“Vi incoraggio a portare avanti la vostra attività di studio e di ricerca nel dialogo tra di voi e con altri, perché anche la teologia può e deve avere uno stile sinodale, coinvolgendo le diverse discipline teologiche e delle scienze umane, ‘facendo rete’ con le istituzioni che, anche al di fuori dell’Italia, coltivano e promuovono gli studi liturgici”. Lo ha detto Papa Francesco, questa mattina, durante l’udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, ai membri dell’Associazione italiana dei Professori e Cultori di Liturgia.
“In questo senso si capisce – ed è indispensabile – il vostro proposito di mantenervi in ascolto delle comunità cristiane, così che il vostro lavoro non sia mai separato dalle attese e dalle esigenze del popolo di Dio”, ha aggiunto il Pontefice.
Cuore delle parole del Papa un messaggio chiaro: “La liturgia è opera di Cristo e della Chiesa, e in quanto tale è un organismo vivente, come una pianta, non può essere trascurata o maltrattata. Non è un monumento di marmo o di bronzo, non è una cosa da museo. La liturgia è viva come una pianta, e va coltivata con cura”. Parlando a braccio, poi, Francesco ha sottolineato come “la liturgia è gioiosa, con la gioia dello Spirito, non di una festa mondana, con la gioia dello Spirito – ha aggiunto -. Per questo non si capisce, per esempio, una liturgia dal tono funebre, non va. È gioiosa sempre, perché canta la lode al Signore”. Quindi, l’invito affinché “il vostro lavoro di discernimento e di ricerca non disgiunga la dimensione accademica da quella pastorale e spirituale”. “Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di una visione alta della liturgia, tale da non ridursi a disquisizioni di dettaglio rubricale: una liturgia non mondana, ma che faccia alzare gli occhi al cielo, per sentire che il mondo e la vita sono abitati dal Mistero di Cristo; e nello stesso tempo una liturgia con ‘i piedi per terra’, non lontana dalla vita. Le due cose insieme: rivolgere lo sguardo al Signore senza girare le spalle al mondo”.
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