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Grottammare, Chiesa San Pio V: alla scoperta dei suoi tesori nascosti

GROTTAMMARE – Alle volte siamo portati a non osservare e neppure a guardare più ciò che conosciamo, peccato. Così a volte accade per la chiesa di San Pio V a Grottammare. Una bella chiesa neoclassica realizzata dall’architetto Pietro Augustoni ( 1741-1815), con vari rifacimenti  e aggiunte successive, testimonianza di storia. La più nota è senz’altro la Pala d’Altare Maggiore della “Madonna delle Vittorie” di Giacomo Falconi di Recanati eseguita ( dal bozzetto alla collocazione in situ) tra il 1785 e il 1788 ca. Non vogliamo sottolinearne il significato di vittoria dei cristiani contro i turchi islamici, perché le guerre di religione non ci piacciono, ma ci piace evidenziare invece l’aspetto della preghiera del Rosario e della supplica alla Madonna durante le difficoltà e le guerre. Sarà una consolazione, ma pregare davvero aiuta, se non altro ad accrescere la forza e a superare con saggezza gli ostacoli ed è questo il messaggio lanciato dal quadro, per chi lo vuole leggere. Per quanto riguarda la storia, ovviamente il quadro si riferisce alla nota “Battaglia di Lepanto”, avvenuta in mare il 7 ottobre 1571 e vinta dalla lega cristiana sui turchi ottomani. Innegabile riflettere che – senza ombra di dubbio – se l’esito fosse stato ribaltato, noi oggi saremmo tutti musulmani e non cristiani.

Cosa c’entra San Pio V con la battaglia di Lepanto? Era il papa dell’epoca e quindi il pontefice della “vittoria della lega cristiana contro i turchi”. La Madonna è assisa su una colonna in bronzo, forse un cannone della battaglia ed è la Madonna del Rosario con in braccio il Bambino. Sotto il basamento ci sono tre “prigioni o schiavoni” , ossia tre prigionieri di guerra turchi in atto di sottomissione. San Pio V, con la sua mano, compie il gesto di “clemenza” nei confronti dei prigionieri; con l’altra mano, indica il Cielo, quindi la Vergine, che ha interceduto per la vittoria cristiana, infatti si intravede da una finestra San Pietro, culla della cristianità. La Vergine, dal canto suo, sorride e porge il Bambino, ad indicare che non è suo il merito, ma di Dio. Sono cinque le bandiere turche mezza lunate ancora erette a simboleggiare una vittoria “rispettosa” dei vinti, a terra i turbanti dei prigionieri, la scimitarra , lo scudo. Un angioletto regge la tiara o triregno del Santo, che umilmente si è scoperto il capo al cospetto della vergine. Sopra la Madonna cinque angeli, simboleggianti la devozione del Rosario (corona di gigli  e rose), anche cherubini musicanti in festa.

Nella chiesa di San Pio V ci sono molte pregevoli opere artistiche, impossibile quindi parlare di tutte approfonditamente in questa sede. Citiamo il prezioso organo costruito nel 1784 dal famoso maestro organaro Gaetano Antonio Callido, che è uno dei soli 30 organi autografi presenti nelle Marche. Facciamo notare anche l’elegante e raffinato seggio ligneo a tre posti realizzato da Vittorino Fazzini e Figli, rispettivamente padre e fratelli dello “scultore del vento” Pericle Fazzini ( 1913-1987) autore grottammarese della celebre scultura “Resurrezione” collocata in Vaticano nella Sala delle Udienze “Nervi”.

Nella seconda cappella della navata sinistra c’è una Sacra Conversazione con la Madonna del Rosario, San Domenico e Santa Caterina da Siena di Luigi Fontana padre del XIX secolo. Sempre a sinistra, nella cappella laterale prima del presbiterio, vi è un dipinto raffigurante San Filippo  Neri tra i fanciulli di Giuseppe Felici, del 1910. Nella cappella di destra del Santissimo, vi è una pala d’altare con un sacro Cuore di Gesù del 1920 nell’atto di apparire a Santa Margherita Maria Alacoque, una mistica del ‘600 che dopo essersi comunicata, vide una luce irradiarsi sfolgorante dal cuore di Gesù. Autore di questo quadro Virginio Monti. Sempre proseguendo lungo la navata di destra vi è un quadro con San Francesco che predica agli uccelli sul lago Trasimeno ( XIX-XX sec.) del pittore Pavisa, donato da Francesco Rivosecchi.

Nell’edificio sacro vi sono altri dipinti, statue di vari artisti, antichi e moderni, come la Via Crucis in ceramica di Cleto Capponi, opere di Ubaldo Ferretti. Per chi volesse approfondire, nell’aprile 2004, promosso da  Mons. Giovanni Flammini, fu stampato il libro “CentoBattiti” che narra le vicende storiche di San Pio V. In calce a pag. 200 c’è l’appendice “Arte e storia a San Pio V” curato dall’autrice, con tante curiosità ed approfondimenti.

In foto il libro “Cento Battiti” aperto sul capitolo delle opere d’arte in San Pio V.

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 ad oggi scrive su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare.