più piccolo sappia che il suo contributo è essenziale.
Sinodalità è mitezza e umiltà!

Per questo,
dove ti vedo, gioisco,
Sinodalità!

Per questo,
dove non ti vedo,
ti sogno e ti costruisco,
Sinodalità!

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