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Martinez: “A Rimini l’epilogo del Giubileo d’Oro: non chiuderemo una porta, ma spalancheremo il RnS tutto a nuovi inizi”

foto SIR/Marco Calvarese

Francesca Cipolloni

“Una convocazione per aiutare e per accompagnare quanti hanno nel cuore la disponibilità a servire il Signore nel tempo che viene”, ma anche un’occasione per guardare con fiducia al futuro e anticiparlo nel presente, senza disperdere nulla dei tesori che lo Spirito ci ha affidato in questi anni”. Va dritto al punto, Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, nel presentare la 46^ Conferenza nazionale animatori che inizia oggi fino a domenica (9-11 dicembre 2022) a Rimini riportando in presenza un appuntamento fondamentale per gli animatori del RnS, coloro cioè che nel movimento ecclesiale guidato dallo Spirito Santo svolgono ruoli di guida, accompagnamento, servizio.

Dopo gli anni condizionati dal Covid 19, il Rinnovamento torna infatti – e finalmente – al Palacongressi di Rimini, luogo ‘storico’ in cui, fin dalle origini, la spiritualità carismatica ha mosso i passi di un cammino lungo 50 anni.
Certamente un ritorno “alle sorgenti”, tanto atteso.La città di Rimini è stato luogo fontale del cammino ecclesiale del RnS. La Convocazione aperta a tutti in primavera, con migliaia e migliaia di persone (fino a 54.000), e la Conferenza riservata ad animatori e responsabili (quest’anno, la 46esima, con oltre 4.000 fratelli e sorelle), rappresentano un unicum al mondo,volto compiuto di una Chiesa che respira “a due polmoni”, sacramentale e carismatico, e che mette in auge il “popolo di Dio”, con un’animazione spirituale e con una formazione ed evangelizzazione mirate, che tutti ambiscono a coinvolgere.A ben vedere, la città di Rimini è stata come “il palcoscenico dello Spirito Santo”: generazioni di cardinali, vescovi, sacerdoti, teologi, testimoni, leader provenienti da tutto il mondo hanno reso visibile la cultura della Pentecoste, favorendo lo sviluppo ecclesiale della spiritualità carismatica, nel duplice registro dell’identità cattolica e del dialogo con le altre tradizioni cristiane, per riaffermare l’unità della fede nello Spirito Santo. Quanto bene i miei occhi hanno visto nei 25 anni in cui ho avuto la grazia e il privilegio di favorire lo sviluppo del Movimento Carismatico in Italia, sotto lo sguardo e l’incoraggiamento di tre saggi e lungimiranti Pontefici come Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.

“Mi ami tu?” (cf Gv 21, 16). Sono le parole dell’evangelista Giovanni a guidare le tre giornate rivolte agli oltre 4mila partecipanti attesi: quale mandato verrà consegnato agli animatori del RnS?
È una domanda che non ammette mezze risposte o riduzioni di senso; è “la domanda delle domande!”. Noi sappiamo, Gesù ce lo ha mostrato, quanto sia esigente e al contempo esaltante amare il Padre, che ci ama incondizionatamente. È la nostra fede in Dio amore che ancora ci chiama a seguirlo e a servirlo nei fratelli, nel prossimo e nei lontani, aderendo con gioia e con responsabilità all’appello del Signore. Gesù tre volte formulerà all’indirizzo di Pietro la domanda “Mi ami?”. A ogni affermativa risposta dell’Apostolo, Gesù fece seguire una consegna: “Pasci le mie pecore” (cf Gv 21, 15-17).Anche noi vogliamo lasciarci sorprendere dalla fiducia con la quale Gesù vuole associarci al suo servizio d’amore, al suo amore di predilezione, per prenderci anche noi cura di un mondo malato d’amore, che ha nel deficit d’amore per Dio e per il prossimo la sua più triste e drammatica evidenza.Questa Conferenza giunge al termine del quadriennio di servizio 2019 – 2022 di tutti gli Organismi pastorali in seno al Rinnovamento nello Spirito. Come da tradizione, abbiamo predisposto un testo – intitolato proprio “Mi ami tu?” – per aiutare e per accompagnare quanti hanno nel cuore la disponibilità a servire il Signore nel tempo che viene, in vista dei rinnovi degli Organismi stessi, perché tutti e insieme si possa fare discernimento sulla “chiamata a servire”, dunque sulla vocazione missionaria, comunitaria, ecclesiale e sociale che ci attende.

Con la speciale Concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei il 10 dicembre si concluderà il Giubileo d’Oro: che momento sarà?
Cinquanta anni fa il Rinnovamento nasceva a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana, e a San Mauro Pascoli, nella diocesi di Rimini, per iniziativa di un missionario canadese, p. Valeriano Gaudet, e di un teologo gesuita americano, p. Francis Sullivan. Quanta storia sacra è passata da quei benedetti giorni! Quanta gloria di Dio abbiamo visto e toccato nella vita di tanta gente, spesso lontana da Dio o ostile alla Chiesa. Tra “memoriale e memoria grata”, abbiamo vissuto un Giubileo d’oro “diffuso” sul territorio, a larga partecipazione popolare, con il privilegio accordatoci dalla Penitenzieria Apostolica, a nome del Pontefice, dell’Indulgenza plenaria lungo tutto l’anno di attività. Giubileo indica “gioia”, gioia cristiana, effetto (“frutto”) dell’amore effuso nei nostri cuori (cf Gal 5, 22). Gioia procurata dallo Spirito nell’annunciare e nel servire ciò in cui crediamo: Gesù, il Signore, che opera ancora con potenza, che accredita la Sua Parola con segni, miracoli, prodigi, che rende capaci e forti i Suoi discepoli mediante i carismi elargiti dal suo Santo Spirito! Questo è l’inno di vita nuova che da 50 anni intoniamo e che vogliamo continui a suscitare giubilo nella Chiesa e nel mondo.A Rimini sarà l’epilogo del Giubileo d’Oro: non chiuderemo una porta, ma spalancheremo il RnS tutto a nuovi inizi, a nuovi esiti.

Papa Francesco, proprio commentando il versetto che segna il tema della Conferenza, in occasione del 60° anniversario dell’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II, ha parlato di una Chiesa che sia “pazza di amore per il Signore”. Come tradurre questo auspicio in fatti, specialmente in questo delicato tempo di ripresa post pandemica?
Già san Giovanni Paolo II, nella Novo Millennio Ineunte, aveva parlato di “ardore di affetti e di invaghimento del cuore” (n.33) per definire “l’incontro con Cristo”.Impressiona vedere la tiepidezza di tanti credenti o la fede dubitativa di quanti vivono incuranti della risurrezione di Gesù. 2.000 anni fa: la meschina cifra dell’orgoglio umano è stata ribaltata dalla vittoria del bene sul male, della gioia sulla tristezza, della pace sulla violenza.Le tante povertà emergenti e le tante ricchezze negate che caratterizzano la nostra vita associata; il pervasivo pensiero antropologico unico, che sfida l’umanesimo cristiano e la sua capacità incontrovertibile di affermare la dignità integrale e trascendente dell’uomo devono essere abbordate e affrontate con una nuova audacia, con una maggiore apertura alla potenza trasformatrice dello Spirito Santo. Lo chiede con insistenza Papa Francesco leggendo i segni dei tempi.La storia, purtroppo, sembra procedere come se Cristo non fosse vivo, specie quando sono proprio i cristiani a declinare le responsabilità sociali, morali, culturali che discendono dalla fede.Certamente, la pandemia è stata la cartina al tornasole di una crisi spirituale che attraversa il cuore delle istituzioni, perché è intanto nel cuore degli uomini. Sì, serve nuova passione per Dio e per gli uomini; un maggiore trasporto interiore verso tutte le povertà che affliggono il genere umano. Ma questa “pazzia d’amore per il Signore”, che io amo chiamare “pazzia cristica”, certo non si compra, né si eredita, né si impara studiando il Catechismo: serve l’incontro personale e travolgente con la persona di Gesù, con il suo Vangelo e serve che avvenga nella Chiesa, che di Gesù è il corpo vivo! Certamente il RnS non arretra e continuerà a muoversi in questa direzione.

Il Movimento è alla vigilia della chiusura del mandato di servizio e si attendono importanti novità che segneranno la vita del Rinnovamento nello Spirito con il nuovo quadriennio 2023-2026. Con quale “sguardo” ci si prepara al futuro?
Il quadriennio di servizio 2023 – 2026 sarà contrassegnato da un rinnovo assai significativo degli Organismi di servizio alla guida del Movimento; in primis dall’elezione di un nuovo direttivo del Movimento, con profondi cambiamenti a livello nazionale e regionale.Ci sarà però “continuità” spirituale e pastorale, una “visione unitaria” del cammino, come in questi anni, per riaffermare il fondamento teologico – kerigmatico e carismatico – del Movimento, ben radicato nelle Chiese locali, operoso sul fronte della formazione degli aderenti, dell’evangelizzazione ai vicini e ai lontani, della missione agli ultimi.Nel quadriennio 2019 – 2022 l’insorgere della pandemia da covid-19 ha segnato il nostro cammino, ma ci ha permesso di vivere una storica conversione digitale, una svolta all’interno del RnS, assicurando l’unità e il coinvolgimento di tutte le componenti del Movimento e un’apertura di orizzonti tutti da esplorare guardando alle nuove generazioni.Occorre guardare con fiducia al futuro e anticiparlo nel presente,dando maggiore fiducia ai giovani, preoccupandoci seriamente di fare cristiani i nostri figli e di rifare cristiana la società, senza disperdere nulla dei tesori che lo Spirito ci ha affidato in questi anni.

Redazione: