SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La Caritas Diocesana ha divulgato ieri il “Rapporto Povertà e Risorse 2021“. Alla conferenza stampa, indetta presso la sede in via Madonna della Pietà, hanno partecipato il vescovo Carlo Bresciani, don Gianni Croci e Fernando Palestini. Presenti anche l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di San Benedetto del Tronto Andrea Sanguigni, il tesoriere della Caritas Nedo Tiburtini e il volontario Lorenzo Felici. Durante l’incontro, oltre all’esame dei dati economici e sociali relativi allo scorso anno di attività, la Caritas Diocesana ha voluto anche omaggiare con una piccola pianta chi, a vario titolo, ha prestato cura e si è reso subito disponibile di fronte all’emergenza ucraina che ha investito la diocesi durante la scorsa primavera.
Queste le parole del vescovo Bresciani: “Dietro ai numeri che oggi divulghiamo ci sono le persone. Desidero pertanto prima di tutto ringraziare i volontari della Caritas Diocesana e delle varie Caritas Parrocchiali che operano a servizio delle persone, di tutte le persone. La Caritas infatti non chiede il cartellino: noi aiutiamo tutti. A noi non interessa se chi bussa alla nostra porta sia cattolico, musulmano o ebreo; noi guardiamo il bisogno della persona ed agiamo di conseguenza. In secondo luogo sono qui anche per incoraggiare: non sempre è facile fare caritas, non solo per la mancanza di mezzi materiali, ma anche per l’esistenza di tanti bisogni di natura diversa legati a problemi sociali che spesso non dipendono da noi, ma sono della società. Poiché qui confluiscono ed influiscono alcuni e non secondari problemi della società, vogliamo rendere conto, attraverso dei dati, cosa sta avvenendo all’interno della società. Il nostro quindi è anche un osservatorio importante delle emergenze sociali in corso. Infine l’incontro di oggi è anche un’operazione di trasparenza: da anni sostengo la necessità di rendere pubblici i contributi ottenuti e le spese sostenute. Da poco è nata la fondazione Caritas San Benedetto del Tronto che si inserirà nel terzo settore per quanto concerne tutti quei servizi che non sono propriamente pastorali, come, ad esempio, il servizio di erogazione del vestiario o le visite nei vari ambulatori medici. Colgo pertanto l’occasione per ringraziare anche il presidente della nuova fondazione don Gianni Croci, in quanto direttore della Caritas Diocesana, il vicepresidente Giuseppe Paci, il vicedirettore della Caritas Diocesana Fernando Palestini, qui in qualità di segretario della fondazione e la dott.ssa Antonietta Brandimarte che presiede il Collegio dei Revisori dei Conti della fondazione. Da ultimo, ma non meno importante, ringrazio l’assessore Andrea Sanguigni che è qui con noi. La sua presenza è importante perché rappresenta il legame con le istituzioni: infatti, poiché stiamo parlando di problemi sociali, c’è bisogno che si lavori in rete per rispondere meglio alle necessità del territorio.”
Anche il segretario Fernando Palestini ha sottolineato l’importanza della presenza dell’assessore Sanguigni: “Oltre ad aiutare concretamente chi è nel bisogno, la Caritas ha il compito di informare e sensibilizzare le comunità, non solo quella cristiana, ma anche quella civile. In particolare, nei confronti delle istituzioni, il nostro ruolo è quello di stimolare, a volte anche in maniera critica, perché certe risposte devono arrivare dalle amministrazioni. Noi facciamo da pungolo. Come ricordato da papa Francesco, noi diamo uno stimolo alla comunità civile la quale, a sua volta, ci rimanda un ritorno: in questa proficua collaborazione noi crediamo fortemente. Venendo ai numeri, quest’anno abbiamo redatto un resoconto più corposo che abbiamo diviso in tre parti, ripercorrendo le tre vie sulle quali papa Francesco ci ha chiesto di camminare: quella degli ultimi, quella del Vangelo e quella della creatività.”
Ad illustrare gli interventi effettuati nell’anno 2021 è stato chiamato Lorenzo Felici il quale ha spiegato nel dettaglio il depliant illustrativo, snocciolando alcuni dati: “Nella sezione ‘Gli ultimi’ abbiamo cercato di tracciare il profilo delle persone che abbiamo incontrato in presenza. Questi i dati rilevati: 961 sono le persone con bisogni urgenti di tipo relazionale, economico, lavorativo ed abitativo, di cui 263 hanno figli minori a carico. Di questi il 24% è tra i 45 e i 54 anni, mentre il 21% appartiene alla fascia tra i 35 e i 44 anni, il 18% tra i 25 e i 34 anni. Il 38% delle persone aiutate è di nazionalità italiana, il 44% di nazionalità straniera, il restante 6% ha una doppia cittadinanza. Per quanto concerne la distribuzione sul territorio diocesano, il 35% degli interventi è avvenuto a San benedetto del Tronto e il 25% a Martinsicuro, ove la percentuale è in crescita, a seguire Grottammare e Monteprandone.
Nella sezione ‘Il Vangelo’ abbiamo riportato i dati relativi ai servizi erogati: 28.553 sono i pasti che la nostra mensa ha preparato restando aperta 365 giorni, quindi ininterrottamente tutto l’anno; 1391 sono i pacchi distribuiti per il sostegno alla spesa mensile di cui 63 con servizio a domicilio per persone anziane o non autosufficienti. Per quanto riguarda l’igiene personale, quest’anno il servizio docce ha erogato 1.098 docce, dando la possibilità di lavarsi a persone senza fissa dimora e offrendo anche un cambio di abbigliamento intimo, rasoi e schiuma da barba. Inoltre abbiamo effettuato 2.521 interventi del servizio vestiario, offrendo anche coperte, lenzuola e attrezzatura per la casa. Sono infine 2.500 le persone accolte nel nostro poliambulatorio che sono state visitate e hanno ricevuto farmaci; di questi 1.389 hanno ricevuto anche prestazioni mediche specifiche, per lo più riguardanti la cura e l’igiene dei denti o di tipo ginecologico. Per quanto riguarda l’emergenza abitativa, sono ben 49 le persone che abbiamo accolto nel 2021, distribuite nelle tre strutture che abbiamo per l’accoglienza a cui si è aggiunta la struttura di emergenza ‘La Casa di Lazzaro’ in cui ci sono a disposizione 12 posti letto. Infine un grande lavoro è stato fatto anche dallo sportello lavoro che ha attivato 34 tirocini e realizzato più di 187 colloqui per l’orientamento lavorativo. Erogati anche quasi 73.000 euro di contributi forniti alle famiglie in difficoltà per pagare canoni di locazione, utenze, spese mediche e di trasporto. Sono stati portati a termine il progetto 8X1000 ordinario ‘Un tetto per tutti’ e il progetto ‘Radici del futuro’ per gli interventi nel cratere sismico e il progetto ‘Ribes’ sulla povertà educativa. In tutto la Caritas ha erogato più di 35.000 servizi grazie a 15.000 ore donate dai volontari.
Nell’ultima sezione del depliant ‘La Creatività’ abbiamo inserito tutte le attività svolte per tirare fuori dai nostri ospiti i talenti che hanno. Le persone infatti, non hanno bisogno solo di aiuti alimentari o economici, bensì hanno bisogno di essere valorizzati. Tra le iniziative proposte voglio ricordare la veglia di preghiera organizzata per la Giornata Mondiale dei Poveri, il corso di pittura ‘Il tempo’ curato dal maestro Patrizio Moscardelli, l’orto sociale che vede coinvolti gli ospiti delle strutture di accoglienza e i senzatetto ed infine i laboratori artistici attivati nel periodo natalizio per preparare lanterne, ghirlande e centrotavola che sono stati poi distribuiti ai residenti del quartiere nel corso di una celebrazione eucaristica presso la Chiesa Madonna del Suffragio.”
È stata poi la volta dell’Assessore Sanguigni il quale ha portato i saluti di tutta l’amministrazione e ha ringraziato la Caritas per l’enorme lavoro che svolge: “In questi primi otto mesi di amministrazione, mi sono reso conto di molte cose di cui prima avevo solo sentito parlare. Poi, però, quando un evento viene vissuto, la prospettiva cambia. Voglio quindi parlarvi di tre problematiche di cui mi sono reso conto. Il primo limite che ho nell’agire è che il Comune può aiutare solo i residenti. Questo è un problema enorme, perché spesso l’ultimo non è solo un nostro residente, ma può essere anche quello che vive sotto al ponte, che magari non ha la residenza anagrafica a San Benedetto del Tronto, ma di fatto vive tra noi. Il secondo grande problema è legato all’emergenza abitativa. Oltre alla necessità di cibo che, grazie alla generosità di qualcuno, viene in qualche modo soddisfatta, molti purtroppo non hanno una casa, né la possibilità di pagare le bollette. Ma anche per questo problema, nella nostra società, una soluzione temporanea viene trovata. Il problema più grande, invece, che si viene a creare in queste situazioni è il recupero, ovvero creare un progetto di amore e di vicinanza per queste persone, trovare volontari che li accompagnino dopo la prima fase assistenziale. Dopo l’intervento fatto ad una persona per fargli riacquistare la dignità, spesso mi trovo impotente di fronte a certe situazioni. A volte non si tratta solo di soldi, perché il denaro il Comune ce l’ha, bensì di riuscire a creare una rete tra le istituzioni e le associazioni. E io direi anche con i cittadini che magari a volte si lamentano per certi disagi, ma alle quali bisogna far comprendere che loro e gli ultimi possono servirsi a vicenda, che tutti possono essere delle risorse. Ammetto che non è facile, ma questo come Comune stiamo cercando di fare.”
A seguire è intervenuto il tesoriere Nedo Tiburtini: “Dietro a tutto quello che facciamo ci sono delle persone. Dietro alle persone ci sono dei numeri che poi ci danno la possibilità di erogare i tanti servizi che sono stati descritti. Tre sono le considerazioni che vorrei fare. Prima di tutto sono arrivato cinque anni fa, quando la Caritas registrava 120 movimenti per un importo di circa 180.000 euro. Ora facciamo 1.800 movimenti con costi di circa 700.000 euro. Sono numeri importanti, siamo diventati una piccola / media impresa. In secondo luogo vorrei spiegare la voce più corposa presente in bilancio che abbiamo indicato con costi per accoglienza e che ammonta a circa 400.000 euro. Dentro a questa voce abbiamo messo tutti i progetti che la Caritas ha attivato. Infine vorrei dire qualcosa che non riguarda i numeri, bensì il nostro modo di operare. La nostra accoglienza è diversa da quella degli altri: non si limita al pasto, al vestiario, alla visita; noi offriamo amicizia, vicinanza, supporto. Chiudo con una domanda: chi si sarebbe occupato degli ultimi che noi abbiamo accolto nella nostra struttura se non lo avessimo fatto noi? È un orgoglio sapere che oggi tutti questi ragazzi sono a lavoro, avendo ritrovato anche la loro dignità.”
Ultimo ad intervenire è stato don Gianni Croci: “In qualcosa dobbiamo ancora crescere. È necessario, ad esempio, che le Caritas Parrocchiali si attivino con l’OSPO, che è l’osservatorio delle povertà e delle risorse, così potremmo avere una fotografia totale della nostra diocesi. Poi vorrei dire ci sono emergenze grandi come quella abitativa, ma anche altre emergenze meno visibili che spesso vengono sottovalutate, come la povertà educativa. Anche nelle nostre città succedono cose davvero preoccupanti. Infine ritengo che si debba investire di più sulla relazione e sulla valorizzazione dei talenti. Ecco perché cerchiamo di accompagnare i nostri ragazzi anche con un supporto psicologico, ma questo non basta: ci vogliono più volontari e dobbiamo anche un po’ svecchiarci. Per rinnovare le nostre Caritas dobbiamo avere il coraggio di fare due cose: di tirarci indietro per lasciare spazio ai giovani e di proporre, sapendo che poi i giovani risponderanno.”
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