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Sri Lanka, appello del Papa a non ignorare il grido dei poveri

Antonella Palermo – Città del Vaticano, Vatican News

Al termine della preghiera dell’Angelus, il Papa si unisce al dolore del popolo dello Sri Lanka, “che continua a subire gli effetti dell’instabilità politica ed economica”.

L’appello a non ignorare il grido dei poveri

Insieme ai Vescovi del Paese, rinnovo il mio appello alla pace e imploro coloro che hanno autorità di non ignorare il grido dei poveri e le necessità della gente.

Sono le parole di Papa Francesco riferite a un’area geografica dove la crisi economica nel Paese sembra aver rovesciato il presidente Gotabaya Rajapaksa. Rajapaksa ha intenzione di dimettersi il 13 luglio, ha detto sabato lo speaker del parlamento del Paese, piegandosi alle forti pressioni dopo una violenta giornata di proteste in cui i manifestanti hanno preso d’assalto la residenza ufficiale del presidente e dato fuoco alla casa del primo ministro a Colombo. I manifestanti antigovernativi, in preda alla rabbia per i blackout elettrici, la carenza di beni di prima necessità e l’aumento dei prezzi, chiedono da tempo che Rajapaksa si dimetta, ma l’ufficiale militare in pensione ha resistito per mesi alle richieste, invocando i poteri di emergenza nel tentativo di mantenere il controllo.

Continuano le proteste dei manifestanti

Oggi migliaia di persone hanno continuato ad entrare nella residenza, eredità dall’era coloniale che ha simboleggiato l’autorità dello Stato per più di duecento anni. Da questa mattina molti manifestanti hanno fatto la fila per sedersi sulla sedia del Presidente al piano superiore, mentre al piano terra i bambini hanno giocato con il grande pianoforte a coda. “Quando i governanti vivono in un tale lusso, non hanno idea di come se la cavino i comuni cittadini”, ha dichiarato Sri Sumeda, un monaco che ha percorso 50 chilometri per la sua prima visita al palazzo. Ieri Rajapaksa, 73 anni, è fuggito attraverso un cancello sul retro del palazzo sotto la protezione dei militari. Pochi minuti dopo, una folla di manifestanti ha varcato i cancelli, sfidando la polizia armata di munizioni vere, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Il presidente si troverebbe adesso su una nave che ha raggiunto le acque meridionali dell’isola. Tuttavia, una dichiarazione diffusa oggi dall’ufficio del presidente, in cui si comunica che Rajapaksa ha ordinato di iniziare la distribuzione immediata di gas da cucina, suggerisce che il capo dello Stato sia ancora al lavoro.

Un Paese in preda alla violenza e al caos politico

La violenza e il caos politico che attanagliano la nazione insulare di 22 milioni di abitanti arrivano nel bel mezzo dei negoziati con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) su un piano di salvataggio e sulle proposte di ristrutturazione del debito sovrano, che potrebbero essere entrambi messi a repentaglio. La situazione è stata esacerbata dai profondi tagli alle tasse varati dal governo Rajapaksa subito dopo il suo insediamento nel 2019. Mesi dopo, la pandemia Covid-19 ha colpito. Questa ha spazzato via gran parte delle entrate dello Sri Lanka, in particolare quelle provenienti dalla lucrativa industria del turismo, mentre le rimesse dei cittadini che lavorano all’estero sono diminuite e sono state ulteriormente ridotte da un tasso di cambio inflessibile.

Un’economia in ginocchio

Le agenzie di rating, preoccupate per le finanze del governo e per la sua incapacità di rimborsare l’ingente debito estero, hanno abbassato il rating del credito dello Sri Lanka a partire dal 2020, finendo per escludere il Paese dai mercati finanziari internazionali. Per tenere a galla l’economia, il governo si è appoggiato pesantemente alle riserve valutarie, erodendole di oltre il 70% in due anni. La crisi ha paralizzato lo Sri Lanka, un tempo considerato un modello di economia in via di sviluppo. La carenza di carburante ha provocato lunghe code alle stazioni di rifornimento e frequenti blackout, mentre gli ospedali sono rimasti a corto di medicinali. L’inflazione ha raggiunto il 54,6% il mese scorso e potrebbe salire al 70%, come ha dichiarato la Banca centrale. L’India ha concesso prestiti per miliardi di dollari per contribuire al pagamento di forniture vitali. In totale, Nuova Delhi afferma di aver fornito aiuti per oltre 3,5 miliardi di dollari quest’anno.

Il cardinale Ranjith chiede aiuto sanitario per il Paese

Un forte appello alla comunità internazionale affinché aiuti con medicinali e attrezzature ospedaliere lo Sri Lanka, durante la crisi economica in corso nel Paese: lo ha diffuso il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, che nei giorni scorsi ha invocato nuovamente anche l’aiuto della Santa Sede. Secondo quanto riporta l’agenzia Fides, il porporato ha lanciato questa richiesta di aiuto: “Bisogna fornire sostegno all’ospedale pediatrico di Borella e all’ospedale oncologico di Maharagama, in particolare per i medicinali e le attrezzature sanitarie”. Ha inoltre toccato il tasto della corruzione: “Vi saranno in futuro indagini sulla scomparsa delle riserve auree nazionali: la gente deve sapere chi e come ha dilapidato la ricchezza del paese”.

Redazione: