“La forza nella Chiesa, e nelle diocesi, si trova nel servizio. La cura pastorale non può essere esercitata senza potere, ma non deve arrivare al dispotismo e alla dittatura”. Lo ha ribadito il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, aprendo i lavori del Sinodo dei vescovi caldei, in corso a Baghdad (fino al 27 agosto). “Su di noi grava la responsabilità totale e fino alla fine, specialmente in queste condizioni così difficili e di sfide che il nostro Paese sta attraversando. Il vescovo – ha dichiarato Mar Sako – deve saper leggere i segni dei tempi e valutarli alla luce della fede, come fecero i profeti e gli apostoli nel portare il Vangelo”.
“È inaccettabile che vi siano divisioni, questo è il pericolo più grande per l’unità della diocesi e la testimonianza sacerdotale. Quando ciò accade si deve trattare delicatamente, faccia a faccia. Difficoltà e problemi ci saranno sempre, come ai tempi degli apostoli di Cristo, ma devono diventare occasioni di sviluppo della carità, di amicizia e di consolidamento della fiducia. La disciplina è importante perché il disordine è distruttivo”. Parlando dell’importanza delle vocazioni sacerdotali e monastiche, il patriarca ha ricordato che “il futuro della nostra Chiesa si basa sulle vocazioni sacerdotali, monastiche in tutte le sue tipologie. È un obbligo per il vescovo dare importanza alle vocazioni. Così come è obbligatorio, nel campo liturgico, attenersi alle regole stabilite dal Sinodo caldeo riguardo la nostra identità orientale, e più autentica. Il prete celebrante deve comprendere che i riti sono preghiera, non soltanto una pratica rigida e monotona; cioè, chi prega deve vivere il rito”. Non sono mancati nel saluto di Mar Sako, diffuso dal Patriarcato, riferimenti ai cristiani iracheni che “stanno andando verso la scomparsa, se non c’è un cambiamento nel pensiero e nel sistema nazionale. L’eredità islamica rende i cristiani cittadini di serie B e permette l’usurpazione dei loro beni. Si deve riscrivere la Costituzione e le leggi, lontane dal nepotismo, dal favoritismo, e costruire un sistema democratico basato sulla cittadinanza”. “Dobbiamo prepararci alle sfide e prendere precauzioni”, ha concluso il card. Sako che ha ribadito che il patrimonio lo costituiscono gli immobili e che è preferibile non venderli. Come avevamo deciso al Sinodo 2021, ovvero la creazione di una Cassa comune caldea, dobbiamo tornare ad essa come forma di precauzione e di preparazione”.