GROTTAMMARE – Grande gioia in riviera per il titolo assoluto di Campioni d’Italia di Bocce nella Specialità Coppia vinto dal grottammarese Matteo Angrilli e dal sambenedettese Boris Cassarino che militano nella società A.S.D. Castelfidardo e che, a Bergamo, hanno superato tutti gli altri atleti provenienti dalle migliori società d’Italia. Oggi, domenica 11 dicembre, alle ore 16:30, presso la Bocciofila di Grottammare, si terranno i festeggiamenti in presenza delle autorità civili della città e del presidente regionale della Federazione Bocce, Corrado Tecchi.
Per l’occasione abbiamo intervistato i due atleti campioni d’Italia.
Quando è iniziata la vostra passione per le bocce?
Matteo: Da adolescente preferivo il calcio, ma già intorno ai 12/13 anni avevo iniziato a seguire le orme di mio padre che è tuttora un grande appassionato. Dopo la maggiore età, con le prime vittorie nelle categorie giovanili, la passione è aumentata e ho continuato a vestire la maglia della Bocciofila Sambenedettese, riuscendo a conquistare due titoli italiani a squadre. Passando nella Categoria Senior, ho vestito più maglie a livello regionale, avendo la fortuna di vincere numerose gare a livello nazionale e regionale.
Boris: Io ho iniziato a 11 anni, quando mio padre, che faceva parte del direttivo della Bocciofila di Castel di Lama, organizzò una scuola bocce per ragazzi. Mi ricordo che partecipammo in tanti: eravamo una trentina. Sette tra questi giovanissimi non hanno più smesso. Me compreso. L’esperienza con gli altri giovani è stata molto bella: con la maglia de “La Sportiva Castel di Lama”, infatti, abbiamo vinto il titolo italiano a squadra nella Categoria D nell’anno 2004. Da qui la passione non è venuta mai meno e ancora oggi, che ho 34 anni, dopo vari risultati conseguiti anche nella massima serie, non è venuta meno la tenacia nell’affrontare le sfide.
Come è nata la vostra coppia di gioco?
Matteo: Per molti anni sono stato capitano della Società Bocciofila A.S.D. Montegranaro alla quale, ad un certo punto, ho chiesto di arruolare il giovane Boris che, secondo me, era in possesso di talento e qualità tali da poter garantire una crescita personale e della squadra.
Boris: Due anni fa siamo poi entrati nel team della Società A.S.D. Castelfidardo, conquistando presto due titoli di categoria A2. Ci siamo trovati subito bene e sono grato a Matteo che, con la sua esperienza, mi ha migliorato molto come atleta.
Come vi siete preparati per questa importante competizione?
Matteo e Boris: Ci siamo organizzati compiendo tre allenamenti settimanali per prepararci sia a livello tecnico che a livello fisico. Dovendo trascorrere molte ore in piedi, infatti, è importante mantenere il tono muscolare allenato. Quello delle bocce è uno sport che, visto dall’esterno, sembra solo un gioco, ma in realtà, per raggiungere risultati importanti, necessita anche di molta preparazione.
Qual è stato il momento più bello della finale?
Matteo: Abbiamo giocato una finale quasi perfetta. Il tiro decisivo è capitato al mio compagno il quale ha dovuto cimentarsi con una bocciata, ovvero un fondamentale che in genere non attiene al suo ruolo che, invece, è quello di puntista. Quando si è reso conto di aver indirizzato bene il tiro, il suo grido di gioia è stato ripreso da tutte le emittenti presenti e si è sentito in maniera distinta per tutta la bocciofila.
Boris: Anche per me quello è stato il momento più bello di questa manifestazione. L’urlo finale è stato liberatorio e dettato dalla gioia del momento. In genere le esultanze sono molto contenute per non perdere la concentrazione nel gioco; ma, in questo caso, essendo l’ultimo tiro della partita e riguardando una competizione nazionale, mi sono preso questa licenza!
Visto che avete vinto più titoli, qual è la vittoria a cui tenete di più?
Matteo: La vittoria più prestigiosa per me, oltre al titolo italiano, è quella della Coppa Italia di Comitato conquistata a Modena nel 2016. Mi è rimasta particolarmente nel cuore, perché vincere insieme è sicuramente più faticoso, ma anche più soddisfacente.
Boris: Personalmente ritengo che l’ultima vittoria, conseguita quest’anno a Bergamo, sia la più prestigiosa che un atleta di bocce possa conseguire e, con lo stesso piacere, ricordo la vittoria di Modena del 2016. Ma, oltre a queste, tengo in particolar modo a ricordare anche una gara organizzata dalla Bocciofila di Morrovalle, dove con Matteo ho vinto la mia prima gara a coppia di alto livello.
Le bocce sono spesso considerate un passatempo per gli anziani; voi, invece, siete la dimostrazione del contrario. Come ringiovanire le bocciofile italiane?
Matteo e Boris: Nelle manifestazioni a carattere nazionale, in particolar modo nei campionati di serie, l’età media degli atleti è molto bassa, indicativamente tra i 25 e i 30 anni. Le bocciofile, invece, spesso, sono frequentate quotidianamente da persone di una certa età. Da un lato, questo è un bene, in quanto significa che le bocciofile svolgono una funzione sociale importante di aggregazione e condivisione. Dall’altro, però, sarebbe bello vedere anche qualche ragazzino appassionarsi a questo sport. Per stimolare i più giovani, secondo noi, la prima mossa da fare è investire nelle scuole bocce. Abbiamo visto molti bambini interessarsi al gioco, non tanto all’interno delle partite, che possono risultare lunghe e magari estenuanti, bensì sottoforma di attività ludiche che allenano comunque la percezione degli spazi e delle distanze e soprattutto fanno divertire. Questo sport, inoltre, ha una funzione educativa molto importante: allenandosi, infatti, a gestire la partita, i ragazzi si allenano anche al controllo del carattere, migliorando non solo le prestazioni di gioco, ma anche le loro doti umane.
A chi volete dedicare la vittoria?
Matteo: Il mio ringraziamento più grande va a mia moglie Maribel e ai miei figli, Leonardo e Sofia, che mi permettono di assentarmi per le gare, senza pressioni, anzi sostenendomi anche da casa con il tifo e l’affetto.
Boris: Anche per me la dedica è rivolta ai miei familiari: alla mia compagna Valentina che mi sostiene e mi incoraggia; a mio figlio Christian che è nato quest’anno e che finora ha portato proprio bene; a mio padre che mi ha trasmesso questa grande passione e che è il mio primo tifoso.