COMUNANZA – Quasi 300 persone hanno riempito l’auditorium “Adriano Luzi” di Comunanza per il convegno dal titolo “Simone De Magistris e Giuseppe Ghezzi: due protagonisti dell’Arte a Comunanza”, domenica 6 novembre.
Certamente la presenza, confermata pochi giorni prima, del neo sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi ha influito sul buon esito dell’evento, che ha richiamato nel paese montano anche il senatore Guido Castelli, l’onorevole (ed ora vice presidente della Commissione Cultura) Giorgia Latini e lo storico dell’arte e direttore della Pinacoteca di Ascoli Stefano Papetti. Presenti all’evento anche gli assessori regionali Andrea Antonini e Chiara Biondi, la dirigete del settore Cultura della Regione Daniela Tisi ed il presidente del Bim Tronto Luigi Contisciani.
Paola Di Girolami, direttrice dei Musei Sistini del Piceno e organizzatrice dell’evento, ha fatto gli onori di casa insieme con il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni e l’assessore alla Cultura Francesca Perugini.
Il tema dell’incontro era tutt’altro che scontato, per un momento di approfondimento cultu-rale che ha visto protagonisti due artisti – Simone De Magistris e Giuseppe Ghezzi – che hanno lasciato il segno nel Piceno, e nell’entroterra in particolare, influenzati da espres-sioni artistiche legate alla fede religiosa e nella quale ancora aleggia la figura di Papa Si-sto V, di cui si continua a festeggiare il 500esimo anniversario della nascita.
«Simone De Magistris – ha detto la direttrice Di Girolami – ha operato nel nostro territorio tra la fine del ‘500 e l’inizio del secolo successivo, risentendo positivamente della vivacità artistica, attivata dal Papa piceno, grazie al quale sono stati aperti diversi cantieri, come quello della cattedrale di Montalto, il “Palazzo della Signora”, che sorge proprio di fronte alla Cattedrale, edificato in nome della sorella del pontefice».
«La statua di De Magistris – ha continuato Paola Di Girolami – è la seconda opera sculto-rea nota dell’artista, prima conosciuto soltanto come pittore e stuccatore. E questa mette in grande evidenza la sua capacità di modellare la materia, emerso anche grazie all’eccellente lavoro di restauro».
«Le Marche rappresentano l’Italia, perché qui hanno operato storicamente artisti anche di altre regioni», sono state le parole di Vittorio Sgarbi che, dall’alto del nuovo ruolo appe-na assunto, ha promesso impegno nel valorizzare e promuovere il patrimonio artistico del-le nostre terre.
De Magistris, pittore e scultore “visionario” per dirla con le parole del Sottosegretario ed il cui stile si pone tra Lorenzo Lotto e Michelangelo.
Sgarbi si è soffermato anche sull’importante ruolo di Giuseppe Ghezzi, nato a Comunan-za e di cui ricorrono i 300 anni dalla morte (Roma 1721), protagonista – insieme al figlio Pierleone – della vita artistica e culturale a cavallo tra ‘600 e ‘700.