“Educare alla crisi: questo è molto importante”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza, prima dell’udienza generale in piazza San Pietro, i partecipanti al Convegno internazionale “Linee di sviluppo del Patto Educativo Globale”, promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica (degli Istituti di Studi).
“Le crisi vanno gestite e dobbiamo evitare che le crisi si trasformino in conflitto”, ha spiegato Francesco: “Le crisi ti spingono in su, ti fanno crescere; il conflitto ti chiude, è un’alternativa, un’alternativa senza soluzione”. La crisi, in altre parole, “può diventare un kairòs, un momento opportuno che provoca a intraprendere nuove strade”. “Un modello emblematico di come affrontare la crisi”, per il Papa, ci è offerto dalla figura mitologica di Enea, il quale, in mezzo alle fiamme della città incendiata, carica sulle spalle il vecchio padre Anchise e prende per mano il giovane figlio Ascanio portandoli entrambi in salvo. “Questa figura può essere significativa per la missione degli educatori, che sono chiamati a custodire il passato – il padre sulle spalle – e ad accompagnare i giovani passi del futuro”, ha osservato Francesco, secondo il quale “in questo nostro tempo, in cui il tecnicismo e il consumismo tendono a fare di noi dei fruitori e dei consumatori, la crisi può diventare momento propizio per evangelizzare nuovamente il senso dell’uomo, della vita, del mondo; per recuperare la centralità della persona come la creatura che in Cristo è immagine e somiglianza del Creatore”. “Questa è la verità grande di cui siamo portatori e che abbiamo il dovere di testimoniare e trasmettere anche nelle nostre istituzioni educative”, ha sottolineato il Papa: “Non possiamo tacere alle nuove generazioni le verità che danno senso alla vita. È parte della verità. Tacere le verità su Dio per rispetto di chi non crede, sarebbe, nel campo educativo, come bruciare i libri per rispetto di chi non pensa, cancellare le opere d’arte per rispetto di chi non vede, o la musica per rispetto di chi non sente. Grazie. Vi ringrazio per il vostro lavoro al servizio dell’educazione, che è anche il contributo specifico che offrite al processo sinodale della Chiesa”.