È questa la richiesta di Save the children a nome dei bambini yemeniti, a pochi giorni dalla conclusione della tregua nazionale di due mesi che termina il 2 giugno. Per molti bambini la tregua ha rappresentato la prima volta in cui si sono sentiti fiduciosi per il loro futuro. Quella dello Yemen rimane una delle più grandi crisi umanitarie al mondo e uno dei luoghi più pericolosi per essere bambini. Tuttavia, dall’inizio della tregua, il numero di vittime tra i bambini è diminuito significativamente secondo i dati del Civilian impact monitoring project. Tra febbraio e marzo, 50 bambini sono stati uccisi o feriti nella guerra in Yemen rispetto ai 18 durante la tregua, con una diminuzione di quasi il 65%. A gennaio, invece, che è stato il mese più letale in Yemen quest’anno, sono stati uccisi o feriti 136 bambini, più di sette volte il numero di vittime rispetto ai due mesi di tregua. Save the Children ha raccolto le richieste e le proposte di un gruppo di 20 bambini per far sentire la loro voce su come riportare la pace nello Yemen. Queste le cinque raccomandazioni che chiedono siano prese in considerazione dai decisori e dai negoziatori nell’ambito dei colloqui di pace attualmente in corso tra le parti in conflitto: “rinnovare l’attuale accordo di tregua per un periodo di tempo indefinito; considerare la tregua come il primo passo per porre fine alla guerra nello Yemen; eliminare i blocchi stradali e consentire la libera circolazione delle persone e dei beni commerciali all’interno e tra i governatorati; sostenere gli sforzi per identificare e rimuovere le mine e i residuati bellici inesplosi; includere i bambini in tutti i futuri colloqui di pace”. “Gli ultimi due mesi di pace hanno acceso una nuova speranza di porre fine alle indicibili sofferenze di milioni di bambini in Yemen. I bambini meritano di essere ascoltati e coinvolti nelle decisioni sul loro futuro e su quello del loro Paese”, ha dichiarato Rama Hansraj, direttore di Save the children per lo Yemen. Save the children chiede alle parti in conflitto di estendere la tregua per proteggere ulteriormente le vite dei bambini, lavorando al contempo per porre fine alla crisi umanitaria.