“L’ingiustizia strutturale che caratterizza le attuali relazioni sociopolitiche è una pesante eredità che l’epoca storica appena conclusa sta lasciando alla nuova che inizia.
In questo cambio di epoca assistiamo infatti a situazioni, come la pandemia di Covid-19, che nel colpire l’intera umanità rivelano tuttavia chiaramente la portata e la profondità di questa ingiustizia strutturale”. Lo scrive p. Arturo Sosa, preposito generale della Compagnia di Gesù, nel quaderno 4.128 de La Civiltà Cattolica, in uscita sabato e come di consueto anticipato al Sir.
“I divari sociali, la povertà, la migrazione forzata e altre calamità continuano a crescere. Pare impossibile fermare il degrado ambientale causato dai modelli di produzione e dagli stili di vita lussuosi che sono stati generati dal capitalismo consumista globalizzato – l’analisi del gesuita -. I conflitti armati continuano e aumentano, anche in luoghi in cui sembrava che fossero state trovate alternative per risolvere i contrasti. La politica globale si è dimostrata immatura, incapace di governare il mondo nell’interesse comune dell’umanità”.
Di qui l’importanza dell’ “incontro” come “dimensione essenziale e permanente delle culture”. Se l’ingiustizia strutturale genera “situazioni di discordia o di ‘dis-incontro’”, la sfida “della missione che abbiamo ricevuto – argomenta p. Sosa – è a compiere passi efficaci verso la fratellanza e la pace. Quella di sviluppare la dimensione dell’incontro all’interno delle culture che danno senso alla nostra vita diventa, quindi, un’esigenza indispensabile per il progresso. L’incontro è quella dimensione delle culture che fa da strumento per aiutare a superare l’ingiustizia, a trasformare la società e a raggiungere la riconciliazione con le persone, i popoli e l’ambiente naturale in cui si sviluppa l’esistenza”.
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