“La morte di Piero Angela è davvero una perdita grave per la nostra cultura. In un’Italia che ha sempre dato – lo dicono anche varie ricerche – poca attenzione e ha avuto poco interesse per le Stem, le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, una figura come quella di Piero Angela ha offerto questi contenuti e questi modi di guardare il mondo in una maniera, nel contempo, qualificata e precisa ma anche molto amichevole, chiara, familiare. Non ha sacrificato il rigore alla divulgazione”. Lo dice al Sir Adriano Fabris, professore di Filosofia morale e di Etica della Comunicazione all’Università di Pisa, in occasione della scomparsa, sabato 13 agosto, di Piero Angela.
“Oltre a questa sua capacità divulgativa, ricordiamo anche lo stile signorile e riconoscibile di Piero Angela nel porgere queste informazioni scientifiche”, aggiunge Fabris. “Piero Angela è stato un innovatore e un apripista nel suo campo, perché sulla scia del suo modo di proporre tali contenuti tanti altri lo hanno seguito, con maggiore o minore successo”, osserva il docente.
“La sua funzione per la cultura italiana è stata davvero molto importante perché ha portato all’attenzione di tutti la necessità della formazione e della conoscenza delle Stem, mostrandone anche il carattere poetico, la valenza letteraria e umanistica. Questa è stata un’altra delle caratteristiche importanti del suo modo di porgere questi contenuti”, conclude Fabris.