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Beati. Santuario di Pompei: in libreria la “Vita di Bartolo Longo a fumetti” per parlare ai giovani

Gigliola Alfaro

Torna sugli scaffali della libreria del santuario di Pompei la “Vita di Bartolo Longo a fumetti”. Dopo oltre venti anni dalla prima edizione, la striscia, che racconta la straordinaria vicenda umana e spirituale del beato Bartolo Longo, è stata riproposta in un formato più piccolo e pratico. La nuova edizione nasce in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’arrivo di Bartolo Longo a Pompei, nell’ottobre del 1872 e si inserisce tra le iniziative dell’Anno giubilare longhiano, in corso a Pompei dal 1° ottobre 2022 al 31 ottobre 2023.

“Mantenendoci fedeli al carisma del beato – ha detto mons. Pasquale Mocerino, rettore del santuario –, ci auguriamo che questa pubblicazione possa essere uno strumento utile per entrare in dialogo, in modo particolare, con le nuove generazioni, alle quali vorremmo affidare il compito di custodire e tramandare la figura di Bartolo Longo”. Il fumetto, assieme agli altri strumenti di comunicazione del santuario, ha lo scopo di far conoscere il miracolo di fede e di carità compiuto a Pompei dal beato, che fu anche un grande comunicatore, tanto da riuscire ad avere lungo il suo cammino e la sua opera fondatrice, l’aiuto e il sostegno di fedeli di tutto il mondo. La nuova edizione, nel formato tascabile, è rivolta soprattutto ai bambini e agli adolescenti perché la vita di Bartolo Longo, raccontata in questo fumetto, come sottolineato dal rettore,“possa essere di esempio e incoraggiamento a quanti, giovani e non, cercano come realizzare pienamente la loro vita attraverso la fede e la carità: i due polmoni che ancora, oggi, dopo centocinquanta anni, continuano a dare respiro e vita a quanti vivono e giungono nella Nuova Pompei”.

Il fumetto ripercorre la storia del beato, da giovane divenuto anticlericale all’Università alla conversione e alla missione a Pompei. “Sono tanti gli aspetti della biografia del beato che ricalcano, seppur in modalità diverse, le problematicità della condizione giovanile – sottolineano al santuario di Pompei -.La storia del riscatto sociale del giovane Bartolo insegna, a tutti noi, che non esiste fallimento capace di impedire alla misericordia di Dio di raggiungerci e condurci su strade nuove di vita.La sua storia di giovane avvocato e, poi, di fondatore di una città, di un santuario e di tante opere di carità, è profonda e senza tempo. La sua missione, il suo entusiasmo nel vivere la fede trasformandola in azione e in aiuto concreto ai più bisognosi del suo tempo, fa emergere diversi e profondi aspetti che coinvolgono i giovani di oggi. L’importanza dell’essere inclusivi, il sogno di far cadere una realtà basata sull’emarginazione, sulla diffidenza, spesso anche sull’uso della violenza per raggiungere i propri scopi.I giovani condividono con il beato quello slancio e quella generosità che li caratterizzano quando si tratta di aiutare e prodigarsi per chi è in difficoltà.Il fumetto, dunque, raccontando la vita del beato parla al cuore di tutti noi”. Il volume, già disponibile presso la libreria del santuario, è acquistabile anche contattando la segreteria generale ai numeri 0818577321/495 o inviando una e-mail a info@santuariodipompei.it.

(Foto: santuario di Pompei)

Sono tante le iniziative promosse per l’Anno giubilare longhiano. Ad esempio, il 29 ottobre l’intera comunità ecclesiale e civile di Pompei ha commemorato il primo arrivo e la vocazione-missione del beato Bartolo Longo, che si trovava in Località Arpaia quando sentì una voce che gli sussurrava, come ha raccontato egli stesso: “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!”. Ritrovatisi in via Nolana nel pomeriggio del 29 ottobre, i fedeli della città mariana, camminando insieme, hanno raggiunto via Arpaia, dove nel 1966 fu inaugurata una stele che ricorda quell’evento storico. Qui l’arcivescovo di Pompei, mons. Tommaso Caputo, ha incoraggiato tutti a saper vivere, nel presente, il carisma di Bartolo Longo e ha presieduto un rito di valore simbolico. Al monumento ardeva una fiamma alla quale hanno attinto il fuoco, per accendere le proprie lampade, i parroci della città, il rettore del santuario, due rappresentanti delle opere sociali, il responsabile della missione mariana e il sindaco. Al termine, in processione, si è raggiunta la parrocchia dell’Immacolata, dove, dopo una catechesi dedicata al beato, il mons. Caputo ha presieduto la messa.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Nella prima domenica di Avvento e sempre in occasione delle celebrazioni dell’Anno giubilare longhiano, riuniti nel santuario della Beata Vergine del santo Rosario di Pompei, i fedeli della comunità greco-cattolica ucraina di rito bizantino di tutta Italia hanno pregato per la pace nel loro Paese martoriato dalla guerra e hanno partecipato alla celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal loro vescovo Ireneo Bilyk, canonico della basilica papale di Santa Maria Maggiore a Roma. “Preghiamo non soltanto per il popolo ucraino che sta soffrendo per questa guerra crudele – ha affermato don Ihor Stus, cappellano della comunità ucraina di Pompei – ma anche e soprattutto per ringraziare la Vergine del Rosario della sua protezione e della sua vicinanza, in particolare noi che abbiamo la fortuna di vivere qui, sotto il suo manto che ci protegge”.“Da quando è iniziata questa guerra fratricida – ha aggiunto don Stus, che guida la comunità ucraina pompeiana dal 2016 – il santuario di Pompei si è subito mobilitato per raccogliere e inviare aiuti nel nostro Paese, come alimenti e altri generi di prima necessità, e per sostenere il nostro popolo con l’arma più potente che c’è: la preghiera del Rosario”.

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