SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è conclusa domenica 9 ottobre con la celebrazione delle ore 18:00 la visita pastorale che il Vescovo Carlo Bresciani aveva iniziato giovedì 6 ottobre nella Parrocchia di Sant’Antonio a San Benedetto del Tronto, guidata dal Parroco padre Massimo Massimi, con l’aiuto dei Vice-parroci padre Luca Atzeni e padre Ionut Totu. La Messa, presieduta dal Vescovo Bresciani, è stata concelebrata, oltre che dai Frati Minori Conventuali della Parrocchia, anche dal Vescovo emerito di Koudougou in Burkina Faso, Basile Tapsoba, che risiede in Italia da ormai oltre dieci anni.
Queste le parole del vescovo Bresciani durante l’omelia: “Anche stasera, come sempre, ci facciamo illuminare dalla Parola di Dio, che è la luce dei nostri passi; ci lasciamo guidare da questa Parola che mette al centro non tanto le guarigioni, quanto una virtù fondamentale: la gratitudine. Nella prima lettura si narra di Naamàn che va dal profeta Eliseo e mette in pratica ciò che gli viene detto. Egli dunque chiede una cosa e la ottiene. Basta?! No, non basta questo, perché quanto ricevuto non è un diritto, bensì un dono. E un dono non è pieno, finché non lo si accoglie con un cuore grato. Ecco perché Naamàn prende un po’ di terra e la porta con sé, la porta soprattutto nel cuore. La guarigione ottenuta, infatti, non è tanto fisica, bensì si è trattato di una guarigione del cuore.”
“Questa gratitudine, però, non è una virtù scontata – ha proseguito Bresciani – abbiamo ascoltato nel Vangelo, infatti, che su dieci lebbrosi guariti, solo uno torna indietro per ringraziare. Queste dieci persone hanno sentito parlare di Gesù e vanno da lui con fiducia: questo è già un primo atto di fede. Poi, però, le cose si differenziano: tutti ottengono quanto hanno chiesto, ma solo uno di loro torna indietro per ringraziare. Da questo breve racconto ci rendiamo conto di quanto la gratitudine sia rara. All’unico che lo ringrazia Gesù dice: ‘La tua fede ti ha salvato.’ E la salvezza a cui Gesù fa riferimento non è soltanto quella del corpo, ma anche dell’anima. Dio, infatti, non ha bisogno della nostra gratitudine: siamo noi che abbiamo il cuore pieno di gioia, quando siamo grati. Se non abbiamo queste virtù, non siamo Chiesa. Papa Francesco ci ha chiamato a fare un cammino sinodale: questo significa che siamo Chiesa per quello che c’è dentro di noi, per la nostra abilità nel riconoscere nell’altro un fratello, per la nostra capacità di essere grati a Dio per i suoi doni, come, ad esempio la sua Parola, i Sacramenti o anche il dono stesso della Chiesa.”
“Il nostro cuore è in pace, quando sentiamo di avere tutto dentro di noi – ha concluso il Vescovo Carlo – Ecco allora che ci scopriremo felici, se faremo esercizio di gratitudine per tutto quello che abbiamo avuto e che non è opera nostra, partendo dalle piccole cose, ad esempio la casa, il cibo. Proviamo a chiederci anche cosa sta succedendo con i Sacramenti dell’iniziazione Cristiana: chiediamo il Battesimo, la Comunione, la Cresima, il Matrimonio. E poi? Come è possibile un cammino di Fede senza questa gratitudine verso Dio? Come possiamo essere Chiesa se riduciamo tutto a dei riti vuoti? In questo ci viene incontro la seconda lettura, della quale voglio sottolineare in particolar modo una frase: ‘Figlio mio, ricordati di nostro Signore’. Quel ‘ricordati’ è un termine molto importante: non indica solo un fatto di memoria, ma qualcosa di più profondo. La parola stessa ‘ricordare’ deriva dal latino, ri – cordis, ovvero riportare al cuore. Questo indica che la gratitudine è una forma dell’amore. Se vogliamo vivere una vita che riscalda il cuore, allora dobbiamo coltivare questa virtù che non dobbiamo mai dare per scontata: la gratitudine. Naamàn è un pagano, l’unico lebbroso che torna indietro è uno straniero: eppure entrambi si dimostrano più grati di coloro che si ritenevano giusti. Dunque, anche noi facciamo un bell’esame di coscienza e coltiviamo questa virtù, affinché possiamo rendere grazie a Dio il quale continua a farci tutti questi doni che ci rendono Chiesa.”
Prima della benedizione finale, ha preso la parola il Parroco, padre Massimo Massimi, per salutare e ringraziare Bresciani: “Con questa Celebrazione Eucaristica il nostro Vescovo Carlo conclude la visita pastorale nella nostra parrocchia. La sua visita proseguirà nelle altre parrocchie della Vicaria, ma, per quanto riguarda la nostra comunità, stasera ci saluterà. Eccellenza, in questi giorni ha avuto modo di vedere qualcosa della nostra parrocchia, credo qualcosa di significativo: la nostra vocazione missionaria, il nostro stare insieme in maniera informale; abbiamo anche trascorso del tempo con lei come comunità francescana ed abbiamo avuto modo di apprezzarla ancora di più. Sappia che noi frati le vogliamo bene e le assicuriamo la nostra preghiera.” Poi, a seguito del dono che il Vescovo ha lasciato alla comunità, come già compiuto in tutte le altre Parrocchie visitate, padre Massimo ha aggiunto: “Come comunità francescana, la ringraziamo per la sua presenza e per il dono che ci ha fatto e che ci sentiamo di ricambiare. Per questo abbiamo pensato di darle un pensiero che ci rappresenta, semplice e povero: una penna ed un taccuino per scrivere i suoi pensieri; nelle prime pagine trova anche le preghiere di San Francesco.”
La comunità ha manifestato la sua approvazione con un grande applauso e, al termine della Messa, si è riunita nell’oratorio parrocchiale per salutare il Vescovo Bresciani con un gustoso aperitivo, un bel momento di convivialità vissuto con sentimenti di amicizia fraterna.
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