“La madre di Hudaifa sente che il suo bambino di due anni diventa sempre più freddo. Ad un certo punto si accorge della morte del figlio e tutti prendono consapevolezza del fatto. Questa madre con un cuore di ferro, insomma, lava il corpo del bambino, gli cambia i vestiti sporchi e apre la busta dei vestiti nuovi che avrebbe voluto mettere al figlio una volta arrivati sull’altra sponda del Mediterraneo. Dopo averlo vestito gli mette un profumo addosso e lo affida al mare con le sue mani…” Sono le drammatiche testimonianze dei familiari raccolte e raccontate dall’attivista italo-marocchina Nawal Soufi, chiamata anche “L’angelo dei profughi” per il suo impegno instancabile nell’aiutare i migranti nelle varie frontiere d’Europa. In questi giorni è in Grecia e poche ore fa ha postato un video scioccante (ATTENZIONE – Immagini molto forti) che mostra il cadavere di una donna affidato al mare, mentre i sopravvissuti pregano e cantano. L’imbarcazione è quella proveniente da Antalya in Turchia e arrivata a Pozzallo la settimana scorsa, che ha fatto parlare di sé per i sei siriani morti di fame e di sete, tra cui due bambini di tre anni e due anni e un adolescente di 12 anni. “A bordo uomini, donne, molti bambini. A circa 71 miglia dalla Libia, muoiono per la sete tre bambini, Haret di tre anni, Hudaifa di due anni, Motaz di 12 anni, due donne, un uomo. Gli altri resistono bevendo acqua di mare con dentifricio. Il cadavere di Fadia è ripreso mentre viene affidato al mare”, racconta Nawal, che traduce le parole di un sopravvissuto: “L’aereo che ho visto ieri ci ha mandato una nave e questa nave ci ha gettato dell’acqua come se fossimo dei cani e non siamo riusciti a prendere neanche una bottiglia. Un solo ragazzo è sceso in mare e ha preso una bottiglia, ed è finita subito… l’ha bevuta mentre era in acqua. Ieri eravamo speranzosi, oggi attendiamo di nuovo che questo aereo passi e che ci riveda di nuovo”.
Alcuni giorni prima era morta di stenti Loujin, 4 anni, siriana, a bordo di un barcone dove era salita con la mamma e la sorella minore dieci giorni prima. I soccorsi, chiamati a più riprese, sono arrivati troppo tardi. Nawal Soufi aveva condiviso tre giorni fa le foto della piccola bara e della mamma in lacrime.
In queste ore Nawal sta lanciando l’allarme per una imbarcazione di 300 persone con 60 bambini a bordo tra le acque greche e la Turchia che ha chiesto di avviare l’iter di soccorso. L’Unhcr ricorda che nel 2022 sono oltre 1.200 le persone che sono morte e risultano disperse nel tentativo di traversare il Mediterraneo e raggiungere l’Europa
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