VILLA ROSA DI MARTINSICURO – ‘L’estate sta finendo e un altro anno se ne va …’ diceva una nota canzone dei Righeira. Prima, però, di tornare alla consueta routine giornaliera, fatta di scuola, compiti e studio, vogliamo sentire dalla diretta voce dei ragazzi e degli animatori come hanno vissuto nella loro parrocchia l’estate appena trascorsa. Dopo l’esperienza della parrocchia della Santissima Annunziata, oggi è la volta della parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata di Villa Rosa di Martinsicuro dove abbiamo incontrato Cristiana Capece, catechista ed animatrice da molti anni, che ci racconta l’esperienza dell’oratorio estivo.
“All’inizio di giugno – afferma Cristiana – il parroco don Alfonso mi ha contattato per partecipare all’oratorio estivo rivolto ai bambini della scuola primaria e ai ragazzi di 1° e 2° media. Tutto è nato un po’ per caso. Elisa Valà e Pietro Masullo, che nella vita sono una splendida coppia, hanno guidato i giovani della nostra comunità durante la preparazione al Sacramento della Cresima, quindi hanno pensato di accettare la proposta, arrivata direttamente dai ragazzi, di organizzare l’oratorio estivo. A quel punto don Alfonso ha pensato di coinvolgere altri catechisti ed è così che per me è iniziata questa bella avventura! Ci siamo subito mossi utilizzando il sussidio diocesano ‘L’Armadio del cuore’ e siamo quindi riusciti a partire appena terminati gli impegni scolastici dei partecipanti. Abbiamo raggiunto le 80 adesioni, un numero assolutamente inaspettato, visto che per due anni di seguito non avevamo organizzato nulla a causa della pandemia. L’oratorio è durato quattro settimane, per un totale di 9 incontri, due pomeriggi alla settimana, più la festa di chiusura. Come suggerito dal sussidio, abbiamo organizzato il lavoro in quattro settimane e abbiamo diviso i bambini in quattro squadre, ciascuna con il nome di una stagione: i rappresentanti dell’estate indossavano tutti il simbolo del sole, quelli dell’autunno avevano una foglia, i ragazzi dell’inverno un pupazzo di neve e i rappresentanti della primavera un fiore. Tutti i simboli sono stati preparati dai nostri giovani animatori che hanno ricevuto da pochi mesi il sacramento della Cresima o che si stanno preparando per riceverlo il prossimo anno, quindi parlo di ragazzi che hanno 13, 14 o 15 anni.”
Per quanto concerne l’organizzazione quotidiana, Cristiana specifica: “Ci siamo ritrovati ogni lunedì e giovedì alle ore 15:00 presso il salone parrocchiale. Abbiamo iniziato ogni incontro con un momento musicale, in cui i bambini intonavano e ballavano la due sigle dell’oratorio. Subito dopo, gli animatori si cimentavano nella rappresentazione teatrale di una storia che, di volta in volta, aveva nuovi risvolti e nuove prospettive. A seguire il nostro don Alfonso prendeva la parola per leggere e commentare una pagina del Vangelo. Questo momento di riflessione non è mai stato un monologo del parroco, bensì ogni volta sono stati coinvolti anche i bambini attraverso le domande di don Alfonso e le sollecitazioni degli animatori. Subito dopo partiva il momento ludico: prima un gioco, poi la merenda, preparata da loro, infine ancora due giochi. Prima di andare via, ci lasciavamo con una preghiera e un ballo di gruppo, senza trascurare né l’aspetto spirituale né quello ludico.”
È stato un mese fantastico che ricorderò sempre con piacere! – racconta Cristiana – Durante i giorni dell’oratorio, i ragazzi hanno guidato i bambini, oltre che nelle consuete attività di cui ho già detto, anche in due laboratori speciali: in uno hanno decorato una maglietta con degli smile molto divertenti e in un altro hanno realizzato una squisitissima pizza che abbiamo cucinato presso la cucina dell’Ostello San Gabriele. Ricordo con molto piacere la pizza, un po’ perché era molto buona e i ragazzi l’hanno praticamente divorata, un po’ perché è stato un momento di vera condivisione: sia nel senso che ognuno ha mangiato la pizza realizzata da un altro, sia perché abbiamo vissuto la collaborazione e la vicinanza di tutta la comunità. Ognuno, infatti, ha contribuito come meglio poteva: una catechista ha portato la farina, la Caritas parrocchiale ci ha fornito olio e pomodoro e l’ostello ci ha prestato le teglie per la cottura. Inoltre è stato anche bello vedere come ragazzi e bambini si siano uniti per un progetto comune, ciascuno secondo le proprie capacità e inclinazioni. Tante sono state le ricompense per la fatica fatta per organizzare. Prima di tutto il sorriso dei ragazzi, che, per me, rappresenta il metro di misura del successo di un progetto. Poi, egoisticamente, anche l’aver creato – o forse rinsaldato – un rapporto di amicizia con l’altra catechista Elisa Valà: prima la nostra conoscenza era forse più superficiale; ora, invece, grazie all’esperienza dell’oratorio, ci siamo avvicinate di più e siamo molto unite. Infine, voglio anche dire che il servizio nell’oratorio è stato un po’ anche terapeutico: dopo un momento di salute difficile per uno dei miei figli, in cui la comunità mi è stata molto vicina, vivere qualche ora a servizio della parrocchia mi era sembrato il modo migliore per ripagare quanto avevo ricevuto; ma devo dire che, come spesso capita in parrocchia, quello che si riceve in termini di pace interiore, spensieratezza, gioia e amicizia, è sempre maggiore di quello che si dà.”
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