MARCHE – Le piogge della prima metà di settembre hanno fatto il loro lavoro e così, dopo la grande siccità, la vendemmia torna a sorridere con le stime che parlano addirittura di un +5% rispetto allo scorso anno. Poche piogge e temperature sopra le medie storiche hanno sferzato le vigne marchigiane, alcune delle quali bombardate dalla grandine, tanto che qualcuno ha iniziato a raccogliere le basi spumante anche prima di Ferragosto. La qualità del futuro vino sarà sicuramente buona e ottima con punte d’eccellenza dovuta al buono stato sanitario delle uve ed alla produzione più contenuta rispetto alla media degli ultimi anni. Secondo la stima di Assoenologi, Ismea e Uiv, 895mila ettolitri di ottima qualità prodotti in oltre 15mila ettari di vigneti. Uva andrà destinata per la maggior parte a produzioni di qualità che, secondo il report Qualivita Ismea, vale altre 100 milioni di euro, spinto da un export che nel primo semestre 2022 è tornato a crescere con un +40% rispetto a un 2021 (ancora contrassegnato dalle restrizioni Covid) raggiungendo quota oltre 36,8 milioni di euro, superiore al periodo pre pandemico. A pesare sull’interno settore resta la crescita esponenziale dei costi con un +35% in media a causa delle tensioni su energia e materie prime generate dalla guerra in Ucraina con aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi. Nei vigneti si registrano infatti rincari che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio. “Una bottiglia di vetro – spiegano da Coldiretti Marche – costa fino al 50% in più rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura il 40% per quelli di altri materiali. Per le gabbiette per i tappi degli spumanti gli aumenti sono nell’ordine del 20% ma per le etichette e per i cartoni di imballaggio si registrano rispettivamente rincari del 35% e del 45%, secondo l’analisi Coldiretti.