SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Domenica 19 giugno presso la parrocchia Madonna del Suffragio, alle ore 16:00, il vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto delle Marche, Sua Eccellenza Monsignor Carlo Bresciani, ha presieduto un’Eucarestia in memoria di tanti giovani e ha pregato insieme ai membri dell’Associazione “Figli in cielo – sostegno nel lutto”.
Nell’omelia il Vescovo ha detto: “Oggi è la solennità del Corpus Domini. Il senso della nostra Celebrazione Eucaristica: Gesù è vivo ed è presente ed è presente sacramentalmente. È presente sotto la specie del pane e del vino, perché Gesù stesso ha detto, come abbiamo sentito nel Vangelo di Luca: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. La solennità che celebriamo ci invita innanzitutto a riflettere su come Gesù è presente nella Chiesa. Certo tutti noi rispondiamo che è presente nel Sacramento eucaristico, è presente tutte le volte che noi celebriamo l’Eucaristia, la santa Messa, ma è presente anche nel suo corpo che è la Chiesa. Ed è presente perché? Perché abbiamo la vita, Gesù ci dice: “Io voglio che abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Ci nutre con la sua Parola e con il Sacramento, affinché noi abbiamo la vita. Infatti Lui stesso quando ha moltiplicato i pani e i pesci, ha detto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna e io lo resusciterò nell’ultimo giorno”. Quindi una vita che riguarda il tempo presente, quello che stiamo vivendo, ma anche una vita che ci apre alla vita futura, alla vita eterna che Gesù ha promesso, quella che Lui da risorto sta vivendo nel suo corpo risorto. Noi dicevamo poco fa che crediamo in Gesù risorto e infatti anche nella Sequenza che abbiamo letto torna a questo rimando: tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla Terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo, nella gioia dei tuoi santi. Questo ci richiama al fatto che noi siamo in cammino, su questa Terra noi siamo in cammino verso la Patria del cielo, è chiaro che qui l’espressione è usata per richiamare alla commensalità, alla familiarità, per dire l’essere insieme, un momento di gioia. Ci viene presentato questo pane e questo vino, questo corpo e questo sangue del Signore come cibo, si usava dire così, come cibo del viandante, di colui che è in cammino. Chi è in cammino ha bisogno di essere nutrito e noi sappiamo che senza nutrimento la nostra vita non può continuare, ma anche la nostra vita spirituale ha bisogno di nutrimento affinché possiamo continuare a camminare dietro il Signore Gesù. È importante ricordare questo, questa verità di fede, in questa occasione in cui stiamo celebrando la Messa facendo memoria dei figli in cielo, facendo memoria esattamente di qual è il destino di ognuno, nel cammino ci accompagna la Parola di Dio, ci accompagna il Sacramento. Facciamo memoria anche di una promessa, della promessa che nutre la nostra speranza noi non siamo come coloro che non hanno speranza, la nostra speranza si fonda in Gesù, si fonda sulla Parola di Gesù; sappiamo che la sua Parola è vera. Quando ci ritroviamo a pregare noi rinnoviamo questa speranza e la mettiamo nelle mani di Dio; sappiamo anche che su questa strada noi siamo un po’ come gli apostoli ai quali Gesù dice: “Date voi stessi da mangiare” e loro rispondono: “Noi abbiamo pochissimo, come facciamo?”. Ci rendiamo conto della nostra povertà di fronte al grande dono di Dio, se è vero che Gesù con cinque pani e due pesci sfama cinquemila uomini e avanzano dodici ceste, vuol dire che c’è stata una sovrabbondanza enorme, è la sovrabbondanza di Dio. È vero anche che Gesù ci ha detto: “Bene, avete soltanto cinque pani e due pesci, però mettetevi in gioco, date voi stessi da mangiare”. Sottolinea da una parte quella povertà che noi sentiamo sempre davanti al Signore: “ Che cosa ho io? Che cosa posso offrire io al Signore?” Ci ritroviamo sempre con le mani più o meno vuote.
Gesù ci fa capire che dalle nostre “briciole” sa tirare fuori cose grandi, dalle briciole della nostra fede, dalle briciole delle nostre opere di bene, quelle che ci capita di fare quotidianamente, Dio sa ricavare cose grandi. Dalla nostra povera vita umana sa tirare fuori la vita eterna. Ci dona l’Eucarestia e la sua Parola, con esse Lui ci nutre, con la Parola Egli ci indica il giusto cammino, la giusta direzione, la giusta strada. La nostra povera vita umana quando segue il cammino di Cristo diventa vita eterna, è questa la speranza che ci nutre. La speranza che è la stessa che tiriamo fuori dai momenti come questo, dalla Celebrazione nella quale stiamo pregando insieme, da situazioni come state facendo voi stasera nella quale ricordate i vostri cari, i vostri figli in cielo. La speranza con la quale ci nutriamo ci fa capire che il nostro cammino non è terminato…E non termina qui, ma prosegue nel cielo insieme al Signore, prosegue nella promessa che ci ha fatto Gesù, la promessa della vira eterna, della Resurrezione. Quando celebriamo la Messa, siamo pieni di speranza perché quando ci nutriamo del corpo di Cristo, ci nutriamo di speranza. La speranza non ha fondamento in noi, noi non possiamo giungere da soli alla vita eterna, ma ha fondamento nella Parola e nella potenza di Dio, quella potenza che ci è stata mostrata, ricordata nel brano del Vangelo, dove ci viene detto che il Signore Gesù ha dominio sulla realtà creata. Il Signore si preoccupa di nutrire la vita di coloro che si affidano a Lui. Gesù si preoccupa di nutrire la nostra vita e ci insegna la strada per seguirlo. San Paolo ci ricorda cosa ha detto Gesù nell’ultima cena: “Fate questo in memoria di me”, questo significa che durante la Messa facciamo quello che Lui ci ha insegnato, ma significa anche che dobbiamo fare quello che ha fatto Lui, ci dice di fare come Lui, di seguirlo e così diventeremo memoria viva di Lui. Ci ricorda di dare la nostra vita, di saziare gli altri come Lui stesso ha saziato gli altri, ha saziato noi. La nostra vita nutrita di quel corpo e di quel sangue diventa una vita che sa donare, una vita che ha ricevuto e sa donare. Gesù ci dice che c’è bisogno del cibo biologico, sicuramente, ma c’è bisogno anche di un cibo spirituale, il cibo spirituale è la nostra vita, la nostra speranza. Imploriamo la Misericordia del Signore affinché la promessa della vita eterna la dia anche ai nostri cari, a tutti coloro che raccomandiamo in questa santa Messa, affidiamo alla Misericordia di Dio e alla sua bontà i nostri cari affinché li accolga nella vita eterna che ha promesso a tutti noi”.
Giuseppe Savini ha letto la riflessione del mese di giugno, della fondatrice dell’Associazione Figli in cielo- sostegno del lutto, Andreana Bassanetti; ha poi ringraziato il vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Sua Eccellenza Monsignor Carlo Bresciani, il parroco della Madonna del Suffragio don Gianni Capriotti e il coro che ha accompagnato la Celebrazione.
È stato posto un grande cartellone con delle foto ai piedi dell’altare, ogni genitore dopo avere pronunciato il nome del proprio figlio, ha donato una rosa bianca.
L’Associazione “Figli in cielo – sostegno nel lutto” è un’associazione fondata da Andreana Bassanetti che dopo aver subito la perdita della figlia nel 1991 ha deciso che poteva aiutare altri genitori a trasformare la tragedia in speranza, il dolore e la tristezza in sostegno reciproco tramite preghiera e incontri di fede e condivisione. Andreana ha vissuto un periodo di tristezza e isolamento grande, dopo che sua figlia si è tolta la vita, ma qualcosa un giorno è cambiato e la direzione della sua vita ha seguito un altro percorso, un giorno Andreana ha letto fuori da una chiesa la scritta: “Venite con me, in disparte”, entrata in chiesa ha sentito l’abbraccio di Dio e da quell’istante ha deciso che poteva aiutare i genitori che avevano vissuto il suo stesso dolore a sentire lo stesso abbraccio di Dio che ha sentito lei, ad aiutarli come lei stessa è stata aiutata da Cristo, il suo impegno è quello di far riscoprire a chi si trova nel dolore per la perdita di un figlio o di una figlia, la speranza e l’amore di Dio. “Figli in cielo” è un’associazione presente in tutta Italia, in moltissime Diocesi tra le quali quella di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto delle Marche, la preghiera e la condivisione negli incontri, aiutano i membri, anche tramite il sostegno reciproco, a trovare la forza per vivere la quotidianità nella speranza che un giorno riusciranno a riabbracciare i propri figli che hanno raggiunto il Signore troppo presto e sono ora beati nella Patria celeste.