“La polarizzazione corrode tutti i tentativi di soluzione e l’unica cosa che installa è la disperazione e l’incredulità”. In questo contesto, “è imperativo recuperare la nostra capacità di dialogo; cioè, avvicinarsi, ascoltare, conoscersi e riconoscersi, cercare punti di contatto che ci aiutino a trascendere”, poiché “per aiutarci a vicenda, abbiamo bisogno di dialogare”. È quanto ha scritto Papa Francesco in un messaggio alle Giornate di Pastorale Sociale, organizzate dall’Arcidiocesi di Buenos Aires, che quest’anno celebrano il proprio 25° anniversario, mettendo insieme vari esponenti e leader della società civile. Il Papa sottolinea “la necessità e l’importanza di questa sana usanza”. Infatti, “negli incontri si cerca di discernere il presente e ci si sforza di immaginare un possibile futuro, e questo è urgente se si guarda alla situazione mondiale: le guerre, con la loro minaccia nucleare; la recente pandemia e le sue conseguenze a diversi livelli; la crisi ecologica e migratoria; l’aumento della cultura dello sfruttamento e dello scarto… problemi ai quali si potrebbero aggiungere situazioni locali”. Dietro a queste realtà, ha confidato il Pontefice, “come una musica di sottofondo, mi preoccupa la crescita di polarizzazioni ed estremismi che ci impediscono di costruire e incontrarci in un ‘noi’ comune. Sono tanti i conflitti che la ritirata in trincea, spesso ideologica, impedisce di risolvere”. Purtroppo, secondo il Papa, “a poco a poco, si è eroso il senso di appartenenza capace di spezzare la tirannia della divisione e dello scontro, per rendere possibile, con tutte le legittime differenze che possono esistere, la convergenza di volontà nella ricerca della bene comune, che è molto più della somma dei singoli beni”.

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