RIPATRANSONE – Si è svolta domenica 6 e lunedì 7 novembre la visita pastorale del vescovo Carlo Bresciani nella parrocchia San Savino di Ripatransone, guidata dal parroco don Lanfranco Iachetti.
Queste le parole di benvenuto rivolte a Bresciani da Edoardo Damiani, segretario del Consiglio Pastorale Parrocchiale: “Vescovo Carlo, benvenuto tra noi! Stamattina visita la nostra piccola parrocchia che appartiene alla vicaria Padre Giovanni dello Spirito Santo. Viene a rimotivare la nostra fede, come ha scritto nella sua lettera pastorale ‘Chiesa casa ospitale’, aiutandoci a ritornare alla fonte da cui scaturisce il nostro cammino di fede! Una fede senza dono e gratuità è incompleta, come una bella partita che finisce 0-0! La vita va giocata. Come? Decidendo di non chiudersi in difesa con il famoso catenaccio, ma di giocare la palla e non mollare fino al 90esimo minuto più recupero! Le presento – mi passi la metafora – i membri della squadra che sta giocando la partita tra i calanchi delle nostre colline: il Consiglio Pastorale e per gli Affari Economici, i confratelli della Buona Morte e le consorelle dell’Addolorata, il gruppo delle donne che puliscono la chiesa, alcuni educatori e un piccolo gruppo di giovanissimi. Stamattina abbiamo la gioia – mi passi ancora l’icona sportiva- di vederla come il nostro capitano! Da lei ci aspettiamo come poter continuare a giocare ‘la partita del Vangelo’ coscienti – questo lo sappiamo – che essa va giocata all’attacco. Ci aiuti! La ascoltiamo!”
Il vescovo Bresciani, durante l’omelia della Messa delle ore 11:15, ha ripreso la metafora calcistica, affermando: “La Parola di Dio di oggi ci invita a riflettere su come restare fedeli a noi stessi nelle difficoltà. Il nostro cammino di fede, infatti, non sempre è facile e spesso incontriamo dei problemi. In alcune parti del mondo ci sono cristiani perseguitati come i sette fratelli di cui si racconta nella Prima Lettura: ad esempio in Pakistan, in Oriente, in America Latina e nache in alcune parti dell’Africa. Ma anche in altre realtà come la nostra ci possono essere problemi, non certamente di persecuzioni, ma di natura diversa: pensiamo agli ostacoli che ci ha procurato la pandemia o magari alla difficoltà di opporci ad una mentalità comune corrente o anche ai venti di guerra che continuano a soffiare in mezzo a noi. Ci chiediamo dunque: come restare fedeli a noi stessi nelle difficoltà? Su cosa giochiamo la nostra vita? Possiamo giocarla sul ‘fanno tutti così’? Possiamo giocarla sulle difficoltà? Certamente no, perché, se io credessi in una persona solo quando non c’è alcuna difficoltà, che amore sarebbe?! Come vivo la fede io come persona? In che modo la viviamo noi come comunità? Riscopriamoci comunità in cammino. Da soli siamo sempre più deboli; insieme, invece, siamo più forti.”
“E dove va questo nostro cammino? – ha proseguito Bresciani – Certamente non va verso il nulla, verso il vuoto, bensì verso la vita che non avrà fine. Noi troviamo, in questa speranza a cui Gesù ci apre, uno spiraglio di luce che ci aiuta a superare ogni difficoltà, ogni problema, ogni tentazione, ogni certezza, ogni paura. Questa speranza e questa fiducia che poniamo in Dio è quella che ha guidato tanti Martiri, tanti Santi, anche nella vostra comunità, anche tra quelli che hanno combattuto per la pace dando la propria vita. In questo cammino essere Chiesa significa questo: percorrere insieme questa strada che porta alla vera vita che non finirà. E in questo cammino – ha concluso il vescovo Carlo – non siamo soli: Gesù è sempre con noi. Egli infatti ci ha detto: ‘Io sarò con voi tutti i giorni della vostra vita.’”
Al termine dei riti di Comunione, prima della benedizione finale, il parroco don Lanfranco ha ringraziato il vescovo Bresciani con queste parole: “Il nostro vescovo Carlo, in maniera molto semplice, fin dalle prime battute di stamattina appena è entrato in Chiesa, si è rivelato un calciatore provetto. Ha guardato l’altare, ha visto come lo abbiamo abbellito e ha detto: ‘C’è un calcio d’angolo!‘ E le parole che ne sono seguite mi hanno dato lo spunto per fare alcune riflessioni. La prima è questa: mi affascina moltissimo questo Gesù che nella partita della vita non vuole stare al centro, mai. Mi piace tanto questo Gesù che aspetta che la palla vada fuori della riga per poi rimetterla dentro, per farci rilanciare nuovamente la palla. Mi piace questo Gesù che ci dà sempre una seconda occasione, ua seconda possibilità. Poi una seconda riflessione: quando la nostra squadra gioca, andiamo alla partita perché vogliamo fare il tifo o vogliamo fare gli ultras? Quelli che dagli spalti gridano: ‘Ma perché gli fai fare il centrocampista? Perché non lo metti in attacco?’ Questo fra di noi forse può andare anche bene, ma dobbiamo avere il coraggio di dirlo al Signore. Vedete, quello che fa vincere la partita della vita – come succede in quella del calcio – non è la forza d uno, bensì la forza della squadra, degli 11, dei discepoli, della Chiesa. Quando si scende in campo, non si pensa al risultato della partita scorsa, di un mese fa, di un anno fa, di dieci anni fa: quella possiamo averla vinta o persa, non importa. Importa, invece, la partita di oggi, perché noi dobbiamo giocare adesso. Infine l’ultimo pensiero: mi è molto piaciuta un’epressione che ha usato lei, Eccellenza: ‘attraversare la vita’. La vita va attraversata. Non si sta sugli spalti a guardare, bensì si scende in campo a fare qualcosa, perché, quando si è in campo, si è sempre generativi. Sempre. Magari scopriamo che c’è qualcuno che sa giocare in più ruoli, che non si tira indietro quando viene a mancare qualcosa o qualcuno, quel numero, quella maglia, quel volto. Ma si mette dentro. Nel campo non si guardano i fallimenti, si guarda a creare qualcosa di buono, si guarda alla generatività. Allora non dobbiamo restare a casa, perché da casa sicuramente non facciamo nulla. Dunque scendiamo in campo, riscopriamo la voglia di giocare. Grazie, Eccellenza, per averci detto di avere fiducia. Il Signore è lì in campo con noi e che ci dice: ‘Ci sto. Tu potrai fare goal, se ci sono io.’ Mi auguro allora che la parola chiave di questa visita pastorale possa essere generatività.”
Presente, tra i tanti fedeli accorsi per la Messa, anche il primo cittadino Alessandro Lucciarini De Vincenzi, il quale ha dichiarato: “Grazie Eccellenza per la sua presenza. Anche se oggi avevo degli impegni personali con mio figlio ai quali ho dovuto rinunciare, non potevo mancare qui, oltre che per la sua illustre presenza, anche per il fatto che l’assessore Alessandro Ricci qui presente ci teneva molto, essendo lui un cittadino della zona. Quel calcio d’angolo sistemato sull’altare mi piace molto. Mi ricorda che le partite si giocano tutti insieme, nessuno escluso. Mi ricorda anche che bisogna rispettare le regole. Provate un po’ a giocare su un campo senza linee, senza limiti! Non riuscireste a giocare. Mi piace anche quell’erba verde, rigogliosa. Da rappresentante delle istituzioni, dunque, io mi auguro che ciascuno di noi giochi sempre nel rispetto delle regole e che il nostro campo sia sempre verde, fiorente e ricco di speranza.”
A seguire alcuni bambini e ragazzi presenti, a nome di tutta la comunità, hanno portato al vescovo alcuni doni, segno di una Chiesa che scende in campo e si mette in gioco: un campo da calcio da mangiare, ovvero un dolce preparato da un’educatrice della parrocchia; alcuni biscotti di pastafrolla a forma di pallone da calcio preparati da una giovanissima della comunità; una lampada a forma di pallone bianconero che è stata consegnata da due bimbe, le più piccole tra i ragazzi che partecipano al Catechisimo, le quali hanno detto: ‘Ti regaliamo questa lampada, così, quando la accenderai, ti ricorderai della nostra Chiesa.'” Consegnata anche una bottiglia di olio dop, un’eccellenza del territorio.
Prima della benedizione è stato conferito a tutte le famiglie della comunità il mandato pastorale, attraverso un bel pensiero dal valore simbolico: un portachiavi a forma di pallone, invito a mettersi in gioco e ad essere quindi generativi.
La Messa si è conclusa tra gli applausi dei fedeli e, subito dopo la benedizione, tutta la comunità si è riunita nel piazzale antistante l’edificio sacro per consumare insieme al vescovo Bresciani un gustoso aperitivo.
La visita pastorale si è conclusa lunedì pomeriggio, prima con l’incontro del vescovo con due famiglie che hanno vissuto momenti di sofferenza, poi con la visita ad un’importante attività imprenditoriale del territorio.
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