Nella parte finale del discorso rivolto ai partecipanti al XXVII Congresso mondiale di Uniapac, in corso in Vaticano fino a domani, il Papa ha proposto ai presenti di abbracciare il “patto” per una nuova economia promosso di recente ad Assisi per The Economy of Francesco. “Un’economia di pace e non di guerra”, ha specificato il Santo Padre: “pensiamo a quanto si spende per la fabbricazione delle armi. Un’economia che si prende cura del creato e non lo depreda; un’economia a servizio della persona, della famiglia e della vita, rispettosa di ogni donna, uomo, bambino, anziano e soprattutto dei più fragili e vulnerabili; un’economia dove la cura sostituisce lo scarto e l’indifferenza; un’economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui le pietre scartate dalla mentalità dominante diventano pietre angolari; un’economia che riconosce e tutela il lavoro dignitoso e sicuro per tutti; un’economia in cui la finanza sia amica e alleata dell’economia reale e del lavoro, non contro di loro”. “Oggi, ci sono centinaia, migliaia, milioni e forse miliardi di giovani che lottano per accedere ai sistemi economici formali, o anche solo per avere accesso al loro primo lavoro retribuito dove mettere in pratica le conoscenze accademiche, le competenze acquisite, l’energia e l’entusiasmo”, ha denunciato il Papa, incoraggiando dirigenti e imprenditori “a considerare una nuova alleanza con i giovani che hanno creato e si sono impegnati in questo Patto”.
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