In concomitanza con la terza domenica d’avvento, la visita pastorale del Vescovo Carlo Bresciani ha fatto tappa nella parrocchia di Faraone, piccola frazione di Sant’Egidio alla Vibrata. Il Vescovo ha presenziato e celebrato la Santa Messa domenicale delle 11:30, alla quale erano presenti anche alcune autorità civili, l’Amministrazione comunale di Sant’Egidio alla Vibrata nella persona del sindaco Elicio Romandini e del vicesindaco Luigino Medori, e la Polizia Municipale.
Di seguito riportiamo le parole dell’omelia del Vescovo Carlo: “Il Vangelo ci ha presentato alcune esortazioni che si possono raccogliere nell’espressione “Coraggio, non temete!”. Spesso, infatti, anche noi avvertiamo le mani fiacche e le ginocchia vacillanti e ci sentiamo un po’ smarriti a causa di alcune situazioni che ci hanno lasciato segni notevoli tra di noi, come la pandemia la quale inaspettatamente ma profondamente ha segnato la nostra vita di fede e di comunità e ci ha fatto smarrire il cuore e la mente. Questo prolungato periodo di prova ci ha un po’ infiacchiti, ci ha resi più piatti e lamentosi. Proviamo infatti una certa fatica a ricominciare il cammino ma il Signore viene a dirci “Coraggio!” perché in Lui possiamo trovare un punto d’appoggio, il punto di forza dove rimettere i piedi in sicurezza e riprendere un cammino saldo e sicuro.
Noi, infatti, abbiamo bisogno di fondamenta sicure nella nostra vita tanto più quanto le prove difficili si presentano davanti ai nostri occhi. E il fondamento principale è quello che ora stiamo vivendo nell’attesa del Natale. “Io sono con voi” dice il Signore ma noi, come ci ricorda la Sacra Scrittura, dobbiamo essere costanti e perseveranti. Solo così possiamo salvare la nostra vita, restando cioè fedeli al fondamento che dà sicurezza alla vita stessa, tenendo sempre bene in mente che il Signore ci è vicino, che è vivo e presente in mezzo a noi, che ci offre la spalla su cui poggiarci nel momento della fatica. Non basta però che Lui sia con noi ma appunto anche che noi siamo con Lui! Allora sì che questa unione dà coraggio nel cammino, nel “deserto” che a volte sperimentiamo, nei momenti più difficili e inimmaginabili.
E anche Giovanni Battista, predicatore integerrimo della venuta del Signore, ad un certo punto chiede attraverso i discepoli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” E la risposta di Gesù è interessante, perché non si limita ad un semplice sì, il quale forse avrebbe potuto voler dire tanto e nulla allo stesso tempo. Egli invece dice di guardare le opere più delle parole. Quest’ultime infatti da sole, senza fondamento, non sono niente. Per questo, nella nostra vita, dobbiamo dare fondamento alle nostre parole di fede, partendo da qui, ovvero dalla celebrazione e dall’ascolto della Sua parola e passando poi per i sacramenti. Non basta però chiederli per i nostri figli, non serve dare loro un dono se poi lo dimenticano nel cassetto! C’è bisogno cioè di una corrispondenza vera in una vita cristiana, servono le opere, le azioni concrete, le decisioni serie… altrimenti, una parola che manca di fedeltà alla Parola, che parola è?! Come potremmo mai noi fidarci l’uno dell’altro se la parola non è seguita dalla fedeltà alla parola data?!
E quindi riflettiamo su cosa vogliamo trovare quando siamo in chiesa e quando celebriamo i sacramenti. Cerchiamo la festa o Gesù? E questo non significa che il banchetto non vada bene ma è “solo” un invito a prendere sul serio la nostra vita con il Signore. Se le parole restano, ci aspetta una vita buona e bella. Non fermiamoci alla superficialità delle cose esterne, andiamo oltre le apparenze, puntiamo alla sostanza che non svanisce mai. Il Signore ci dice di avere coraggio, di non temere, di seguirlo, di fondare la nostra vita sulle Sua parola e non saremo delusi perché, quando faremo così, anche il deserto fiorirà, le mani fiacche si irrobustiranno, le ginocchia vacillanti torneranno salde, non saremo più smarriti di cuore, cioè saremo capaci di affrontare le tentazioni e alle prove che la vita ci presenta.
Prepariamoci così e viviamo così l’attesa del Natale, chiedendo al Signore la grazia di vivere una vita piena attraverso la Sua luce nei nostri passi>>.
Don Elvezio, parroco di Faraone, ha infine ringraziato il Vescovo per la sua preziosa presenza: “L’assemblea del Signore, la Chiesa, è completa solo con il Vescovo, che è “capo” e guida spirituale, e il parroco è un suo inviato e collaboratore. Siamo quindi felici per questo momento di Chiesa piena e la ringrazio anche per il dono del calice ricevuto in occasione della sua visita pastorale”.
La celebrazione si è conclusa con la preghiera del Vescovo Carlo Bresciani per la visita pastorale alla Diocesi, “Signore vieni e visita il tuo popolo”.
O Signore, tu che hai visitato e redento il tuo popolo,
vieni a visitarci e dirigi i nostri passi sulla via della pace.
Molte volte e in molti modi sei venuto
a bussare alle porte delle nostre case;
ogni giorno le campane delle nostre chiese
annunciano la tua presenza tra noi
e attraverso i nostri sacerdoti ti rendi presente
come guida nella fede delle nostre comunità.
Vieni ora nella persona del nostro Vescovo
a ravvivare la nostra fede.
Attraverso lui raccogli nell’unità la nostra Chiesa diocesana
e fa che le nostre comunità parrocchiali siano vere famiglie
che insieme collaborano sempre più con spirito missionario.
Ravviva in tutti noi la gioia del Vangelo che tu ci hai affidato
e che dobbiamo annunciare alle famiglie, ai ragazzi,
ai giovani, agli adulti e agli anziani.
Versa l’olio della consolazione sulle ferite della vita
e ungici con il tuo santo Spirito Consolatore.
Mesci con abbondanza per noi il vino della speranza,
affinché mai ci colga lo scoraggiamento.
Infondi in tutti noi lo spirito di carità
e rendici aperti all’accoglienza delle nostre diversità.
Fa che sappiamo far fruttificare i doni che a piene mani
continui ad effondere sulla nostra amata Chiesa diocesana.
Amen
+ Carlo Bresciani
Vescovo
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