“Il rifiuto della nuova Costituzione si è affermata, ma si è anche affermata l’idea che non si può continuare con l’attuale Costituzione e che il Cile ha bisogno di avanzare su molti fronti per il futuro”. Su questo “tutti sono d’accordo e ciò è importante”. È questa la riflessione che viene proposta, all’indomani del plebiscito sulla nuova Costituzione del Cile (il no si è imposto nettamente, con quasi il 62% dei voti), da mons. Fernando Chomali, arcivescovo di Concepción e vicepresidente della Conferenza episcopale cilena (Cech).

In un intervento pubblicato sui media dell’arcidiocesi l’arcivescovo invita a “sostenere il processo che sta arrivando”, rispetto al quale “la Chiesa porterà sempre il proprio contributo, incoraggiando i cattolici e le persone di buona volontà a essere presenti in politica, perché essa è l’arte del bene comune, capace di mostrare le vie del Vangelo e della Dottrina sociale della Chiesa”.
Mons. Chomali chiede uno sguardo più attento a un sistema economico “che non genera equità”; e alla “cura dell’ambiente, che soffre della cultura della depredazione che imperversa dalla rivoluzione industriale e che ha portato tanti problemi, soprattutto ai più poveri”. Ancora, è giusto “riservare una volta per tutte alle popolazioni autoctone il trattamento che meritano in virtù della loro dignità, della loro cultura e del contributo che apportano al Paese, ma senza strumentalizzazioni politiche come è stato fatto nella Convenzione, uno degli aspetti che maggiormente la cittadinanza ha condannato”. È tempo di “guardare più da vicino coloro che sono stati scartati dalla società, come dice insistentemente Papa Francesco. Questo è ciò su cui dovrebbe puntare la nuova Costituzione, che d’ora in poi prenderà forma”.

L’invito di mons. Chomali è a “pensare al Cile con uno sguardo più gentile, più attento ai cambiamenti culturali”. In questo è importante il contributo dei cattolici, poiché “la fede di milioni di cileni è un pozzo di saggezza, di prudenza, e di scienza e fortezza. Tutto ciò può aiutare a far sì che la Costituzione che verrà scritta permetta a tutti i cileni di avere un lavoro, di essere in grado di formare una famiglia, di avere una vecchiaia dignitosa e di vedere i propri figli sviluppare nel tempo le capacità, i doni, i talenti e le capacità che Dio ha dato loro”.

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