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Chiara d’Assisi: “una brace che custodisce il fuoco del Vangelo e continua a testimoniarlo”

 

“Se Francesco è una fiammata di Vangelo, Chiara è una brace che custodisce lo stesso fuoco di Vangelo e che continua a testimoniarlo a noi, oggi, anche attraverso le nostre sorelle clarisse”. Si è conclusa così l’omelia di mons. Vittorio Francesco Viola, arcivescovo segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, durante la concelebrazione solenne dell’11 agosto, in occasione della memoria liturgica di Santa Chiara, cui ha partecipato anche mons. Marcello Bartolucci, segretario emerito della Congregazione delle cause dei santi.
Nella basilica di Assisi, dedicata alla Santa, erano presenti le autorità civili e militari, il clero diocesano e i tanti fedeli venuti per rendere omaggio alla santa, patrona della televisione e delle telecomunicazioni.

“Madre Chiara – ha detto ancora Viola -, siamo qui per benedire Dio per il dono che tu sei per la nostra Chiesa e invochiamo la tua intercessione per potere vivere una piena corrispondenza all’amore di Dio, lasciandoci trasformare in lui dall’azione del suo Spirito e così, rimanendo innestati nel suo amore possiamo portare il frutto “. L’amore, ha proseguito, “chiede totalità e unicità: occorre fare spazio, liberarsi e accogliere questo amore, grazie al quale molti si sono salvati e si salveranno”. Francesco lo aveva capito. Se al tempo della sua predicazione fossimo stati ad Assisi, da che parte saremmo stati? Tra quelli che si lasciavano rapire dalle parole del Vangelo e dai gesti forti o tra quelli che si scandalizzavano per le sue parole e i suoi gesti?”.
La risposta, secondo mons. Viola, va trovata nell’esempio di Chiara: “Rimane attratta da questa parola, non da Francesco, ma dalla parola viva: e sente dentro di sé un desiderio infinito di conoscere Gesù Cristo come l’ha conosciuto Francesco, di corrispondere all’amore di Dio in una totale appartenenza a lui”.

Carletta Di Blasio: