GROTTAMMARE – “I santi sono persone che hanno acquisito dei meriti per i quali possono intercedere presso Dio, ma non facciamo l’errore di pensarli come molto distanti da noi, irraggiungibili, magari con le stigmate e fautori di miracoli. Quelle sono grazie concesse gratuitamente dal Signore, ma non sono essenziali. Quello che è veramente importante è possedere le virtù. La virtù è un’attitudine stabile della volontà al bene. Ecco allora che comprendiamo come tutti siamo chiamati alla santità: se seguiamo Dio, se mostriamo questa predisposizione al bene, la nostra ordinarietà diverrà straordinarietà, come quella di ogni santo, come quella di mio figlio Carlo che aveva questa inclinazione al bene in ogni momento della giornata.” È con queste parole che Antonia Salzano, madre del beato Carlo Acutis, ha aperto il suo discorso domenica 16 ottobre, alle ore 16:30, presso la Chiesa di San Pio V a Grottammare, che per l’occasione era gremita di giovani e famiglie.
I giorni di festa in onore del Beato Carlo Acutis e l’incontro con Antonia Salzano sono stati proposti dal direttore Simone Incicco e da Giulia Damiani, responsabile dell’Adorazione Eucaristica Perpetua, e sono stati resi possibili grazie ad Alvaro Mascioni della casa Editrice Shalom, al parroco, Mons. Federico Pompei, ai sacerdoti della parrocchia, al Consiglio Pastorale Parrocchiale e ai tanti parrocchiani che hanno collaborato con generosità.
All’incontro di domenica, in particolare, c’è stata una risposta straordinaria, una partecipazione talmente grande che ha portato la Chiesa a riempirsi in ogni suo angolo e molte persone intervenute sono rimaste fuori nella piazza San Pio V.
Presenti anche diversi gruppi di ragazzi e di giovani accompagnati dai sacerdoti e dai catechisti.
L’incontro è stato introdotto e moderato dal direttore Simone Incicco che nel suo intervento inziale ha dichiarato: “Noi al Beato Acutis chiediamo l’intercessione presso Dio, affinché vengano accolte le nostre suppliche, ma chi compie i miracoli è Dio, a cui gli stessi Santi si rivolgono.
I santi, per utilizzare un paragone, sono come la luna, che nelle notti più buie possono rischiararci il cammino, ma solo perché riflettono la luce che viene da Dio.
Siamo qui per il Beato Carlo e il Beato Carlo credeva in Cristo Vivo e Risorto e nella Santa Eucarestia“.
Don Federico Pompei, parroco di San Pio V, nel suo saluto ha ricordato come si sia arrivato all’incontro dopo una preparazione durata 16 giorni, in cui la comunità ha avuto la possibilità di meditare la vita del Beato Carlo Acutis e di vivere la novena e la Santa Messa quotidiana.
Dopo la preghiera iniziale, con la richiesta di intercessione del Beato Carlo, la parola è passata alla mamma, Antonia Salzano.
Autentica, intima, a tratti commovente, la testimonianza di Antonia nel raccontare la vita di suo figlio Carlo ha tenuto la platea sempre attenta e partecipe.
“Forte era la sua volontà – ha detto la Salzano – per descriverla usava l’acronimo CIC, ovvero concentrazione, impegno, costanza, tutte qualità che metteva in ogni contesto. Carlo aveva frequentato la scuola dei Gesuiti ed ogni sera faceva l’esame di coscienza e si dava un voto. Era solito dire: ‘Dio ogni giorno ci presenta del bene da fare.’
E lui questo bene lo faceva naturalmente. Noi abitavamo a Milano, una città dove ci si imbatte spesso in vagabondi, extracomunitari, persone sole. Ebbene, Carlo si era organizzato come una piccola Caritas: si era segnato alcuni riferimenti per il vestiario, il cibo, anche per il denaro. Per questo motivo tanti fra loro erano presenti al suo funerale. Vi faccio anche un altro esempio. Milano è una città molto fredda, non solo nel clima, ma anche per le persone che sono molto prese dal lavoro. Carlo, invece, rompeva certi schemi. Il Liceo da lui frequentato aveva due ingressi: uno principale e uno secondario. Quando passava da quello secondario, trovava sempre il tempo, durante la ricreazione, di fare un salto a salutare il portiere all’entrata principale. Carlo sapeva come occupare il tempo e si prendeva i suoi tempi. Vi racconto anche un altro aneddoto. La signora che veniva a stirare da noi era stata lasciata dal marito e, quando lei era da noi, sua figlia tredicenne restava a casa da sola. Allora Carlo, per farla sbrigare e farla tornare a casa dalla figlia prima possibile, la aiutava a piegare i vestiti per farla andare via presto, prima del solito. Lui, che viveva in una famiglia agiata e poteva usufruire di un servizio, serviva la sua collaboratrice domestica. Potrei fare molti esempi ancora per raccontare la sua generosità di Carlo nei confronti degli altri e, allo stesso tempo, la parsimonia nelle cose che lo riguardavano. Ecco, allora, cosa significa vivere con virtù: eliminare tutti quei piccoli peccati veniali che, anche se all’inizio sono delle piccole macchie, si trasformano poi in una grande macchia che ci lascia nella mediocrità, ci fa venir meno il desiderio della santità e del Cielo.”
Molti gli episodi che hanno caratterizzato la vita del beato Acutis e che sono stati raccontati dalla madre, in particolare il suo amore per l’Eucaristia. “Carlo era solito dire che Gesù ci ha mostrato come glorificare il tempo – ha detto la Salzano – per tale ragione sapeva come dare valore alle sue giornate. Carlo ha ricevuto la Prima Comunione a sette anni e da lì in poi ogni giorno è andato a Messa e ha fatto l’adorazione eucaristica. Questo suo rapporto privilegiato con Gesù Eucaristia gli faceva realizzare ogni cosa: quando un giusto prega, infatti, ottiene le grazie. Pensiamo ad una stanza buia: quando entra un raggio di luce, riusciamo a vedere un pulviscolo nell’aria che prima non vedevamo. Così succede con l’Adorazione Eucaristica: riusciamo a vedere quelle piccole cose che normalmente non vediamo e così ci purifichiamo. Gesù, infatti, è l’Amore. E l’Eucarestia è la fonte dell’Amore, ci dà la carica per vivere nella pienezza del messaggio di Gesù. Da questo comprendiamo che l’Eucarestia e i Sacramenti sono molto importanti, perché ci aiutano a rispettare i Comandamenti, ovvero ad amare chi ci circonda. Ecco il segreto per essere santi: amare il prossimo come te stesso. In questo senso la battaglia non è contro nessuno, se non contro noi stessi. La Comunione, infatti, è un atto di volontà. Quando la facciamo sbadatamente, facciamo peccato. Al contrario, più noi dilatiamo il cuore e ci apriamo alla Grazia, più il Signore ce lo riempie. Ognuno di noi potenzialmente nasce santo. Ognuno di noi può esserlo vivendo una vita virtuosa. Quello che fa la differenza è la nostra volontà. Ai genitori dico: ‘allenate i vostri figli ad esercitare la forza di volontà, magari attraverso lo sport o qualche altra attività’.”
Sollecitata dalle domande dei presenti e del Direttore Simone Incicco, la Salzano ha concluso: “Tanti sono i segni che mio figlio Carlo ha lasciato in questi anni ai fedeli di tutto il mondo, come guarigioni ed apparizioni, ma, nella mia vita, il segno più importante è avvenuto quando mi è apparso in sogno per predirmi la gravidanza futura. Io ero avanti con l’età e sicuramente non mi aspettavo di rimanere incinta a 44 anni. Mi disse anche che sarebbe stato prima Beato e poi Santo. Quando Carlo è morto, per me non è stato semplice: mi sono sentita così orfana, più di quanto non lo fossi quando avevo perso mio padre. Poi ho capito che un figlio è una creatura di Dio e noi siamo solo affidatari. E ho capito anche che una vita bella non è una vita lunga, bensì una vita piena, in cui Gesù viene messo al primo posto.”
Al termine dell’incontro i presenti hanno potuto contribuire con una donazione libera all’acquisto della statua che ritrae il giovane Carlo Acutis e che in questi giorni è ospite nella Parrocchia di San Pio V.
L’idea, proposta dal Giornale Grottammare, è quella di trovare 250 persone disponibili a donare 50€ (o più) per l’acquisto della statua del Beato Carlo Acutis. Tutti coloro che aderiranno all’iniziativa avranno il proprio nome (a meno che non si voglia donare in maniera anonima) sulla targa che verrà posizionata ai piedi della statua dove tutti i benefattori saranno affidati.
Per aderire basta inviare un messaggio al numero 3286325380 (Simone) con il proprio nome e cognome e con la quota con la quale si decide di donare (50€ o più).
Nel concludere l’incontro, il Direttore Incicco, dopo aver ringraziato Antonia Salzano, il parroco don Federico Pompei, Alvaro Mascioni della casa Editrice Shalom, la parrocchia, tutti i presenti e ha affermato: “Cosa possiamo fare noi di concreto?
Sicuramente cambiare il nostro sguardo, sorridere grazie alla consapevolezza che Dio ci ama e, come ci ha testimoniato anche il Beato Carlo, vivere qualche momento in più in ginocchio davanti a Gesù Eucarestia, anche presso la Chiesa di Sant’Agostino, dove è esposto 24 ore al giorno tutti i giorni.
Possiamo così prendere confidenza e stringere un’amicizia più stretta con Gesù. Per diventare amici, infatti, bisogna passare del tempo insieme, frequentarsi e volersi bene e poi magari diventare Adoratori dell’Adorazione Eucaristica Perpetua e dedicare un’ora a settimana all’amico Gesù.
Molti qui già lo sono e vi possono testimoniare quale grazia sia per la loro vita. Come ce lo ha testimoniato Antonia per la vita di Carlo.”
Dopo l’incontro, Antonia Salzano si è resa disponibile a dialogare fuori dalla Chiesa con chiunque la volesse incontrare. In tanti hanno voluto fare un saluto ad Antonia, raccontando la loro esperienza personale, la richiesta di preghiere o per semplicemente ringraziarla.
Una bella testimonianza quella della Salzano che ha, a sua volta, stimolato altre belle testimonianze.
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