“Avrete notato che quest’anno non è prevista la traduzione simultanea in russo. Tale scelta ha un’unica ragione: l’impossibilità che, a motivo della guerra, si è da subito palesata per i tanti amici di Ucraina e Russia, abituali frequentatori dei nostri convegni, di essere con noi. Siamo comunque grati ai pochi che hanno potuto raggiungerci, per i quali abbiamo voluto prevedere un gruppo di lettura in lingua russa. A tutti gli altri va in nostro pensiero fraterno e la nostra preghiera intensa, come anche per la Siria, il Libano e tutte le altre terre martoriate dalla guerra. Il Signore ci doni presto la pace! La sua pace!”. Si è aperto con questo auspicio, espresso da Sabino Chialà, priore del monastero di Bose, il XXVIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa promosso e ospitato da ieri al 9 settembre dalla comunità monastica in collaborazione con le Chiese ortodosse.
“Sono trascorsi tre anni dal precedente convegno, il ventisettesimo, tenutosi nel settembre del 2019”, ha ricordato Chialà evidenziando che sono stati “tre anni difficili per tutti, che hanno messo a dura prova questo nostro mondo, le nostre Chiese e anche questa Comunità che vi accoglie”. “Prima la pandemia, poi guerre e tensioni di ogni genere – ha proseguito – che ci hanno fatto vacillare, e ci hanno fatto e ci fanno soffrire. Abbiamo misurato e ancora misuriamo tutta la nostra fragilità e impotenza dinanzi all’enigma di un male che ci affligge in vari modi. Siamo tutti feriti… e spesso disorientati per quello che vediamo nel presente e anche nel futuro, che ci appare più incerto che mai”.
L’appuntamento con il convegno, quest’anno sul tema “S. Isacco di Ninive e il suo insegnamento spirituale”, riprende perché – ha spiegato il priore – “abbiamo optato per la prosecuzione del progetto. Ed eccoci qui… non senza portare nel cuore tutto e tutti”. “Il tempo di sospensione – ha precisato – ci ha offerto l’opportunità di ripensare questi nostri convegni. Prioritario resta l’incontro tra cristiani appartenenti a Chiese e tradizioni diverse, come negli anni precedenti, ma ci piacerebbe che ciò avvenga in una forma più semplice e familiare. Per questo abbiamo ridotto il numero dei partecipanti a quelli che siamo in grado di accogliere qui in monastero, senza ricorrere a strutture esterne”. Con questa edizione viene introdotto il “pomeriggio di lettura” che, nelle intenzioni, “vorrebbe favorire lo scambio fraterno e l’approfondimento della conoscenza reciproca. Valuteremo insieme l’esito di queste scelte”, ha assicurato Chialà.
Il priore ha voluto ringraziare i capi delle Chiese che hanno inviato il loro augurio e rappresentati ufficiali: tra loro, Papa Francesco, il Patriarca ecumenico Bartolomeo, il segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle Chiese, p. Joan Sauca, e il nuovo segretario generale, il pastore Jerry Pillay, e il card. Kurt Koch, presidente del Dicastero per la promozione dell’Unità dei cristiani.