“Oltre 2,5 milioni di persone in Nigeria hanno bisogno di assistenza umanitaria – il 60% sono bambini – e sono esposte a un rischio maggiore di malattie legate all’acqua, annegamento e malnutrizione a causa delle inondazioni più gravi degli ultimi 10 anni”. Lo ricorda oggi l’Unicef.
A causa delle inondazioni che hanno colpito 34 dei 36 Stati nel Paese, 1,3 milioni di persone sono sfollate. Oltre 600 persone hanno perso la vita e oltre 200.000 case sono state pienamente o parzialmente danneggiate. Casi di diarrea e malattie legate all’acqua, infezioni respiratorie e malattie della pelle sono già in aumento. Soltanto negli stati nord-orientali di Borno, Adamawa e Yobe al 12 ottobre erano stati registrati 7.485 casi di colera e 319 morti associate.
“I bambini e gli adolescenti nelle aree colpite dalle inondazioni sono in una situazione di estrema vulnerabilità – ha dichiarato Cristian Munduate, rappresentante Unicef in Nigeria -. Sono particolarmente esposti a rischi di malattie legate all’acqua e stress emotivo e psicologico. L’Unicef sta lavorando duramente con il Governo e altri partner per fornire assistenza salvavita a coloro che hanno maggiore bisogno”.
Secondo l’Indice del rischio climatico dell’Unicef, “la Nigeria è da considerarsi a ‘rischio estremamente elevato’ per gli impatti del cambiamento climatico, classificandosi come seconda su 163 Paesi. I bambini dei Paesi a ‘rischio estremamente elevato’ si trovano ad affrontare una combinazione letale di esposizione a molteplici shock climatici e ambientali, combinata con alti livelli sottostanti di vulnerabilità dei bambini, dovuta all’inadeguatezza dei servizi essenziali, come acqua e servizi igienici, assistenza sanitaria e istruzione”.
Ad oggi, l’Unicef ha supportato la risposta del governo in 3 Stati colpiti – Jigawa, Niger e Kaduna -, anche attraverso la fornitura di assistenza in denaro, distribuzione di kit contro il colera, team sanitari mobili guidati dal governo, centri di apprendimento temporanei e kit per l’apprendimento. Con ulteriore supporto, l’Unicef può ampliare la sua risposta in altri Stati per fornire attrezzature mediche salvavita e medicinali essenziali, clorazione dell’acqua e forniture igieniche, nonché per sostenere la prevenzione e la risposta alla violenza sessuale e di genere.

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