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Coldiretti, il no del territorio alla carne in laboratorio: “Danno alla salute e all’ambiente”

PROVINCIAIl no ai cibi sintetici si alza forte dalla Fiera del SS Crocifisso di Castel di Lama dove la Coldiretti ha organizzato una tavola rotonda per trattare la problematica, mettere in guardia i consumatori e indirizzare la politica. “Il cibo sintetico rappresenta un danno alla salute e alla sicurezza dei cittadini oltre che allo stesso ambiente. Non ci faremo divorare da esso e faremo di tutto per contrastarlo. Il tema non tocca solo le imprese agricole. Chiediamo ai consumatori di darci una mano affinché questo scempio esca dall’agenda politica europea” è il commento di Armando Marconi, presidente di Coldiretti Ascoli Fermo. Un progetto delle grandi multinazionali del food. La deriva, ammantata di propositi di sostenibilità e difesa dell’ambiente, riguarda tanto la carne che il pesce. Cibo ricreato in laboratorio attraverso le cellule staminali in provetta che però trova scettici ben 7 italiani su 10 (68%). “Per quanto riguarda la carne da laboratorio ad esempio – sottolinea la Coldiretti – la verità che non viene pubblicizzata è che non salva gli animali perché viene fabbricata sfruttando i feti delle mucche, non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare, non è accessibile a tutti poiché per farla serve un bioreattore e non è neppure carne ma un prodotto sintetico e ingegnerizzato. “Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione” spiega Coldiretti che si dice pronta a dare battaglia. Interrogati sui motivi principali per i quali bocciare il cibo fatto in laboratorio gli italiani – spiega l’analisi Coldiretti/Ixe’ – mettono in cima il fatto di non fidarsi delle cose non naturali (68%), mentre al secondo posto ci sono i consistenti dubbi sul fatto che sia sicura per la salute (60%). Rilevante anche la considerazione che il cibo artificiale non avrà lo stesso sapore di quello vero (42%) ma c’è anche chi teme per il suo impatto sulla natura (18%).

Alla tavola rotonda, davanti a un nutrito pubblico, hanno preso parola il sindaco di Castel di Lama Mauro Bochicchio, il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, Ermanno Ruffini, direttore UOC Pediatria-Neonatologia AV5 Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, la nutrizionista Daniela Caputo e don Amedeo Matalucci, consigliere ecclesiastico dell’Organizzazione agricola. Presenti al dibattito anche alcuni candidati alle elezioni del 25 settembre (Francesco Battistoni di Forza Italia, Guido Castelli, Fratelli d’Italia, Augusto Curti in lista per il Partito Democratico, Giorgio Fede candidato per il Movimento 5 Stelle, Mauro Lucentini della Lega e Fabio Urbinati, candidato di Italia Viva. A loro è stato presentato e fatto firmare per adesione il documento programmatico con le cinque priorità di Coldiretti per i primi cento giorni di governo per difendere e valorizzare il comparto agroalimentare. Dall’istituzione di un ministero dell’agroalimentare al PNRR, dalla fauna selvatica al piano invasi e la difesa degli interessi nazionali in Europa”.

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