(Foto Vatican Media/SIR)

“Aiutare i poveri con il denaro dev’essere sempre un rimedio provvisorio per fare fronte alle emergenze. Il vero obiettivo dovrebbe essere di consentire loro una vita degna mediante il lavoro”. A raccomandarlo è stato il Papa, ricevendo in udienza i partecipanti al XXVII Congresso mondiale di Uniapac, in corso in Vaticano fino a domani. “La porta alla dignità di un uomo è il lavoro”, ha riaffermato Francesco, secondo il quale “il lavoro dev’essere inteso e rispettato come un processo che va ben oltre lo scambio commerciale tra datore di lavoro e dipendente” e “dovrebbe essere ben integrato in una economia di cura”, che “deve essere una dimensione di ogni lavoro”. “Un lavoro che non si prende cura, che distrugge la creazione, che mette in pericolo la sopravvivenza delle generazioni future, non è rispettoso della dignità dei lavoratori e non si può considerare dignitoso”, ha spiegato Francesco: “Al contrario, un lavoro che si prende cura, contribuisce al ripristino della piena dignità umana, contribuirà ad assicurare un futuro sostenibile alle generazioni future. E in questa dimensione della cura rientrano, in primo luogo, i lavoratori”. “Non basta portare il pane a casa, c’è bisogno di guadagnare il pane che si porta a casa”, ha aggiunto il Papa a braccio.

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