“La decisione del 23 marzo di non permettere alle ragazze di tornare alla scuola secondaria è stata scioccante e profondamente deludente. Non solo viola il diritto fondamentale delle ragazze all’istruzione, ma le espone a una preoccupazione maggiore e a un rischio più elevato di sfruttamento e abuso, tra cui il traffico di bambini e il matrimonio precoce e forzato”: lo dichiara il rappresentante dell’Unicef in Afghanistan, Mohamed Ayoya.
“Ora, questa nuova analisi illustra chiaramente il terribile impatto economico di questa decisione sul Pil del Paese”, aggiunge facendo riferimento a un’analisi dell’Unicef in cui si evidenzia che “privare le ragazze dell’istruzione secondaria si traduce in una perdita di almeno 500 milioni di dollari per l’economia negli ultimi 12 mesi”.
“L’Unicef vuole che ogni bambina e bambino in Afghanistan vada a scuola e impari. Non smetteremo di impegnarci finché questo obiettivo non sarà raggiunto. L’istruzione non solo è un diritto per ogni bambino, ma è la base per la crescita futura dell’Afghanistan”, precisa Ayoya.
“L’Afghanistan rimane una delle crisi mondiali più complesse e multidimensionali per i bambini”, continuato Ayoya. “Questo è un momento cruciale per una generazione di bambini in Afghanistan. I diritti delle bambine sono sotto attacco, la loro infanzia è segnata da privazioni. Per questo motivo, nonostante le sfide del contesto operativo, “l’Unicef sta aumentando la sua presenza, sta portando avanti le sue attività e sta ottenendo risultati come mai prima d’ora. Nel fare questo, vogliamo dire alla popolazione dell’Afghanistan: non potremmo fare quello che facciamo senza la vostra fiducia e il vostro sostegno. Ringraziamo anche i nostri donatori e partner per la loro generosità fino ad oggi, ma li esortiamo a continuare a sostenere i bambini, soprattutto con l’inverno alle porte”.
L’Unicef ricorda anche: “Nel Paese, 12,9 milioni di bambini – ovvero 3 bambini afghani su 5 – hanno bisogno di aiuto umanitario. Fra gennaio e giugno 2022, 141 bambini sono stati uccisi, 318 bambini sono rimasti mutilati. Si sono verificati 11 attacchi contro ospedali. Ci sono stati 56 attacchi su scuole. Nel Paese, il 28% delle ragazze afghane si sposano prima dei 18 anni; il 7% dei ragazzi si sposa prima dei 18 anni; il 13% delle famiglie ha almeno un minore tra i 6 e i 17 anni che lavora in difficili condizioni. La malnutrizione infantile è in aumento. Nel giugno 2021, 30.000 bambini sono stati curati per malnutrizione acuta grave in Afghanistan; nel giugno 2022, 57.000 bambini sono stati ricoverati, con un aumento del 90%”.