Patrizia Caiffa
Nel mondo i rifugiati sono 103 milioni, una cifra record senza precedenti, pari ad 1 abitante su 77, più del doppio di 10 anni fa (1 abitante su 167). Il 2022 è l’anno in cui l’Europa ha dimostrato di poter accogliere oltre 4,4 milioni di profughi ucraini che hanno ottenuto la protezione temporanea, senza perdere nulla in termini di sicurezza e benessere. Sono stati 10 milioni gli ingressi di profughi dall’Ucraina nei soli quattro Paesi membri confinanti ma anche 6,3 milioni i rientri più o meno stabili. Il 2022 è però anche l’anno in cui l’Ue “ha fatto di tutto per tenere fuori dai propri confini poche decine di migliaia di persone bisognose di protezione provenienti da altre rotte ed altri Paesi”. È avvenuto dalla Grecia a tutti i Balcani, dalla Libia alla frontiera con la Bielorussia, dalle enclave spagnole sulla costa africana alle acque del Mediterraneo e dell’Atlantico sulla rotta delle Canarie fino all’ultima “novità” dell’anno, i moli dei porti italiani. Un “pericoloso doppio standard” in materia di asilo – “solidali con gli ucraini e discriminanti e in violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali con altri” – che viene denunciato nel Report 2022 sul diritto d’asilo della Fondazione Migrantes, curato da Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti e presentato oggi a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana.
Ue: 228.240 ingressi “irregolari”, 1.800 morti nel Mediterraneo. Fino a settembre 2022 sono stati 228.240 mila gli ingressi “irregolari” alle frontiere esterne dell’Ue. Verso la fine di ottobre 2022 la stima (minima) dei migranti morti e dispersi nel Mediterraneo è di 1.800 unità, di cui 1.295 morti e dispersi nella rotta del Mediterraneo centrale. Nel 2021 c’è stato anche un aumento impressionante di morti e dispersi sulla pericolosissima rotta dell’Atlantico occidentale verso le Canarie: dalle 877 vittime stimate nel ’20 alle 1.126 del ’21 (+ 28%). Gli ultimi anni hanno visto in netta crescita gli attraversamenti “irregolari” delle frontiere esterne dell’Ue dai Balcani occidentali: dai 5.900 del 2018 ai 106.400 dei primi nove mesi di questo 2022, anche molti tentativi sono stati compiuti da singole persone. L’Oim conta almeno 252 rifugiati e migranti che hanno perso la vita in azioni realizzate dalle autorità europee e denunciate dai sopravvissuti come pushback (respingimenti illegittimi) fra il 2021 e l’ottobre 2022. Alle quattro frontiere di terra con Slovenia, Austria, Svizzera e Francia i migranti “irregolari” rintracciati sono in crescita ovunque: oltre 4.800 quelli rintracciati dalla sola polizia di frontiera di Trieste e Gorizia nel 2022 fino a metà settembre, + 12% rispetto allo stesso periodo del ’21.
Le “riammissioni” in Italia e i respingimenti dal confine con la Francia sono stati 27.301 nel 2022.
Record di respingimenti verso la Libia: 32.400 persone. Il 2021 vanta il triste “record” del numero di migranti e rifugiati intercettati dalla cosiddetta Guardia costiera libica e ricondotti (“o meglio deportati”, precisa il report) in un sistema organizzato di miseria, arbitrio, vessazioni, taglieggiamenti e violenze: 32.400 persone contro le 11.900 del 2020. A partire dal 2017, anno del “memorandum Roma-Tripoli”, i “deportati di Libia” sono ormai 104.500 e a partire dal 2016 118mila.
Ue: +29% richieste d’asilo nel 2021. Nel 2021 hanno chiesto asilo per la prima volta nel territorio dell’Unione europea circa 537mila persone: + 29% rispetto al 2020. E il primo semestre ’22 vede già 365mila richiedenti, contro i 201 mila dello stesso periodo del ’21. Nel 2021 si è registrata
una diminuzione di decisioni positive (202mila contro 212mila nel 2020), con un tasso di riconoscimento pari al 38,5%, contro il 40,7% dell’anno prima.
La Siria (circa 99mila richiedenti nel ’21) e l’Afghanistan (85mila) sono ormai da anni le cittadinanze principali delle persone che cercano protezione nell’Ue. A seguire, nel 2021, Iraq, Pakistan, Turchia, Bangladesh, Venezuela, Somalia, Marocco e Colombia. Tra gli arrivi via mare del 2022 sono in aumento afghani e siriani, anche se le tre prime cittadinanze negli “sbarchi” rimangono come nel 2021 quelle tunisina, egiziana e bangladese.
In Italia vivono poco meno di 296mila rifugiati (giugno ’22), compresi i 171mila profughi ucraini (settembre ‘22): una cifra che equivale a
5 persone ogni 1.000 abitanti.
Alla stessa data i rifugiati in Francia erano 613mila e in Germania 2.235.000. “Viene così da chiedersi chi dovrebbe prendersi i migranti da chi, per restare al livello dell’attuale dibattito nell’Ue – si legge nel report della Migrantes -. Piuttosto, occorrerebbe discutere del fatto che le persone che sbarcano sulle nostre coste, a differenza di molte altre che chiedono protezione nell’Europa continentale, devono essere prima salvate da un mare pericoloso con missioni di soccorso degne di questo nome e dovrebbe essere loro risparmiato l’inferno di Libia: qui sì, è vero che l’Italia non può farcela da sola”.
103.161 nel sistema di accoglienza italiano. Alla fine di ottobre 2022 si trovavano in accoglienza in Italia 103.161 fra richiedenti asilo, rifugiati e migranti. L’incidenza degli esiti positivi varia moltissimo a seconda delle cittadinanze d’origine: nel 2022 si passa dall’8% per quella tunisina al 95% per quella afghana e al 94% per quella ucraina. Molto basse le incidenze per le tre cittadinanze principali: Pakistan 34%, Bangladesh 20,5% e Nigeria 41%.
18.801 sono i minori stranieri non accompagnati (Msna) “presenti e censiti” in Italia alla fine di settembre 2022: erano 9.661 alla stessa data dell’anno scorso (+ 94%). Nel 2022 sono arrivati soprattutto dall’Ucraina (6mila, quasi la metà del totale) e poi da Egitto (1.600 circa), Afghanistan, Tunisia, Albania, Bangladesh, Pakistan, Kosovo. La percentuale di riconoscimento del diritto d’asilo per i minori è nettamente superiore: quasi il 74% nel 2022, contro il 45% generale. La metà dei minori stranieri che viaggiano soli sono afghani.
Ong e salvataggi in mare. Dal 2016 ad oggi sono 38 le navi e gli aerei allestiti da Ong per salvare persone nel Mediterraneo. Al 15 giugno erano 21, di cui 7 operative e in grado di svolgere operazioni di Search & rescue (Sar) mentre 3 svolgono solo compiti di ricognizione e monitoraggio. 4 erano bloccate in porto per procedimenti giudiziari, altre 7 ferme per ragioni tecniche. Dal 2016 sei Paesi europei (Germania, Italia, Grecia, Malta, Paesi Bassi e Spagna) hanno avviato 60 procedimenti giudiziari. Ma dal dicembre 2021 sono state aperte solo 2 nuove cause in Italia, che si sommano agli 8 procedimenti avviati quell’anno. Le ragioni sono irregolarità tecniche, malfunzionamento di attrezzature, numero eccessivo di passeggeri e presenza di troppi giubbotti di salvataggio a bordo (sic).