M. Chiara Biagioni

Cina e Stati Uniti devono “trovare il modo di andare d’accordo” per salvaguardare la pace e lo sviluppo nel mondo che “oggi non è né pacifico né tranquillo”. È quanto ha detto Xi Jinping in una dichiarazione scritta che è stata fatta leggere durante la cena di gala annuale del “National Committee on Us-China Relations” (Ncuscr) al Plaza di New York. Non una comunicazione diretta alla Casa Bianca, dunque, ma pur sempre un segnale che arriva a pochi giorni dalla elezione di Xi Jinping a segretario generale del Partito comunista cinese (Pcc), presidente della Repubblica Popolare e capo delle Forze Armate. “In quanto grandi potenze, il rafforzamento della comunicazione e della cooperazione tra Cina e Stati Uniti aiuterà ad aumentare la stabilità e la certezza globali e a promuovere la pace e lo sviluppo nel mondo”, ha aggiunto il presidente cinese. In questo modo, “non sarà solo un bene per entrambi i paesi, ma anche per il mondo”.

Interpellato dal Sir, Francesco Sisci, sinologo e corrispondente per anni e per diverse testate italiane da Pechino, invita a leggere queste dichiarazioni alla luce del prossimo G20 che si dovrebbe svolgere il 15 e il 16 novembre a Bali. “Il gesto è certo positivo e di distensione ma c’è dell’altro. Il punto è che Xi Jinping vuole arrivare al G20 come protagonista”, osserva Sisci, “e se in quell’ambito riesce ad ottenere un vertice con il presidente Biden, tutto il G20 ruoterà attorno a questi due leader. Se, viceversa, non c’è questo incontro, la Cina rischia di essere isolata e fare la fine del paria. Il problema è: gli Stati Uniti sono interessati a dare questa opportunità, questo salvagente alla Cina e in cambio di cosa?”. “Le trattative su questo incontro – aggiunge l’esperto – sono in corso da molto tempo e non si sono trovate finora le regole d’ingaggio. Perché la Cina ha bisogno che questo vertice sia un successo e non un fallimento. È interessante notare come in questa dichiarazione il presidente Xi Jinping propone questo incontro: chiede che si basi sul rispetto reciproco, la coesistenza pacifica e la cooperazione win win che porti cioè beneficio ad entrambe le parti. Sono però condizioni che possono essere considerate ambigue che si possono leggere in un senso o nell’altro. Bisognerà quindi vedere come gli Stati uniti reagiscono. Potrebbero anche non essere interessati a concedere al presidente Xi una vittoria diplomatica, che potrebbe poi giocarsi al suo interno. Sono condizioni ambigue. Naturalmente è sempre meglio un gesto positivo che uno negativo”. “Biden vuole un vertice in cui i due leader possano guardarsi in faccia e parlare di problemi veri. Non vuole un incontro di forma ma qualcosa di sostanziale”.

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