Per la prima volta nella storia, il numero di sfollati in tutto il mondo ha superato i 100 milioni, secondo le stime dell’Unhcr.
Il 15 giugno, Porte Aperte/Open Doors lancerà un report dedicato al fenomeno della Chiesa profuga (titolo in inglese “The Church on the Run: 2022 Idp & Refugee Report”), che analizzerà le ragioni per cui i cristiani fuggono dai propri Paesi di origine, considerando il modo in cui la fede interagisce con le cause degli esodi e le sfide che i cristiani devono affrontare una volta diventati rifugiati o sfollati interni.
Lo scoppio di nuovi conflitti e l’aumento della violenza globale hanno alimentato l’esodo di persone dalle loro case in Paesi come Etiopia, Burkina Faso, Myanmar, Nigeria, Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo e Ucraina. E tra queste c’è un numero significativo di cristiani. Tutti i Paesi citati, tranne l’Ucraina, figurano infatti nella World Watch List di Porte Aperte, il report annuale sui 50 Paesi nel mondo in cui è più difficile vivere come “seguaci della croce”.
“L’escalation dei conflitti e delle violenze mette un’ulteriore pressione sui cristiani e sulle altre minoranze religiose, già costrette ad affrontare un’ampia gamma di sfide a causa della loro identità o delle attività religiose che portano avanti – ha dichiarato Eva Brown, analista di Porte Aperte -. La persecuzione religiosa di per sé, o la combinazione di diversi livelli di pressione, può spingere una persona ad arrivare a non trovare altra scelta se non fuggire dalla propria casa. La pressione dovuta alla propria identità religiosa può essere aggravata da vulnerabilità etniche e di genere, nonché da pressioni economiche e da conflitti armati”.
L’Afghanistan, un Paese che quest’anno è salito per la prima volta in cima alla World Watch List, ha contribuito alla creazione di una delle più grandi popolazioni di rifugiati al mondo. Decenni di conflitti, instabilità politica, sfide economiche e la presa del controllo del Paese da parte dei Talebani, lo scorso anno, hanno costretto almeno 2,6 milioni di afghani a fuggire. Secondo l’Unhcr, circa 2,2 milioni di questi sono registrati solo in Iran e Pakistan.
Ma anche i campi profughi non sono luoghi sicuri. Un cristiano ex-musulmano afghano, che desidera rimanere anonimo per motivi di sicurezza, è fuggito dal suo Paese molti anni fa ed è diventato cristiano mentre viveva in uno di questi campi. Ha raccontato a un partner di Porte Aperte che, quando la comunità musulmana del campo ha scoperto che era diventato cristiano, è stato minacciato e violentemente attaccato. Nonostante questo, continua a condividere la sua fede con coloro che lo circondano e cerca di sostenere i cristiani che vivono sotto estrema pressione nel suo Paese d’origine.
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