“In questo giorno importante, uniamo le mani attraverso le generazioni per abbattere le barriere e lavorare insieme per raggiungere un mondo più equo, giusto e inclusivo per tutte le persone”. Lo ha affermato Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, in occasione della Giornata internazionale della gioventù proclamata dall’Onu lo scorso venerdì 12 agosto.
Il tema della giornata è “Solidarietà intergenerazionale: creare un mondo per tutte le età”. L’obiettivo è “amplificare il messaggio che è necessaria un’azione in tutte le generazioni per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e non lasciare indietro nessuno”.
La giornata vorrebbe anche “aumentare la consapevolezza su alcuni ostacoli alla solidarietà intergenerazionale, in particolare l’invecchiamento, che ha un impatto su giovani e anziani”. “L’età – si legge nel sito Onu – è una questione insidiosa e spesso non affrontata in materia di salute, diritti umani e sviluppo e ha ripercussioni sia sulle popolazioni più anziane che su quelle più giovani in tutto il mondo. Inoltre, l’ageismo (neologismo inglese per dire la discriminazione in base all’età – ndr) si interseca regolarmente con altre forme di pregiudizio (come il razzismo e il sessismo) e ha un impatto sulle persone in modi che impediscono loro di raggiungere il loro pieno potenziale e di contribuire in modo completo alla loro comunità”.
Il Global Report on Ageism lanciato dalle Nazioni Unite nel marzo 2021 evidenzia che “i giovani continuano a segnalare le barriere legate all’età in vari ambiti della loro vita come l’occupazione, la partecipazione politica, la salute e la giustizia”. Ancora: “La solidarietà tra le generazioni è la chiave per lo sviluppo sostenibile. Mentre affrontiamo il terzo anno della pandemia di Covid-19, è particolarmente importante riconoscere e affrontare queste barriere legate all’età per ‘ricostruire meglio’ in un modo che sfrutti i punti di forza e le conoscenze di tutte le generazioni”.
L’Onu segnala che “la metà delle persone sul nostro pianeta ha 30 anni o meno e si prevede che raggiungerà il 57% entro la fine del 2030”. I giovani si concentrano soprattutto in Africa, Asia e Sud America, mentre i continenti più vecchi sono Europa e Nord America. Una annotazione particolare: “A livello globale, solo il 2,6% dei parlamentari ha meno di 30 anni e meno dell’1% di questi giovani parlamentari sono donne”.