Durante la stagione estiva capita ogni tanto di vedere in Chiesa qualche volto nuovo. Solitamente sono turisti che, oltre a fare un po’ di mare, ritagliano del tempo anche per la preghiera. Qualche domenica fa ha attirato la mia attenzione una famigliola: il papà, la mamma e tre bimbi. Uno di questi aveva un problema fisico e sedeva su una carrozzina. Mi ha fatto bene al cuore vedere come lo riempivano di attenzioni: facevano aria col ventaglio, i fratelli ogni tanto lo accarezzavano e lui ricambiava con grandi sorrisi.
Ho pensato come siamo diventati poveri di attenzioni. La pandemia ha rafforzato il nostro individualismo, poi si è fatta vicina la guerra riempiendoci di tante paure ed infine è arrivata la siccità che ci ha ricordato il poco rispetto che abbiamo per il creato.
Viene da chiedersi: cosa posso fare di fronte a questioni così grandi?
Madre Teresa di Calcutta diceva: “Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe. Importante non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; bisogna fare piccole cose con grande amore”.
Così anche alla Caritas abbiamo iniziato dalle piccole cose come il fare la ‘differenziata’, il curare il giardino, il tenere più pulito l’ambiente. Ed ultimamente abbiamo visto anche l’inizio della realizzazione di un sogno: un orto sociale. Grazie al Vescovo e all’IDSC, che ci ha messo a disposizione un pezzo di terra, con l’impegno di alcuni volontari ed amici che vivono in Caritas, iniziamo a raccogliere i primi frutti. L’intento è quello di vivere il contatto con la natura e riscoprire la bellezza del creato e la vocazione al lavoro, aspetto importante della vita, in quanto spesso l’ozio non aiuta a rimettersi in piedi.
Ci piacerebbe allevare alcuni animali perché anch’essi sono preziosi compagni dell’uomo e delle donne. Ma a tal proposito, pur nutrendo un grande amore per le piante e gli animali, non possiamo tacere il fatto che spesso non si ha la stessa attenzione verso l’essere umano. Se è giusto preoccuparsi dei cani e dei gatti lasciati soli, mentre si va in vacanza d’estate, non si può non farsi prossimi a tanti anziani abbandonati a se stessi o a persone lasciate dormire sotto le stelle. Scrive don Luigi Verdi: “Ognuno è alla ricerca di un po’ di pane, un po’ di affetto e di sentirsi a casa da qualche parte”
E’ bello avere attenzione alla vita, a tutta la vita e alla vita di tutti! Forse, nella velocità dei nostri ritmi stiamo perdendo l’accortezza verso se, verso l’altro e verso tutto il creato. Basterebbe iniziare ad arricchirci di tenerezza per sconfiggere quella povertà interiore che ci sta disumanizzando.